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Politica. «Per cambiare bisogna avere il coraggio di sporcarsi le mani»

Vincenzo Rizzi. (foto) ndr.
Un intervento di Vincenzo Rizzi, Consigliere Comunale di Foggia

di Redazione - Redazione di Foggia

FOGGIA, 8 FEB. - Di seguito riportiamo un intervento di Vincenzo Rizzi, Consigliere Comunale di Foggia.

«Di recente nell'ambito del cineforum Visioni Differenti è stato proiettato il film “Le mani sulla città”, del compianto regista Francesco Rosi. Un film girato nel 1963, ma indubbiamente attuale anche nella nostra città dove, di certo non è mancata, nel corso dell’ultimo ventennio, l’alternanza tra gli schieramenti politici teoricamente alternativi (anche se in verità tutte le amministrazioni che si sono susseguite hanno sempre avuto un solo vero colore, quello del grigio cemento, ed è sempre stato così fin da quanto gli alleati nel 1943 decisero di radere al suolo questa città, aprendo una prateria pressoché infinita a chi si è poi occupato di ricostruirla). Ovviamente il film poteva essere un interessante spunto per discutere di urbanistica, lavori pubblici e legalità, ma i relatori hanno preferito volare alto, anzi altissimo, ancor più altissimissimo … perché volare nella stratosfera ci garantisce di non doverci confrontare con i problemi.  
Insomma a Foggia, con la ripresentazione del film di Rosi è andata in scena una classica serata di puro cortese impegno disimpegnato. 
Anche in questa serata dedicata al film di Rosi, così come in tante altre precedenti manifestazioni, fiaccolate, finalizzate a protestare contro l’illegalità, si è sempre badato bene a non fare nomi, a non srotolare l’intrigata matassa dei fatti, mettendo in relazione politica, programmi edilizi, cooperative, opere di urbanizzazione, lavori pubblici, tecnostruttura, malavita organizzata, gestione dei servizi, massoneria, apatia generale, degrado, perché il rischio è di schiacciare del letame e quella puzza che si sprigionerebbe potrebbe disturbare coloro con cui amabilmente e istituzionalmente ci relazioniamo. Perché se si va in prefettura a inaugurare finalmente l’associazione antiracket e lo Stato in pompa magna si presenta con un viceministro inquisito, di certo bisogna far finta di nulla e quindi … voliamo alto che è meglio.
Perché fa veramente male accettare, come sostiene Ingroia, che abbiamo interi pezzi di società che hanno ormai introiettato i modelli comportamentali dei mafiosi. E lo si vede in tutti i campi. … Abbiamo oggi una mafia più civile e una società più mafiosa. Una mafia sempre più in giacca e cravatta e una società che cambiandosi abito troppe volte al giorno sceglie il travestimento. E qui a Foggia tutto e tutti sono al contempo vittime e carnefici, concussi e concussori, un costante e vorticoso balletto che ha il suo perno, o meglio la sua legittimazione, nel modo di lavorare di una parte delle istituzioni pubbliche, che non vendono, non sentono, non parlano.
C’è tanto impegno a favore della legalità a Foggia, da parte della società civile, un impegno teso a curare i sintomi e non la malattia, perché il problema sta nel fatto che la malattia è così diffusa che ci ha trasformati tutti, un po’ come quei filmetti di fantascienza in cui le persone venivano sostituite da cloni solo in apparenza umani.
Nella città degli amici la legalità è un bel vestito che va indossato comodo per coprire la città di mezzo che produce il potere e la ricchezza di questa comunità.
Se mai, poi approviamo e firmiamo in Consiglio Comunale anche un bel codice etico per la buona politica, che potremmo paragonare a un bel sepolcro imbiancato. Questo è un codice che proprio tutti possono firmare, perché in fondo affermiamo semplicemente di voler rispettare la legge (come se questo aspetto fosse una cosa discrezionale, su cui è pensabile mediare). A tal proposito faccio degli esempi presi da questo codice dell’ipocrisia:
1. L’amministratore non chiede né sollecita, per sé o per altri, regali o altre utilità, anche sotto forma di sconto, favore, mancia, intrattenimento, ospitalità, remissione di debito, altro benefico avente valore economico.  Praticamente una serie infinita di reati ….
Oppure leggiamo quest’altro articolo:
2. L’amministratore, fuori dai casi in cui sia la stessa legge a prevederlo, si impegna ad evitare il cumulo dei mandati politico-istituzionali e ad applicare spontaneamente e sollecitamente i vincoli di legge vigenti.
Per cui, a cosa serve quest’articolo se ci pensa già la legge? Questo comma poteva avere un significato se fosse stato applicabile in quei casi in cui la legge permette il cumulo degli incarichi, ma perché farsi dei nemici?
Ci si mette a protestare in piazza con tanto di ceri, ma nulla si fa quando viene negato l’accesso agli atti ad alcuni consiglieri per fare luce sul perché le istituzioni non hanno svolto una azione di controllo sui tanti appalti, sul perché le opere di urbanizzazione secondaria, che i privati dovevano realizzare, non sono state mai effettuate, sul perché le fideiussioni, viste le evidenti inadempienze, sia totali o che parziali da parte del soggetto privato attuatore, non sono state incamerare totalmente o parzialmente Comune di Foggia al fine di poter dar corso all'esecuzione dei lavori in sostituzione del soggetto attuatore.
E poi perché tanto silenzio sulla tecnostruttura pubblica, perché nessuno dichiara apertamente che è eticamente incompatibile avere dirigenti che fanno cumuli d’incarichi tra diverse amministrazioni dove controllore e controllato si confondono amabilmente … anche li, chi da sempre si occupa di legalità rimane in silenzio.
Ci sono troppi fatti scomodi, eppure per vari motivi, dal più semplice e immediato che è quello affettivo, trasformiamo chiunque in un eroe, il caso più recente è la difesa da parte dell’onorevole Cera di Totò Cuffaro che sta scontando una condanna di 7 anni per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e rivelazione di segreto istruttorio … E questo signore, per l’onorevole Cera è degno di rispetto e stima, per come con coraggio e dignità sta affrontando questo suo personale calvario.  Ma nessuno tra i paladini della legalità ha fatto sentire la sua voce, condannando un simile vergognoso intervento del nostro Onorevole. 
Se vogliamo cambiare questa città e questa provincia bisogna avere il coraggio di sporcarsi le mani, di collegare le informazioni e additare chi viene meno ai suoi doveri di lealtà nei confronti della comunità.
Per abbattere questa mafiocrazia dobbiamo dare dignità ai fatti, anche se scomodi al potere, dobbiamo saper raccontare a tutti che l’imperatore è nudo. Il giorno che in tanti avremo il coraggio di vincere questa omertà radical-chic della bella gente di Foggia, potremmo finalmente operare e risanare le tante finestre rotte e non semplicemente, come facciamo furbescamente oggi, apponendo una graziosa tenda firmata, per coprire la voracità di una comunità fondata sull'arroganza e sull'impunibilità dei potenti».





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