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Salvo Azzollini. Pd nella bufera, Serracchiani "si chiede scusa"

Il Sen. Azzollini. (foto Agi)ndr.

di Redazione

ROMA, 30 LUG. (AGI) - Il senatore non deve essere arrestato: Antonio Azzollini, esponente dell'Ndc, restera' al suo posto per decisione dei suoi colleghi che ieri hanno detto no alla richiesta della procura di Trani. Oggetto del contendere: il ruolo che avrebbe avuto nella faccenda del crack di una casa di cura di Bisceglie, la Divina Provvidenza. Questo l'esito della votazione, avvenuta quando mancavano pochi minuti a mezzogiorno: 189 contrari alla richiesta d'arresto, 97 a favore, 17 gli astenuti. Il Senato ha respinto, pronunciandosi con il voto segreto e dopo la liberta' di coscienza data dal Pd ai suoi senatori. Due circostanze - soprattutto la seconda - che non sono passate inosservate. La decisione dei dem e' stata interpretata fin dalla mattina come un invito molto larvato a cambiare atteggiamento rispetto a quanto annunciato all'indomani dell'arrivo a Roma dei documenti di Trani. Allora il Pd si era detto favorevole all'accoglimento della richiesta. Oggi, nel segreto dell'urna, e' lecito immaginare molti si siano pronunciati per il no, soprattutto in considerazione del fatto che il gruppo Ncd a Palazzo Madama ha consistenza numerica molto lontana da 189 senatori. "Francamente credo che ci dobbiamo anche un po' scusare, perche' credo che non abbiamo fatto una gran bella figura", ha detto la vice segretario del Pd Deborah Serracchiani: "C'e' stata una decisione presa da una commissione, i membri di quella commissione hanno indicato qual era secondo loro la strada da seguire, penso che in Aula si dovesse seguire quel percorso. Detto questo, sono convinta che i senatori, su un tema cosi' complesso, abbiano fatto una riflessione profonda, studiato le carte, abbiano ritenuto in coscienza di votare. Credo epro' che a volte ci siano delle opportunita' sulle quali una riflessione in piu' va sempre fatta", ha concluso Serracchiani. Fi, Lega e grillini hanno immediatamente sottolineato quello che vedono come un favore di Renzi ad Alfano, sempre piu' essenziale in un Senato dove la maggioranza appare anemica anche dopo le rassicurazioni di un Denis Verdini che stamane presentava il suo nuovo gruppo parlamentare, denominato Ala. "La legge non e' uguale per tutti. Azzollini salvato dal Pd", scrive su twitter Beppe Grillo. "Renzi e il Pd hanno calato le braghe per salvare le loro poltrone, che pena. Chi sbaglia paga, ma se serve alla sinistra non paga", fa eco Matteo Salvini da facebook. Conclude Renato Brunetta: "Proviamo pena e vergogna per il mercimonio di qualcosa di sacro come la liberta' di coscienza, esercitato dal Partito democratico non per garantismo ma per salvare il proprio governo".





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