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Caso Marò. Dagospia rivela la vergogna d’Italia

I due Marò (foto) ndr.
di Nico Baratta - Redazione di Foggia

ROMA, 11 LUG. - Potremmo dire che ha dell’eclatante quanto scoperto da portale web dagospia.com. In realtà è una verità celata, che molti italiani, e non, presupponevano. 
Stando a quanto rivela Dagospia, i nostri due Fucilieri di Marina, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, dovevano essere rimpatriati da molto tempo. Difatti il documento-verità a firma dell’allora Ministro di Grazia e Giustizia, Paola Severino, rivela che il ritorno dei due militari in terra d’India era anticostituzionale. Come riporta Dagospia “La Severino, insomma, si oppose con fierezza all'ipotesi di rispedire Girone e Latorre in India”. Ed invece, Niet! Non sa da fare, e a deciderlo fu il governo con a capo Monti. 

Di seguito si riporta fedelmente la parte più importante dell’articolo di Dagospia.

“La ricostruzione - Nel documento, Severino spiegava che "i rilevamenti satellitari provano che la nostra nave era in acque internazionali. Tutto quello che viene detto è basato su idee, ma la prova sullo svolgimento dei fatti, versione differente tra le due parti, ancora non c'è stata. La posizione dei due militari italiani è molto delicata". Severino argomentava, e spiegava di non avere dubbi: gli indiani, per lei, non avevano alcun diritto di tenersi i marò, tantomeno di processarli. Noi non dovevamo rimandarli in India. Eppure furono rispediti, eppure Latorre e Girone tornarono ostaggi. Perché? Semplice: per non rovinare i rapporti commerciali con l'India. Meglio sacrificare la libertà dei nostri marò piuttosto che qualche euro. Una scelta contro la quale si oppose non solo la Severino, ma anche l'allora ministro degli Esteri Giulio Terzi, che all'epoca si dimise per dissociarsi dalla decisione del governo”.



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