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Estero. Distruzione e morte in Nepal Dispersi 4 italiani, 3200 vitime

Scene del terremoto in Nepal. (foto) ndr.

di Redazione

KATHMANDU, 27 APR. (AGI) - E' di almeno 3.218 morti il bilancio delle vittime del sisma in Nepal. I feriti sono almeno 6.538. Lo hanno riferito le autorita' di polizia.- Il bilancio e' stato fornito da Rameshwor Dangal, che dirige la divisione emergenza del ministero dell'Interno del paese asiatico. Il bilancio precedente era di 2.430 morti. Un centinaio di persone ha perso la vita nei paesi vicini, tra i quali India e Cina. Finora si contano vittime in Nepal, in India e in Cina. Ieri mattina c'e' stata una nuova scossa di magnitudo 6.7 che ha provocato nuove valanghe sul monte Everest. Difficolta' per ripristinare la rete elettrica e i collegamenti telefonici. Per ricordare un fatto cosi' drammatico bisogna andre al 1934 quando un terremoto di magnitudo 8,1 uccise 10.700 persone tra Nepal e India. Quattro gli italiani che mancano all'appello: Secondo quanto ha riferito Paola Riccio, presidente del Soccorso alpino delle Marche, i quattro speleologi italiani dispersi erano stati segnalati a Langtand, a nord di Kathmandu, all'interno del Parco Nazionale. Dei quattro non si hanno notizie da circa un'ora prima della seconda scossa, quando uno dei quattro, Giuseppe Antonini, ha parlato con la compagna per rassicurarla del suo stato di salute dopo il primo evento tellurico. Da quel momento, il telefono risulta non raggiungibile. Si tratta di Giuseppe Antonini, 53 anni, speleologo di Ancona, e Gigliola Mancinelli, anche lei anconetana, medico dell'ospedale cardiologico Lancini, ma anche tecnico speleologo. I due fanno parte di una spedizione di torrentismo, composta anche da Oscar Piazza, del Soccorso alpino del Trentino Alto Adige, e un altro ragazzo di Genova di cui e' in corso l'identificazione. L'aeroporto internazionale di Kathmandu e' stato chiuso stamane per un'ora, gli aerei in arrivo sono stati fatti atterrare negli scali limitrofi. Un aereo indiano della compagnia lowcost SpiceJet e' stato costretto a tornare a New Delhi, come anche due voli della compagnia Air India flights, con a bordo rispettivamente 135 e 45. Un volo della Dragonair partito da Hong Kong e' rimasto in volo per 90 minuti prima di ricevere l'autorizzazione all'atterraggio. "L'aeroporto e' stato riaperto ed e' ora operativo", ha assicurato un portavoce. Il presidente nepalese Ram Baran Yadav ha trascorso la scorsa notte in tenda, mentre il premier Sushil Koirala ha chiesto ai suoi cittadini di restare uniti davanti al "grande disastro" causato dal terremoto. L'ufficio e la residenza di Yadav, costruiti 150 anni fa, sono stati seriamente danneggiati dal sisma, per questo, riferisce l'agenzia ufficiale Ians, il presidente e le sue guardie del corpo hanno dormito in tenda. Alcuni parti dell'edificio, compresa la cucina, sono crollate. Anche la residenza del premier e' stata seriamente danneggiata. "Stiamo uniti", ha affermato Koirala, rientrato da una visita ufficiale in Indonesia. Il primo ministro ha ringraziato Usa, Cina, Ue, Russia, India, Pakistan e tanti altri Paesi che in queste ore stanno inviando aiuti. Intanto il ministero degli Esteri italiano ha gia' rintracciato 300 italiani in Nepal. Sono tutti incolumi, tranne due che hanno riportato piccole ferite. Non c'e' comunque alcun italiano ospedalizzato. Fonti della Farnesina sottolineano che continuano le segnalazioni di nostri connazionali presenti nell'area terremotata. Il lavoro dell'Unita' di crisi e delle autorita' italiane in India, in corso da ieri, prosegue senza soste. Non agevola il fatto che siano pochi i connazionali registratisi sul sito 'Viaggiare sicuri'. Molto difficili, a causa delle linee danneggiate, anche i collegamenti telefonici.





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