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'Sponda' minoranza Pd-FI; in vista battaglia sulle banche

Renzi e Berlusconi. (foto) ndr.

di Redazione

ROMA, 13 FEB. (AGI) - Non e' passata neanche una settimana dalla fine del Patto del Nazareno e in Aula si cominciano a manifestare i primi effetti della rottura dell'intesa tra Berlusconi e Renzi. Capita che Daniele Capezzone difenda in Aula, nel dibattito sulle riforme, un emendamento bocciato da parte di un esponente della minoranza del Pd, capita che Pippo Civati si avvicini in Transatlantico a Francesco Paolo Sisto e scherzando gli dica: 'forse ho sbagliato partito...", alludendo al no azzurro alla seduta fiume. In ogni caso il quadro in Parlamento e' rovesciato, ora di frequente i bersaniani si confrontano con i dirigenti azzurri. Tanto che un renziano ci scherza su: "Ecco, siamo passati ad un patto anti-Nazareno...". Fatto sta che FI e una parte del Pd dialogano. C'e' chi rammenta come un confronto ci sia stato anche nei giorni precedenti la partita del Quirinale e soprattutto si fa presente come un vero 'asse' si potra' creare quando arrivera' nell'Aula il decreto sulle banche popolari. "E' normale che ci sia un dialogo con FI, siamo in presenza di strappi pericolosi", dice Stefano Fassina, "se fosse stato Berlusconi" a fare questa operazione sulla Costituzione "si sarebbe gridato al golpe", aggiunge. "Certo che parliamo con Forza Italia, e' sbagliato andare avanti in questo modo", sottolinea Davide Zoggia. La minoranza del Pd ha chiesto delle modifiche, evocando la liberta' di voto, "sembra che il governo voglia un incidente parlamentare...", rimarca un altro deputato, "non si tratta di una convergenza, ma di una battaglia comune anche con il Movimento 5 stelle". In effetti ieri il Pd ha aperto una trattativa, poi saltata, anche con i pentastellati tanto che Sel ha denunciato il tentativo da parte del governo di arrivare "ad un patto di serie B dopo che e' saltato il patto di serie A". Ma la bagarre in Aula - con i Cinque stelle intenzionato a bloccare i lavori e il ministro Maria Elena impegnata a confrontarsi anche con i frondisti azzurri - e' durata tutta la giornata. Guerriglia parlamentare che, al netto dei numeri, potrebbe essere piu' incisiva quando arriveranno i decreti in scadenza a Montecitorio. Visto che, soprattutto sul decreto sulle banche popolari c'e' - come denuncia un esponente del governo - "una trasversalita' pericolosa". Il governo, spiega un altro esponente dell'esecutivo, potrebbe aprire sulle norme transitorie, sui tempi di trasformazione delle banche popolari, ma sui criteri del provvedimento, come ha spiegato Renzi la settimana scorsa, non si tocca nulla. "Ma i voti per farla passare non ci sono", dicono dalla minoranza del Pd, "non e' possibile una svendita alla finanza anglosassone". Sulle barricate anche il Movimento 5 stelle e Forza Italia: "La riforma - dice Renato Brunetta - si deve fare, ma non con questa opacita' e con un decreto legge". Contrarieta' al decreto anche in Ncd, anche se la posizione sarebbe stata ammorbidita. Stefano Fassina della minoranza Pd ha organizzato per martedi' prossimo un seminario al Senato proprio per porre il tema all'attenzione del Parlamento. L'esecutivo in ogni caso e' intenzionato ad andare avanti. Sul pacchetto costituzionale e sui decreti in arrivo. "Non ci fermeranno", dicono i renziani che attendono la direzione del Pd per capire il 'nuovo corso' del partito dopo la rottura del patto del Nazareno. La settimana prossima il segretario dovrebbe dare indicazioni, oltre che sull'attivita' dell'esecutivo, anche sulle regionali, visto che restano dei casi aperti, a partire dalla Campania. Il prossimo appuntamento delle amministrative preoccupa anche FI: ieri Silvio Berlusconi ne ha discusso a pranzo con alcuni dirigenti, dando poi il via libera alla candidatura dell'oncologo Francesco Schittulli in Puglia. Raffeele Fitto avrebbe voluto le primarie, ma in ogni caso ha annunciato che lo sosterra'. Il Cavaliere mantiene aperto il canale sia con la Lega che con Ncd, perche' - ha spiegato ai fedelissimi - occorre unita' per battere Renzi.





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