Champions: Allegri "facile preparare il match con il Barca"
Massimiliano Allegri. (foto Agi) ndr. |
di Redazione
TORINO, 26 MAG. (AGI) - "La sfida con il Barcellona? Non e' una partita difficile come sembra da preparare. Anzi e' molto facile. Innanzitutto perche' e' la finale, poi perche' il Barcellona lo conosciamo: rispetto all'anno scorso hanno un palleggiatore in meno e quei tre davanti attaccano molto di piu' la profondita', con Suarez attaccante centrale". Cosi' il tecnico della Juventus, Massimiliano Allegri, nella sua intervista esclusiva a Tiki Taka, su Italia 1, parlando dell'imminente finale di Champions League contro il Barcellona.
L'allenatore bianconero, a caccia del triplete dopo la conquista di scudetto e Coppa Italia, ricorda anche i cori subiti al suo arrivo alla Juve: "Fa effetto risentirli adesso, ma sono stati un grande stimolo. A me piacciono le sfide, anche quelle impossibili perche' penso che nella vita non ci sia niente di impossibile. Sono arrivato qui con la consapevolezza che questo gruppo potesse fare ancora di piu', dal punto di vista del gioco e dei risultati, dello straordinario triennio con Conte". Parole al miele per tre dei suoi uomini di punta, Morata, Tevez e Buffon: "Alvaro e' un testone, ma diventera' un grandissimo giocatore. E' gia' grande, ma e' sulla strada per diventare grandissimo. Tevez ha raggiunto livelli straordinari, ma quello che mi impressionato di piu' di lui e' l'impatto caratteriale. Per Buffon, invece, sono finiti gli aggettivi. Ma tutto il gruppo e' stato straordinario. Le partite chiave? Le trasferte a Firenze, Dortmund e Napoli". Allegri svela anche di aver pensato a Cassano per la finestra di mercato di gennaio: "Con Antonio ogni tanto mi sento. Era il periodo in cui stava andando via Giovinco e noi stavamo riflettendo su chi ci poteva essere utile. E' vero, avevamo pensato a lui. Quando pensi a un giocatore di qualita', non puoi non pensare anche a Cassano".
Il Milan e' rimasto nel suo cuore: "Al di la' delle rivalita' sportive, devo riconoscere che ho passato tre anni e mezzo splendidi in rossonero, raggiungendo grandi risultati.
Rappresentano una parte importante della mia carriera, come Cagliari. Credo che l'anno prossimo tornera' a lottare per i primi tre posti, perche' si muovera' bene sul mercato e perche' la vittoria ce l'ha nel dna. Dovremo temere il ritorno del Milan. Se consiglierei a Ancelotti di andarci? Carlo e' talmente bravo e ha vinto talmente tanto che non ha bisogno dei miei consigli. Inzaghi? Lo stimo, allenare una grande squadra non e' facile. Per allenare un top club non bastano tecnica e tattica, quelli tutti la imparano, ma di sapere resistere alle grandi pressioni e avere grandi capacita' di gestione dell'aspetto psicologico". Su Pirlo: "La leggenda che dice che sono stato io a non volerlo al Milan mi fa sorridere, ma non voglio passare per matto. La verita' e' che lui sarebbe potuto rimanere un altro anno, al termine del quale sarebbero andati via i senatori, oltre a Ibra e Thiago Silva. Sarebbe rimasto orfano e allora ha fatto una scelta. Secondo me aveva bisogno di altre motivazioni, ma io non ho mai avuto alcun dubbio sulle qualita' di quello che e' un campione". Una battuta sullo striscione per l'Heysel ed i cori contro i napoletani: "Il ricordo dei tifosi e' stato bello e importante. Ero bambino ma ancora ho davanti agli occhi quelle scene strazianti. I cori? Bisogna ancora crescere da questo punto di vista, se vogliamo riavvicinare le famiglie e i bambini agli stadi. Invece questi atteggiamenti non fanno altro che allontanarli. Servono decisioni importanti e dure contro chi crea violenza". Infine, sull'argentino Dybala, destinato a vestire la maglia bianconera dalla prossima stagione: "E' un buon giocatore, ma deve imparare tanto ancora. Ad oggi, e' ancora del Palermo".
***Questo Spazio pubblicità è in vendita***
Nessun commento