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Cultura. Musei: arrivano nuovi direttori, 7 su 20 stranieri

La Galleria degli ufficzi. (foto Agi) ndr.

di Redazione

ROMA, 19 AGO. (AGI) - Arrivano i nuovi direttori nei ptincipali musei italiani, 7 su 20 sono stranieri. Il tedesco Schmidt va agli Uffizi e dieci sono le donne. Per il ministro dei Beni culturali Franceschini, il sistema museale volta pagina. Gli stranieri, tutti cittadini Ue, sono 7 (3 tedeschi, 2 austriaci, 1 britannico e 1 francese), gli italiani che tornano dall'estero sono 4 (Bagnoli, Gennari Santori e D'Agostino che rientrano dagli Stati Uniti e Degl'Innocenti dalla Francia). Per Franceschini "davvero con queste 20 nomine di cosi' grande levatura scientifica internazionale il sistema museale italiano volta pagina e recupera un ritardo di decenni", la Commissione presieduta da Paolo Baratta "ha fatto un grande lavoro e ha offerto al Direttore Generale dei Musei del Mibact, Ugo Soragni, e a me la possibilita' di scegliere in terne di assoluto valore". Il ministro sottolinea come si pongano "le basi per una modernizzazione del nostro sistema museale. I risultati di questo anno di nuove politiche di apertura dei musei italiani e l'investimento sulla valorizzazione dimostrano che grande contributo si puo' dare alla crescita del Paese". Ecco i venti nuovi direttori dei principali musei italiani: alla Galleria Borghese (Roma) Anna Coliva; alle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt; alla Galleria nazionale di arte moderna e contemporanea di Roma Cristiana Collu ; alle Gallerie dell'Accademia di Venezia Paola Marini; al Museo di Capodimonte (Napoli) Sylvain Bellenger; alla Pinacoteca di Brera (Milano) James Bradburne; alla Reggia di Caserta Mauro Felicori; alla Galleria dell'Accademia di Firenze Cecilie Hollberg; alla Galleria Estense (Modena) Martina Bagnoli; alle Gallerie nazionali di arte antica (Roma) Flaminia Gennari Santori; alla Galleria nazionale delle Marche (Urbino) Peter Aufreiter; alla Galleria nazionale dell'Umbria (Perugia) Marco Pierini; al Museo nazionale del Bargello (Firenze) Paola D'Agostino; al Museo archeologico nazionale di Napoli Paolo Giulierini; al Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria Carmelo Malacrino; al Museo archeologico nazionale di Taranto Eva Degl'Innocenti; al Parco archeologico di Paestum Gabriel Zuchtriegel; al Palazzo ducale di Mantova Peter Assmann; al palazzo reale di Genova Serena Bertolucci e al Polo Reale di Torino Enrica Pagella. Il critico d'arte e scrittore Achille Bonito Oliva promuove a pieni voti il metodo di selezione dei nuovi direttori dei principali musei italiani: "Per una volta si puo' dire che anche in Italia vince la meritocrazia. In particolare le nomine di Anna Coliva (alla Galleria Borghese, ndr) e di Cristiana Collu (Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea di Roma, ndr) sono il segno di una volonta' di rinnovamento, non solo generazionale, e al tempo stesso la cartina di tornasole di una serie di designazioni tutte di altissimo profilo. Non si puo' non lodare il grande lavoro fatto dalla commissione presieduta da Paolo Baratta". Sulla stessa lunghezza d'onda Adriano La Regina, archeologo, docente, per anni soprintendente alle antichita' di Roma: "E' un'apertura giustissima. Finalmente certi criteri vengono adottati anche da noi, viviamo in un mondo che non puo' vedere barriere nel campo della cultura: quello che vale per la musica, ad esempio, non puo' non valere anche per l'arte. E ritengo del tutto infondato il timore, paventato da qualcuno, che studiosi di altri Paesi non conoscano abbastanza la realta' italiana e quella dei nostri musei". Polemico, invece, il critico e storico dell'arte Vittorio Sgarbi, il quale sostiene: "Altro che svolta, quello di Franceschini e' un errore grave: non si umiliano cosi' i funzionari delle sovrintendenze E' solo un'operazione di immagine, si e' voluto aprire agli stranieri e guarda caso sette direttori su 20 sono stranieri, come pure e' sospetto che 10 siano uomini e 10 donne... Ma nomine di questo tipo e di questa importanza un ministro dei Beni culturali le fa in prima persona, assumendosene la responsabilita', non le affida a quattro commissari e al presidente della Biennale di Venezia".





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