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Foggia. Per gli Angeli di Viale Giotto nessun rispetto

Foggia, Piazza Vittime di Viale Giotto (foto N. Baratta) ndr.
di Nico Baratta

FOGGIA, 16 AGO. - Non credevo che un giorno qualcuno e qualcosa si dimenticasse di un luogo tanto caro quanto ricordato. Piazza Vittime di Viale Giotto è un luogo sacro, di raccoglimento, a prescindere dalla fede o dal culto, che i foggiani da 15 anni, a breve 16, hanno rispettato, hanno preservato e accudito.Oggi, 16 agosto 2015, quella piazza è allo sbando. E dire che ogni giorno residenti, e non, mantenevano pulito il “Giardino della Memoria”, quel luogo dove un tempo c’era quel palazzo che l’11 novembre del 1999 si è accartocciato in soli 19 secondi, uccidendo nella notte 67 foggiani su 71 che stavano dormendo. In quel giardino “dormono per sempre” alcuni nostri concittadini, mai ritrovati. Non curarlo è come non aver memoria delle vittime, della tragedia, di chi si è adoperato con le nude mani e le unghie spezzate per salvare vite umane.
Da alcuni anni per quel luogo si è fatto molto. Ora, pare, che nessuno se ne occupi più. In quella piazza, da quanto mi è stato riferito da alcuni residenti –che ritengo corresponsabili dell’abbandono del luogo-, si bivacca. Le prove tangibili sono i rifiuti che giacciono inermi nel “Giardino della Memoria”, intorno al cippo e alla scultura. Forse sarà il periodo festivo che ha aumentato la sporcizia. Alcuni residenti mi dicono che quella spazzatura è da molti giorni che è li e chi dovrebbe pulire sono giorni che non si vedono.
La colpa sta nel mezzo, è di tutti noi. Non me ne vogliano i residenti, gli operatori ecologici, chi bivacca. Se scrivo questo è per sollecitarli a mantener pulito quel luogo, a rispettarlo, a ricordare che li si è consumato un sacrificio che ha segnato indelebilmente la nostra cara amata città di Foggia.
Ogni anno ho scritto per i nostri “Angeli di Viale Giotto” –come li ho definiti da quel tragico evento-, e ogni anno ricordo a tutti di visitare quel luogo, di pregare e al cospetto del cippo, di leggere i nomi delle vittime e riflettere di cosa noi umani siamo stati capaci, poiché la causa è umana, non naturale.




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