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Roma: un fegato diviso in due salva bimbo di 1 anno e un 16enne

L'ospedale romano bambino Gesù. (foto agi) ndr.

di Redazione

ROMA, 28 AGO. (AGI) - Erano entrambi in lista per un trapianto di fegato, entrambi in condizioni critiche. Una bambina di 1 anno e un paziente piu' grande, di 16 anni, ricoverati ad agosto all'Ospedale Pediatrico Bambino Gesu' in attesa di un organo che tardava ad arrivare. Poi finalmente l'annuncio di un donatore disponibile, la corsa per il prelievo dell'organo e la decisione di operarli insieme, provando a utilizzare lo stesso fegato per i due bambini: "Una scelta rischiosa dettata dall'urgenza delle condizioni cliniche dei due pazienti, in competizione per uno stesso trapianto. I due piccoli pazienti stanno bene e usciranno probabilmente dall'Ospedale pediatrico della Santa Sede nei prossimi giorni. Ci siamo trovati davanti ad una situazione difficile - spiega il prof. Jean De Ville, direttore del dipartimento Chirurgico del Bambino Gesu' - ma anche un'opportunita' che capita raramente: poter utilizzare contemporaneamente lo stesso organo per 2 bambini ricoverati, offrendo ad entrambi una prospettiva di vita e di guarigione". Il paziente piu' grande, un ragazzo di 16 anni, era il primo in lista d'attesa, con una condizione clinica in progressivo deterioramento nutrizionale e scompenso della funzionalita' epatica. Era stato ricoverato in modo ricorrente negli ultimi mesi e necessitava ormai di un'assistenza continua ospedaliera. La paziente piu' piccola, di appena 1 anno, era inizialmente candidata al trapianto da donatore vivente - il suo papa' - ma si era manifestato invece un problema di compatibilita'. Visto il peggioramento della sua condizione clinica, in mancanza di un organo disponibile, era stato deciso di correre il rischio di una preparazione immunitaria specifica, per tentare il trapianto pur in presenza di un gruppo sanguigno diverso. Mentre la preparazione era sul punto di iniziare, e' arrivata notizia di un donatore. "La destinazione degli organi da trapiantare - spiega il prof. De Ville - segue un algoritmo nazionale dove la priorita' va sempre al paziente piu' ammalato. In questo caso i due bambini erano molto simili nella loro criticita' e la decisione di trapiantare uno lasciando aspettare l'altro era difficile da prendere. Fortunatamente, la loro differenza di peso e grandezza consentiva di utilizzare lo stesso fegato per entrambi e abbiamo cosi' potuto procedere con trapianto simultaneo da donatore cadavere".





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