Molfetta (Ba). Gli M5S contrari alle condotte sottomarine
La Prima Cala. (foto P. Copertino.) ndr. |
Manifestazione alla “ Prima Cala”
di Paola Copertino
MOLFETTA (BA), 29 AGO. - Continua il tour del Movimento Cinque Stelle “ Giù le mani dal nostro mare” che ha fatto tappa sabato 29 agosto presso la Prima Cala di Molfetta. Alla manifestazione, finalizzata a difendere il nostro mare dagli attacchi petrolifere, dall’ inquinamento e a tutelarlo dalle aggressioni di ogni tipo, erano presenti i parlamentari Giuseppe Brescia e Francesco Cariello, Le consigliere regionali Antonella Laricchia e Viviana Guarini, oltre un folto numero di attivisti. Sul posto era stato montato un gazebo informativo e posizionati diversi striscioni per diffondere e far conoscere questa campagna ai bagnanti e ai cittadini. Il Movimento si sta impegnando contro le trivellazioni in Adriatico, per questo con questa campagna sta sensibilizzando in quattro regioni la popolazione a questi temi legati all’ ambiente e al mare in particolare. Per quanto concerne le trivellazioni, il movimento ha trovato l’ appoggio dell’amministrazione molfettese, mentre in merito alle condotte sottomarine, è emerso, durante l’ ultimo incontro di Agenda 2, tenutosi alla sede comunale di Lama Scotella, il dissenso del sindaco e assessore all’ ambiente di Molletta. Il M5S è infatti nettamente contrario alla realizzazione di un tubo sotterraneo che porterebbe i liquami a 2 km al largo nel mare, convogliando acque reflue provenienti da cinque città: Molfetta, Bisceglie, Corato, Ruvo e Terlizzi, che posseggono quattro impianti di depurazione mal funzionanti e più volte sequestrati. Verrebbero sversati nei nostri mari e sul suolo 40.000 metri cubi al giorno di acque reflue. Si spenderebbero per iniziare 20 mila euro per cementificare collettori sotterranei e condotte sottomarine. Gli esponenti del movimento considerano questo un crimine ecologico, economico e sociale contro il territorio e i cittadini. Chiedono di utilizzare i fondi europei per l’ adeguamento dei depuratori che scaricano sul suolo, in modo che le acque emesse dagli impianti possano scorrere depurate ed essere riutilizzate per l’ irrigazione in agricoltura, oltre che per servizi igienici ed attività industriali e che gli impianti che scaricano in mare siano dimensionati al numero di abitanti e controllati affinchè non inquinino le coste. Gli attivisti hanno avvicinato i bagnanti, sono poi salpati al largo con due barche recanti uno striscione e di seguito realizzato una catena umana, come hanno fatto nelle altre tappe del tour. Il mare non ha colore politico, è la risorsa più preziosa e unica che abbiamo e va’ difesa.
***Questo Spazio pubblicità è in vendita***
Nessun commento