Estero. Il mondo arabo si ribella all'Isis: "i terroristi vanno crocefissi"
L'esecuzione del pilota giordano. (foto Agi) ndr. |
di Redazione
ROMA, 5 FEB. (AGI) - Occhio per occhio. Il mondo arabo reagisce all'Isis ubbidendo alla legge del taglione, affidandosi alla forca da un lato e alla fatwa dall'altro. . All'alba di ieri e' stata giustiziata in Giordania Sajida al-Rishawi, la terrorista irachena di cui l'Isis chiedeva la liberazione in cambio degli ostaggi. La donna era stata trasferita nel carcere di Swaqa, 70 chilometri a sud di Amman, dove di solito avvengono le esecuzioni capitali, appena un'ora dopo la pubblicazione del video.
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Con lei, alle 3 della notte ora italiana, e' stato impiccato anche un altro jihadista, Ziad al-Karbouli, un iracheno considerato vicino ad Abu Musab al-Zarqawi e che aveva ucciso un giordano. Altre esecuzioni di terroristi sono attese gia' nelle prossime ore. Amman si prepara a una risposta "forte" nella coalizione internazionale che da settembre bombarda il Califfato, ma emergono crepe nel fronte degli alleati arabi. Ora si e' scoperto che dopo la cattura del pilota, a fine dicembre, gli Emirati Arabi hanno interrotto la partecipazione ai bombardamenti aerei contro l'Isis, per timore che i propri piloti possano essere catturati dagli jihadisti. Le autorita' emiratine pretendono un impegno maggiore degli Usa per il recupero dei loro uomini in caso di abbattimento degli aerei e lo schieramento nel nord dell'Iraq, piu' vicino al teatro dei raid aerei, dei V-22 Osprey, i velivoli d'assalto che vengono impiegati per operazioni di salvataggio. La Giordania e' sotto shock: la madre del pilota bruciato vivo si e' sentita male e ha dovuto essere ricoverata in ospedale quando ha saputo quale sorte fosse toccata al figlio.
Il padre ha chiesto una "vendetta peggiore che due esecuzioni".
Dopo aver promesso di non dare tregua agli jihadisti, re Abdallah -che era a Washington, quando e' stato diffuso il raccapricciante video- e' rientrato ad Amman con l'impegno americano per ulteriori aiuti per un miliardo di dollari all'anno per i prossimi tre anni. Il pilota giordano e' stato commemorato come "un martire" anche dai peshmerga curdi che hanno perso un migliaio di uomini nella guerra contro l'Isis.
Dall'inizio dell'anno si stima che in Siria gli jihadisti abbiano giustiziato 50 persone, ma la brutalita' dell'uccisione del pilota giordano viene letta come un messaggio di orrore per scalfire la coalizione anti-jihadista. Il mondo islamico, pero', appare compatto nella condanna: una fatwa e' stato lanciato dall'Universita' di Al-Azhar al Cairo, il piu' prestigioso centro d'insegnamento dell'Islam sunnita, che ha chiesto "l'uccisione, la crocifissione e l'amputazione degli arti" dei terroristi dell'Isis. Si tratta della citazione di un verso del Corano che indica la pena da applicare nei confronti di chi "uccide sfrenatamente gli innocenti senza peccato", come precisato dal Grand Imam Ahmed al Tayeb. Lo sceicco di al Azhar ha ricordato che in base ai precetti dell'Islam "solo Allah puo' punire con le fiamme", cosa che "non e' concessa agli esseri umani". Tayeb ha invitato dunque la comunita' internazionale a combattere contro "chi ha offeso l'Islam e il profeta Maometto". Condanne sono arrivate dal Cairo, dal Qatar, e perfino dal movimento dei Fratelli musulmani: l'Unione degli ulema ha parlato di un "crimine vile, che contrasta con la sharia islamica". Si muove la Russia. Mosca sta preparando la bozza di una risoluzione a carattere vincolante, da sottoporre "nei prossimi giorni" al voto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, con l'obiettivo di tagliare le fonti di finanziamento dello Stato Islamico: lo ha riferito la stessa rappresentanza russa presso il Palazzo di Vetro, mentre da ambienti diplomatici occidentali e' trapelato che una prima stesura del documento sarebbe gia' stata consegnata agli altri membri permanenti del Consiglio stesso, che nel frattempo ha condannato formalmente la truce esecuzione del pilota giordano catturato, e presto sara' distribuita anche ai dieci a rotazione. E' molto raro che Mosca assuma iniziative del genere in ambito Onu, ma la questione del califfato creato dai jihadisti in parti della Siria e dell'Iraq sta suscitando particolare apprensione al Cremlino, soprattutto a causa dell'elevato numero di estremisti ceceni che vi hanno aderito.
La futura risoluzione affrontera' i tre principali canali attraverso i quali lo Stato Islamico si procura fondi: forniture clandestine di petrolio, vendite di contrabbando di reperti archeologici e sequestri di persona a scopo di estorsione. Tutti i Paesi saranno sollecitati a boicottare tali attivita' evitando di elargire denaro, anche per il semplice rilascio degli ostaggi.
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