Estero. L'Egitto chiede l'intervento dell'Onu in Libia
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Soldati dell'onu. (foto) ndr. |
di Redazione
ROMA, 17 FEB. (AGI) - L'Egitto e' in prima linea contro gli jihadisti dell'Isis in Libia e continua a bombardare la roccaforte islamista di Derna. Ma il presidente Abdel Fattah al Sisi si e' rivolto al Consiglio di sicurezza dell'Onu per chiedere una risoluzione che autorizzi un intervento internazionale. L'opzione sara' domani all'esame del Consiglio di Sicurezza.
Sul campo la situazione rimane incandescente: gli F-16 egiziani, sostenuti dai Mig libici delle forze aeree del generale Khalifa Haftar, legato al governo internazionalmente riconosciuto di Tobruk, hanno compiuto nella notte 10 raid "uccidendo e ferendo decine di jihadisti", ha riferito il ministro degli Esteri cairota, Sameh Shoukry. La soluzione militare resta comunque l'ultima chance e l'Ue ha ribadito che non portera' alla conclusione del conflitto: la portavoce dell'Alto rappresentante Federica Mogherini, Catherine Ray, ha sottolineato la necessita' di "incoraggiare il dialogo politico fra le diverse parti libiche, spingendole a sedersi a un tavolo come sta cercando di fare il rappresentante speciale dell'Onu Bernardino Leon". Stamane il premier Matteo Renzi si e' riunito a Palazzo Chigi con i ministri degli esteri Paolo Gentiloni (che riferira' domani alla Camera), dell'Interno Angelino Alfano e della difesa Roberta Pinotti assieme al Sottosegretario Marco Minniti. Nell'incontro e' stato ribadito l'impegno italiano per una forte azione diplomatica in ambito ONU e il sostegno a una iniziativa urgente al Consiglio di Sicurezza che promuova stabilita' e pace in Libia. Alfano ha convocato per le 20 un vertice al Viminale.
Contro l'ipotesi di un intervento militare internazionale si e' schierato Hamas che da Gaza ha respinto le ingerenze "di alcuni Paesi come l'Italia" che hanno intenzione di "intervenire negli affari interni della Libia con il pretesto di combattere il terrorismo" ma sarebbe solo "una nuova crociata".
E' pronto alla vendetta il leader dell'Isis, Abu Bakr al Baghdadi che ha ordinato nuovi rapimenti di lavoratori egiziani e avrebbe inviato un gruppo di suoi uomini a Sirte per formare un nucleo dello Stato islamico e diffondere l'ideologia del califfato.
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