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Giustizia. Processo “La Fiorita”: «Non fu corruzione», Raffaele Fitto assolto in Appello

Raffaele Fitto. (foto) ndr.

di Vittorio Massaro 

BARI, 29 SETT. -  Dieci anni di fango per poi scoprire che, in fondo, è stata solo una inutile perdita di tempo e un grave spreco di soldi pubblici. Raffaele Fitto, ex governatore della Regione Puglia ed ex ministro della Repubblica, è stato assolto dalla Corte di Appello “perché il fatto non sussiste”. Fitto era accusato di corruzione nel cosiddetto “processo La Fiorita”. L'imputazione riguardava una presunta tangente da 500mila euro pagata dall'imprenditore romano Gianpaolo Angelucci sotto forma di finanziamento illecito al movimento fondato dall’ex Governatore “La Puglia prima di tutto”, in occasione delle elezioni regionali del 2005. Assolto anche lo stesso Angelucci, che fu arrestato. L'ex ministro è stato assolto pure da un’accusa di abuso d'ufficio, mentre è intervenuta la prescrizione per altri reati minori, compreso l’illecito finanziamento e altri due episodi di abuso d'ufficio. La vicenda giudiziaria riguarda l’appalto da 198 milioni di euro per la gestione di alcune Residenze sanitarie assistite (ben 11), vinto dalla società dell'imprenditore romano. L’importo della presunta tangente da 500mila euro che Angelucci – secondo l’accusa – avrebbe elargito a “La Puglia prima di tutto” era stato sequestrato dopo la condanna di primo grado e ora dovrà essere restituito al movimento. I giudici di secondo grado hanno infine revocato anche le confische di beni per 6 milioni di euro nei confronti delle società di Angelucci. In primo grado (febbraio 2013) il Tribunale di Bari aveva condannato Fitto a 4 anni di reclusione, mentre Angelucci era stato condannato a 3 anni e sei mesi.





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