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Estero. L'Ucraina sprofonda nella crisi, ci provano Hollande e Merkel

Soldati russi in Ucraina. (foto Agi) ndr.

di Redazione

ROMA, 5 FEB. (AGI) - Di fronte allo sprofondare della crisi in Ucraina, la comunita' internazionale gioca ancora la carta della diplomazia. Il presidente francese, Francois Hollande, e il cancelliere tedesco, Angela Merkel, volano nelle prossime ore a Kiev e domani saranno a Mosca per portare un nuovo piano di pace. Arriveranno in Ucraina poche ore dopo il segretario di Stato americano, John Kerry, che ha portato l'impegno a nuovi aiuti finanziari, e a cui i leader ucraini hanno chiesto armi per combattere i ribelli filorussi. In attesa che Kerry parli alla stampa, il vice-presidente Usa, Joe Biden, ha gia' avvertito che "non c'e' una soluzione militare" alla crisi. Mosca, da parte sua, ha fatto sapere di essere pronta a un dialogo "costruttivo" con Hollande e Merkel, ma che l'eventuale fornitura di armi letali da parte di Washington sarebbe considerata una "minaccia" alla sua sicurezza e costituirebbe un "danno colossale" ai rapporti tra Washington e Mosca. Intanto la crisi umanitaria e' sempre piu' grave. Nell'est dell'Ucraina si continua a morire (19 vittime solo nelle ultime 24 ore). La situazione e' particolarmente tesa a Debaltseve, strategico nodo ferroviario che collega Lugansk e Donetsk, assediata da giorni dai ribelli separatisti: l'Ue e l'Onu hanno nuovamente fatto un appello al cessate il fuoco immediato per consentire ai civili di poter fuggire dall'area. Non si conoscono i contenuti del piano di Hollande e Merkel, ma l'Ucraina non puo' attendere. "Si e' passati dal disaccordo al conflitto, dal conflitto alla guerra, adesso si rischia la guerra totale". Il titolare dell'Eliseo ha spiegato che e' un testo "accettabile da tutti" e che si basa "sull'integrita' territoriale dell'Ucraina". Lui e la Merkel vi hanno lavorato "per giorni". Intanto a Bruxelles i ministri della Difesa della Nato si riuniscono per decidere come rafforzare la propria presenza sul fianco orientale: l'obiettivo e' la creazione di una nuova forza di 5.000 uomini e sei centri di comando, in altrettanti Stati membri nell'est dell'Europa. "E' la risposta all'azione aggressiva della Russia che ha violato la legge internazionale e annesso la Crimea", ha spiegato il segretario generale dell'Alleanza, Jens Stoltenberg. Le decisioni si inseriscono nel contesto piu' ampio della modernizzazione della 'forza di reazione rapida' creata nel 2003, attualmente di 13mila uomini, e che ora viene portata a 30mila uomini. I sei centri di comando dovrebbero essere ospitati nei tre Paesi baltici e in Polonia, Romania e Bulgaria e accogliere ognuno una quarantina di militari (la meta' dei quali dei Paesi ospitanti). Un presidio nei Paesi che piu' si sentono minacciati dalle mire espansionistiche di Mosca.





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