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Italicum: Renzi disarma 'ribelli' Pd. Cresce rischio Aventino

Rosy Bindi e P. Barsani. (foto Agi) ndr.

di Redazione

ROMA, 21 APR. (AGI) - Matteo Renzi e la maggioranza del Pd scelgono la linea dura: sostituiti tutti i componenti in commissione Affari costituzionali della Camera, ad eccezione di Giuseppe Lauricella, il quale ha fatto sapere che, pur contrario all'Italicum, si rimettera' alle decisioni del gruppo. Sono quindi in tutto 10 (Pier Luigi Bersani, Gianni Cuperlo, Rosy Bindi, Andrea Giorgis, Enzo Lattuca, Alfredo D'Attorre, Barbara Pollastrini, Marilena Fabbri, Roberta Agostini, Marco Meloni) gli esponenti della sinistra Pd a dover lasciare il posto in commissione. Entro domani, spiega il vice capogruppo vicario, Ettore Rosato, saranno comunicati ufficialmente i sostituti. Gruppo Pd Camera conferma sostituzione 10 'ribelli' Ma in commissione il clima si surriscalda e le opposizioni meditano l'Aventino. I primi ad annunciare l'intenzione di disertare i lavori della commissione, che da domani pomeriggio iniziera' a votare gli emendamenti - 135 richieste di modifica presentate, di cui 11 della minoranza Pd, 40 quelle dichiarate inammissibili - sono i grillini. Anche Scelta civica e Sel stanno valutando l'opzione abbandono dei lavori, ipotesi che potrebbe 'contagiare' anche Forza Italia. Dunque, sulla legge elettorale il governo va avanti senza alcuna modifica, mentre resta in campo l'ipotesi della fiducia. Eventualita' che suscita la dura reazione non solo delle opposizioni, ma anche della sinistra Pd, con Gianni Cuperlo che arriva a paventare la fine della legislatura. E' lo stesso premier, questa mattina ai microfoni di Rtl, a non sgombrare il campo dai dubbi circa le reali intenzioni del governo: "Vedremo" se mettere o meno la fiducia, "ma dopo tante discussioni ora siamo a un passo, vediamo il traguardo dell'ultimo chilometro. Faremo lo sprint finale sui pedali e a testa alta". Il premier, poi, difende l'impostazione dell'Italicum, e rivendica che con la nuova legge saranno superati "i poteri di blocco" e non sara' "piu' consentito ai veti e controveti dei piccoli di bloccare la democrazia in Italia". La notizia della sostituzione dei 10 'dissidenti' Pd arriva in mattinata e subito i diretti interessati e il grosso della sinistra dem insorgono: "Verremo sostituiti d'imperio", afferma Andrea Giorgis, che da' appuntamento in Aula: "A questo punto la battaglia sara' li'". Parla di "fatto grave" Stefano Fassina, mentre Gianni Cuperlo avverte: ricorrere alla fiducia sull'Italicum sarebbe "uno strappo serio" che "metterebbe seriamente a rischio la prosecuzione della legislatura, perche' ci sarebbe da parte delle opposizioni tutte una reazione molto molto severa". Per Pippo Civati "la sostituzione di massa non ha precedenti nella storia repubblicana". Rosy Bindi garantisce: "il dibattito e' rimandato in aula dove io e gli altri ripresenteremo gli emendamenti". Ma nonostante il duro scontro tra le due 'anime' del Pd, la minoranza non intende abbandonare il campo di battaglia: "non e' assolutamente messa in discussione la permanenza nel gruppo. Non penso che la reazione sara' questa", spiega Alfredo D'Attorre. Il dado, pero', ormai e' tratto. Rosato liquida cosi' la vicenda: "Le sostituzioni dei componenti della minoranza Pd in commissione Affari costituzionali sono state gia' decise dall'assemblea del gruppo" della scorsa settimana, "non c'e' nessun'altra decisione da prendere". Sebbene Renzi tiri dritto, e l''escamotage' della sostituzione' metta al riparo il Pd da possibili 'incidenti' in commissione - dove la maggioranza Pd non aveva i numeri - il rischio 'imboscate' in Aula resta alto. L'incognita e' il voto segreto che, da regolamento della Camera, puo' essere richiesto in materia elettorale e potrebbe essere possibile anche in occasione del voto finale. Il delicato compito di valutare gli eventuali scrutini segreti spettera' alla presidente della Camera. Ma i 'pericoli' per il governo potrebbero sorgere anche qualora la minoranza Pd e le opposizioni facessero asse per cambiare parti sostanziali del testo dell'Italicum. In quel caso, i numeri potrebbero riservare brutte sorprese per governo e maggioranza. Tanto piu' ora che Forza Italia non e' piu' legata al patto del Nazareno e che Scelta civica, che ha gia' votato a favore dell'Italicum, ha avanzato la richiesta di modifiche. Per di piu', sono doversi i punti controversi che accomunano minoranza Pd e alcune forze di opposizione, come il numero dei capilista bloccati, la non possibilita' di apparentamento al ballottaggio, il premio di maggioranza.





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