Riforme, si' della Camera FI si spacca. M5s, "fascisti!"
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Il Ministro M.E. Boschi. (foto Agi) ndr. |
di Redazione
ROMA, 10 MAR. (AGI) - Terzo si' alla Camera, con 357 Si', 125 no e 7 astenuti, al ddl Boschi che torna all'esame del Senato per l'avvio della seconda lettura, trattandosi di riforme costituzionali, e lascia dietro di se' la spaccatura di Forza Italia.
Avendo ottenuto 'solo' 375 si', e dunque al di sotto del quorum dei due terzi previsti dalla Costituzione per evitarlo, il cammino delle riforme prevede anche un referendum cui Renzi guarda gia' come 'parola ai cittadini' a conferma del cammino riformatore.
Hanno votato a favore Pd, Ap, Per l'Italia, Scelta civica e Minoranze linguistiche; hanno votato contro Forza Italia, Lega, Fdi-An, gli ex 5 stelle di Alternativa Libera e Sel. I deputati M5S, invece, non hanno partecipato al voto.
Folta la pattuglia dei deputati che hanno marcato la loro differenza rispetto alla linea del gruppo di appartenenza: da Stefano Fassina (Pd), che non ha partecipato al voto, a Gianfranco Rotondi (FI) che ha invece votato si'. Critici anche i deputati dem Gianni Cuperlo, Rosy Bindi e Alfredo D'Attorre che hanno ammonito che se non ci saranno modifiche al testo, questo sara' il loro ultimo si'.
Soddisfatto Matteo Renzi che affida a twitter il suo commento a caldo: "Voto riforme ok alla Camera. Un Paese piu' semplice e piu' giusto. Brava @meb, bravo @emanuelefiano, bravi tutti i deputati magg #lavoltabuona", scrive nel messaggio dove i 'nick' in uso sul social network e le abbreviazioni 'imposte' dal vincolo dei 140 caratteri identificano il ministro Boschi, il relatore di maggioranza, e la stessa maggioranza di governo.
"L'importante e' non interrompere il percorso delle riforme. E oggi abbiamo fatto un altro passo in avanti", ha detto invece il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi.
E' dentro FI che si consuma un clamoroso strappo con la lettera dei 18 parlamentari a Silvio Berlusconi per difendere il patto del Nazareno ma criticare anche, fortemente, la gestione del gruppo alla Camera e dell'intero partito: "Caro Presidente, desideriamo rappresentarti il nostro profondo disagio e dissenso rispetto alla decisione di votare contro le riforme istituzionali all'esame della Camera". I deputati, in larga parte vicini a Denis Verdini, rivendicano il lavoro sulle riforme e chiariscono di aver votato no solo "per affetto" verso il Cavaliere. "La conduzione del nostro gruppo parlamentare mostra quotidianamente un deficit di democrazia, partecipazione ed organizzazione: non e' pensabile, per rispetto dell'intelligenza di tutti, che si continui a riunirsi per ratificare decisioni gia' prese altrove e che magari ti vengono rappresentate come decisioni unitarie del gruppo.
Ebbene come dimostra questo documento il gruppo non e' ne' unito ne' persuaso dalla linea che e' stata scelta", e' la certificazione del contrasto all'interno degli 'azzurri'.
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