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Estero. Terrorismo: l'Occidente contrattacca, a Londra vertice anti-Isis

Un immagine del vertice a Londra. (foto Agi) ndr.

di Redazione

ROMA, 22 GEN. (AGI) - Le diplomazie occidentali e del mondo arabo moderato si sono riunite a Londra per affinare la strategia contro l'Isis: a Lancaster House, a pochi passi da Buckingham Palace, si sono ritrovati i 21 ministri degli Esteri del comitato ristretto del fronte anti-jihadisti, a cui aderiscono una sessantina di Paesi. Sono presenti, tra gli altri, il segretario di Stato Usa, John Kerry, e il titolare della Farnesina, Paolo Gentiloni, oltre a rappresentanti di varie organizzazioni come Ue e Onu. All'incontro spicca l'assenza del ministro giapponese, Fumio Kishida, impegnato in una disperata corsa contro il tempo per salvare la vita ai due ostaggi nipponici nelle mani dei sanguinari terroristi sui cui pende un ultimatum dell'Isis che scade all'alba di domani. Ci vorra' un anno o due per "espellere" i miliziani del Daesh (l'acronimo arabo di Isis) dalle porzioni di territorio che hanno occupato, a cavallo di Iraq e Siria, ha detto il ministro degli Esteri britannico, Philip Hammond, prima della riunione. La strada imboccata, ha aggiunto, e' quella giusta, anche perche' l'Isis sembra aver perso la spinta propulsiva sul terreno, ma molto resta ancora da fare: arginare innanzitutto il flusso di fanatici che si uniscono alle fila dei jihadisti, tagliare i rifornimenti e rispondere a una "retorica" che fa ancora tanti proseliti. L'incontro, presente anche il premier iracheno, Haider al-Abadi, si svolge all'indomani dell'annuncio delle forze curde in Iraq che hanno 'spazzato' via gli jihadisti da una porzione di 500 chilometri quadrati di territorio e interrotto i rifornimenti tra Mosul e le roccaforti occidentali vicino alla Siria. Ovviamente un tema centrale della riunione e' quello dei 'foreign fighters': secondo una fonte dell'amministrazione americana, sara' creato un gruppo di lavoro per lo scambio di informazioni sui loro movimenti. Prima della riunione, Gentiloni ha confermato che anche l'Italia e' a rischio "infiltrazioni" da parte del terrorismo jihadista e che l'Italia e' un potenziale obiettivo anche "per il richiamo dei simboli della cristianita'". Il titolare della Farnesina ha poi ribadito con forza che "confondere terrorismo e immigrazione, oltre che un regalo al terrorismo, e' un'idiozia". "Il che non esclude", ha aggiunto Gentiloni, "che nella situazione odierna non ci possano essere rischi, sui quali per fortuna vigilano i nostri servizi di intelligence e gli apparati di sicurezza". Il ministro appena terminata la riunione rientrera' a Roma per il Consiglio dei ministri da cui dovrebbe uscire proprio le misure anti-terrorismo.





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