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Economia. Borse volatili: prevale il nervosismo, listini europei in ribasso

Indici di borse europee. (foto Agi) ndr.

di Redazione

ROMA, 26 AGO. (AGI) - Dopo il rimbalzo di ieri, sui mercati torna a prevalere il nervosismo e la volatilita'. La mossa di Pechino di tagliare i tassi e ridurre le riserve obbligatorie delle banche, appare insufficiente a calmare le turbolenze finanziarie, come ha dimostrato ieri sera Wall Street, che in chiusura ha evaporato il rally iniziale, con un calo dell'1,3% del Dow Jones. La conferma e' venuta dall'Asia dove tutti si attendevano una riscossa dei listini, che e' riuscita solo a meta'. Tokyo e' rimbalzata a +3,2%, seguita dal +2,57% di Seul. Sembrava fatta, visto che Shanghai, pur procedendo in altalena, con alti e bassi mozzafiato dell'ordine dei tre punti percentuali, era orientata a chiudere col segno piu'. E invece nel finale proprio Shanghai e' scivolata, terminando con un deludente -1,3%, ai minimi da otto mesi e mezzo, seguita a ruota da Hong Kong a -1,52%. Proprio mentre Shanghai chiudeva in calo, le borse europee aprivano in negativo di oltre un punto percentuale, lasciando intendere che il 'rimbalzone' di ieri era stato solo temporaneo e che sui mercati continua a tirare aria di burrasca. A meta' giornata i listini del Vecchio Continente riducono le perdite, sulla scia dei positivi future di Wall Street e dopo che la Bce lancia l'allarme sull'inflazione troppo bassa, non escludendo nuove azioni, se necessario. Intanto l'euro s'infiamma sopra 1,15 dollari, per poi arretrare e il petrolio, dopo il rialzo di ieri si appiattisce, mantenendosi ben al di sotto di quota 40 dollari al barile. C'e' attesa per l'apertura di Wall Street, dove gli investitori, oltre alla Cina, guardano con crescente incertezza alle prossime mosse della Fed, ma hanno anche un bel po' di titoli a basso prezzo su cui fare shopping. Intanto il rialzo dei tassi Usa a settembre e' visto come sempre piu' improbabile, ma non e' ancora del tutto escluso, mentre alcuni grossi nomi dell'economia americana, come l'ex ministro del Tesoro Larry Summers e il capo del principale hedge fund del mondo, Ray Dalio, prevedono che, non solo la Fed non rialzera' i tassi, ma lanciano l'allarme deflazione e invitano la banca centrale Usa ad allentare i cordoni della borsa e a ritornare al quantitative easing.





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