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Estero. Strage a Bangkok: 22 morti Granata da un ponte sulla folla

Scene di panico a Bangkok. (foto Agi) ndr.

di Redazione

BANGKOK, 18 AGO. (AGI) - La giunta militare al potere in Thailandia ha iniziato a puntare il dito contro il movimento delle cosiddette 'camicie rosse', vicine agli ex premier della famiglia Shinawatra, quali responsabili del devastante attentato dinamitardo che ieri a Bangkok ha causato almeno 22 morti e 123 feriti. Non solo. Il capo della giunta, il generale e premier Prayuth Chan-ocha ha colto l'occasione per formare un nuovo governo. "Ho sottoposto i nomi (all'anziano e malato re Bhumibol Adulyadey, considerato una semi-divinita') e sto aspettando il placet reale", ha detto Prayuth senza fornire alcun dettaglio sui tempi e sui nomi del rimpasto. Prayuth Chan-ocha, che guido' il golpe del maggio 2014 dopo mesi di violente proteste di strada tra i sostenitori dei militari le "camicie gialle" e le "camicie rosse", ha dichiarato che e' stato identificato, grazie alle telecamere nell'area, il sospetto autore materiale della carneficina, l'uomo che ha materialmente piazzato l'ordigno. "Oggi abbiamo un sospetto che e' stato registrato dalle telecamere ma (l'immagine) non e' chiara", ha detto il generale aggiungendo che si ritiene che sia membro di "un movimento anti-governativo che a base nel nord est della Thailandia". Il riferimento - politicamente rilevante - e' alle cosiddette 'camicie rosse' (Fronte Unito per la Democrazia contro la Dittatura), considerate vicine alla famiglia dell'ex premier Thaksin Shinawatra e alla sorella, Yingluck, deposta il 7 maggio 2014 da una decisione della Corte Costituzionale. Gli Shinawatra sono considerata nemici dell'attuale giunta militare al potere. In precedenza il capo di Stato maggiore e vice ministro della Difesa, il generale Udomdej Sitabutr, ha escluso l'altra pista possibile, quella dei ribelli islamisti separatisti del sud, sostenendo che la dinamica dell'attentato non "corrisponde" a quelle abituali impiegate dai terroristi islamici. Pista estremamente concreta in Thailandia. Nelle tre province meridionali dal 2004 operano gruppi separatisti islamici che in 11 anni hanno ucciso 6.500 persone ma raramente al di fuori del loro territorio. Intanto e' salito ad almeno 22 morti e 123 feriti il bilancio delle vittime, tra cui 8 stranieri: 5 cinesi, 2 malesi e un filippino.





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