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EXPO 2015. Foreste: patrimonio per un pianeta da difendere

Expo Milano. (foto) ndr.

di Donato Forenza 

MILANO 10 SETT. - Al convegno organizzato in occasione di Expo Milano 2015, al Mipaaf Lounge - Cardo Sud sono stati implementati importanti riferimenti recentemente emersi dai lavori afferenti alla sostenibilità forestale. In Italia le attività connesse alla filiera del legno (dalla produzione, alla trasformazione industriale in prodotti semilavorati e finiti, fino alla commercializzazione - mobili, impieghi strutturali, carta, cartone, pasta di cellulosa e legno per fini energetici) coinvolgono circa 80.000 imprese, per oltre 500.000 unità lavorative occupate. La filiera nazionale del legno, soprattutto grazie all'efficacia dell'industria del mobile, garantisce un saldo commerciale positivo: si tratta del secondo settore dell'industria manifatturiera italiana, con un volume di affari complessivo di oltre 30 miliardi di euro. Tale filiera risulta alquanto dipendente dall'estero per l'approvvigionamento della materia prima: oltre il 67% del fabbisogno nazionale viene coperto dalle importazioni (wood insecurity). Il tasso di prelievo dai boschi italiani, sia in termini di massa legnosa asportata rispetto all'incremento naturale dei soprassuoli forestali, sia nei confronti della massa legnosa asportata per unità di superficie forestale, è uno dei più bassi in Europa. E’ auspicabile un aumento dell'approvvigionamento di materiale legnoso nazionale con una maggiore produzione di legno. La gestione delle foreste deve conciliare la protezione dell'ambiente e i connessi benefici ecosistemici (prevenzione del dissesto idrogeologico, conservazione della biodiversità, salvaguardia del paesaggio, contrasto e mitigazione dei cambiamenti climatici, ecc.) con lo sviluppo socio-economico del territorio, in ottica multifunzionale che interpreta il bosco come un sistema biologico complesso, dove, ad esempio, anche i prodotti alimentari (castagne, funghi, tartufi, piccoli frutti, ecc.) hanno un ruolo importante. Esiste, dunque, un margine significativo per la valorizzazione delle risorse forestali nazionali; il connesso aumento delle possibilità occupazionali nel medio periodo può essere stimato, a livello nazionale, in almeno 35.000 nuovi posti di lavoro nel solo settore delle utilizzazioni legnose. La selvicoltura potrebbe rappresentare nel Paese un settore promettente della green economy, in grado anche di contribuire alla stabilizzazione delle popolazioni rurali e alla limitazione del consumo di suolo.







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