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'La Buona Politica' - Sergio Mattarella: Ritratto di un italiano riservato

Il Presidente della Repubblica  Mattarella. (foto com.) ndr.

di Cosimo Imbimbo 

BARI, 2 FEB. - Sergio Mattarella, eletto dodicesimo presidente dalla Repubblica sabato 31 gennaio, al quarto scrutinio con 665 voti: per i prossimi sette anni sarà il capo dello stato. Mattarella ha 73 anni ed è un giudice della Corte Costituzionale e un ex dirigente e ministro della Democrazia Cristiana, e partecipò anche alla scrittura del manifesto del Partito Democratico. Dopo essere stato eletto dal Parlamento riunito in seduta comune e dai delegati regionali, ha ricevuto la notifica ufficiale dalla presidente della Camera Laura Boldrini e dalla presidente pro tempore del Senato Valeria Fedeli al Palazzo della Consulta.

 Il suo discorso è stato molto breve: «ll pensiero va soprattutto alle difficoltà e alle speranze dei nostri concittadini. È sufficiente questo». Una persona normale che ama la vita e il futuro, amava sua moglie, i suoi figli, aperto di carattere, allegro nei rapporti personali, anche sul lavoro. Ma avverte fortemente il senso della dignità propria e di quella del ruolo che ora rivestirà; si rifiuto di piegarsi alla prepotenza, alla sopraffazione della mafia o alla minaccia della violenza; non ha alcuna intenzione di far finta di non vedere. Una breve analisi politica, condivisa dai più noti osservatori della politica nostrana, evidenzia come un tale risultato, che pochi avrebbero previsto nelle fibrillazioni degli ultimi due mesi, premi indubbiamente – al di là della valutazione su di esso – il “metodo Renzi” che in quest’occasione, e per il momento, risulta vincente: il Pd ha ritrovato la sua unità, almeno di facciata, mentre il centrodestra è stato messo in difficoltà da quello che è stato visto dai suoi esponenti come un “tradimento” del premier. Il M5S non è mai salito al proscenio, né la Lega, Fratelli d’Italia o Scelta Civica. Vendola ha votato col Pd un ex-democristiano, così come l’Ncd che tuttavia ha perso qualche pezzo… Ovvia conseguenza: il Patto del Nazzareno è stato messo in difficoltà e bisognerà vedere se reggerà all’urto. 

Le riforme rischiano di conoscere uno stop o perlomeno un cambiamento di direzione. Da sempre un uomo delle regole e della legalità, stile di vita sobrio, quasi monacale, culto delle istituzioni e delle regole. Si ricorda il primo impegno politico, il meno conosciuto, del nuovo Capo dello Stato: ottenne un ruolo all’interno della commissione nazionale della Dc che si occupava della P2. Subito Mattarella si distinse per le doti di equilibrio e lucidità. Nel 1983 arriva la prima elezione alla Camera, dove resterà fino al 2008. Ministro dei Rapporti con il Parlamento con Goria, fu confermato da De Mita, e poi andò al’Istruzione con Andreotti. Dopo la fine della Dc, l’esperienza di direttore del Popolo tra il 1992 e il 1994, per lui arriva l’arduo compito di relatore della legge elettorale dopo i referendum maggioritari del 1993. In realtà i puristi del bipolarismo, in quei mesi di nuovismo , videro nella mano di Mattarella il piglio del vecchio Dc, intento a mitigare la rivoluzione maggioritaria chiesta dagli italiani con una robusta e forse eccessiva correzione proporzionale. Fatto sta che dopo il battesimo di Giovanni Sartori sul Corriere quella legge resterà per sempre il Mattarellum. Ora rimpianto da molti e invocato a più riprese anche da forze estreme come il M5s. Bene sottolineare in questi primi giorni dopo l’elezione una qualità che Mattarella ha mutuato dai Moro e dai De Gasperi, quella di avere visione politica e saper far convogliare le divergenti opinioni politiche. 

È questo, si spera, che Mattarella porterà al Quirinale, in un momento in cui l’Italia ha estremo bisogno di coesione sociale e politica per riuscire a superare la gravissima congiuntura economia e soprattutto morale del Paese. Coltiva ancora buoni rapporti con la sua terra natale in Sicilia con il deputato catanese Giovanni Burtone e dell’ex parlamentare Vito Riggio. A Palermo, in particolare, la rete di Mattarella è composta dall’avvocato Francesco Crescimanno (già candidato sindaco del centrosinistra), da Salvatore Butera, consigliere di Piersanti e da Guido Corso, ordinario di Diritto amministrativo e punto di riferimento di quel gruppo di giovani giuristi, di cui faceva parte anche Leoluca Orlando, che negli anni Settanta si era riuniti attorno a Piersanti. Sergio Mattarella è sempre descritto come una sorta di monaco laico, "talmente grigio che non si riesce nemmeno a parlarne male". Ma una grande passione lo accomuna all'italiano medio, e cioè il calcio. Non è un tifoso sfegatato, ma ha sempre avuto un debole per l’Inter e, soprattutto, per la squadra della sua città, il Palermo. 

Non è mai stato uno sportivo, nemmeno da ragazzo, al contrario di Piersanti, il fratello maggiore ucciso dalla mafia quando era presidente della Sicilia: lui giocava al calcio mentre al più piccolo Sergio si faceva fare l’arbitro. In un certo senso, quell'esperienza gli tornerà utile al Quirinale. Nel giorno della sua elezione ha ricevuto, tra gli altri, gli auguri di Giovanni Malagò: " A nome del Comitato Olimpico Nazionale Italiano e mio personale, desidero esprimere le più fervide congratulazioni. Tutti noi auspichiamo che sulla scia del suo predecessore, il Presidente Mattarella confermi la vicinanza del Quirinale allo sport azzurro che è alla vigilia di due importanti appuntamenti come i Giochi Olimpici di Rio 2016 e la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024". 

Al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il personale augurio di buon lavoro!





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