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Accuse escort: Fini, danneggiato a livello personale e politico

Gianfranco Fini. (foto Agi) ndr.

di Redazione

ROMA, 31 MAR. (AGI) - "In trenta anni di impegno politico, non ho mai ricevuto neppure un avviso di garanzia. E trovarsi a rispondere di accuse inventate di sana pianta e legate ad affermazioni del tutto destituite di fondamento e tutt'ora lesive della mia dignita' perche' calunniose, mi ha prodotto danni a livello morale e personale (sono padre di tre figlie) e a livello politico". Lo ha detto Gianfranco Fini, sentito in tribunale come persona offesa nel processo contro cinque persone accusate di diffamazione per la diffusione di false notizie circa presunti incontri sessuali che l'allora presidente della Camera avrebbe avuto tra il 2009 e il 2010 con Lucia Rizzo, conosciuta come escort Rachele. La vicenda, che allarmo' lo staff della terza carica dello Stato, ebbe origine da un editoriale di Maurizio Belpietro su Libero del 27 dicembre 2010 (ritenuto poi offensivo dalla procura), seguito da un articolo apparso sul Giornale il giorno dopo anche se in realta', tre settimane prima, il sito '4minuti.it' aveva dato spazio a una intervista videoregistrata in cui la escort riferiva di avere avuto con l'uomo politico alcuni rapporti sessuali a pagamento a Reggio Emilia, oltre alla promessa di un aiuto per lavorare in tv. "In quel periodo - ha ricordato Fini in udienza - si era nella fase piu' acuta dello scontro politico che mi vedeva contrapposto al premier Berlusconi. Quei due quotidiani nei mesi precedenti avevano stigmatizzato il mio comportamento politico con articoli anche durissimi. L'aspra critica politica e' legittima, ma capii che si era superato ogni limite quando lessi quell'articolo in prima pagina che mi toccava a livello personale basandosi su circostanze totalmente false. Per me era il salto di qualita' di questo scontro politico. Cosi' decisi di rivolgermi all'autorita' giudiziaria. Non avrebbe avuto senso chiedere ai giornali di smentire una calunnia". Parlando della escort, Fini e' stato netto: "Mai vista, mai conosciuta, mai frequentata e soprattutto mai stato a Reggio Emilia nel periodo in cui quella donna asserisce di avermi incontrato. Basta fare verifiche presso il Viminale e la Prefettura visto che il presidente della Camera, ogni volta che va in trasferta, e' sottoposto a una serie di misure di tutela e sicurezza della sua persona". Dello stesso tenore la deposizione del giornalista Fabrizio Alfano, all'epoca portavoce di Fini. "Dopo l'uscita di quegli articoli che andavano nel gossip e puntavano a colpire la figura del presidente della Camera - ha ricordato Alfano - la mia segreteria venne contattata da un uomo che voleva parlare con me perche', riferendosi proprio agli articoli di quei giorni, disse che aveva materiale video e fotografico. D'accordo con la Digos e l'ispettorato di polizia della Camera, che avevo provveduto a informare su sollecitazione di Fini, lo richiamai: quella persona si qualifico' come agente in esclusiva per sei mesi della escort. Avrebbe voluto incontrarmi per far sparire tutto il materiale. Non mi chiese espressamente dei soldi ma era chiaro che avrebbe puntato a un tornaconto personale per chiudere la faccenda". Prossima udienza il 17 giugno per l'audizione di altri testimoni.





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