Cronaca. Arrestata a Cerignola la banda delle “rapine con l’acqua”
CERIGNOLA (FG), 28 DIC. - “Avete
dell’acqua da bere?”:
questa era la frase con la quale i componenti, tutti di nazionalità rumena,
della cosiddetta banda delle “rapine con
l’acqua” si presentavano al cospetto della vittima prescelta appellandosi
al suo senso di umanità, sentimento che qualche istante dopo proprio gli
aguzzini dimostravano di non conoscere affatto ponendo in essere il loro
diabolico piano.
Nei giorni scorsi nelle campagne del
basso Tavoliere si è verificato un insolito fenomeno delinquenziale: le rapine
in campagna in danno di agricoltori con il metodo della falsa richiesta di
acqua da bere. Impegnata nei lavori in campagna, la vittima di turno
individuata dalla banda di malfattori, ingannata dall’iniziale ed
apparentemente innocente richiesta, abbassava il livello di attenzione nei
confronti dei suoi interlocutori mentre si prodigava per reperire dell’acqua potabile
per i suoi aguzzini che, in quel frangente, facevano scattare la trappola,
aggredendo con violenza l’agricoltore, ponendolo in una condizione di non
potersi difendere né tantomeno opporsi al grave fatto delittuoso e privandolo
di tutti gli oggetti di valore e/o di danaro nonché dell’autovettura.
Pressanti servizi di controllo delle
aree rurali e prolungate battute di ricerca per le campagne di Cerignola e dei comuni
limitrofi, anche con rastrellamenti a tappeto di intere contrade, hanno consentito
di individuare un furgone sospetto che si aggirava nelle campagne cerignolane.
I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Cerignola,
dunque, decidevano di procedere al controllo del furgone. Non appena consci
della presenza dei Carabinieri, i due occupanti del furgone cercavano di darsi
a precipitosa fuga a bordo del mezzo nelle campagne circostanti, ma venivano,
dopo un breve inseguimento, prontamente bloccati e tradotti in caserma per gli
accertamenti di rito. I due venivano identificati in PLAI Gheorghe, rumeno, classe ’76, e un minore, sempre di
nazionalità rumena. I due,
incensurati e senza fissa dimora in Italia, non riuscivano a giustificare in
maniera plausibile la loro presenza nel luogo ove erano stati bloccati né il
loro tentativo di sottrarsi al controllo di polizia.
Contestualmente, in agro di
Trinitapoli, sempre i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della
Compagnia Carabinieri di Cerignola individuavano e bloccavano, anche in questa
circostanza dopo un breve inseguimento a piedi, un altro soggetto rumeno, tale TURCU Mihai Marian, classe ’84,
incensurato. Lo stesso, poco prima del controllo, era stato notato mentre
chiedeva l’elemosina nei pressi di un supermercato. Alla luce della reazione
avuta e del tentativo di far perdere le proprie tracce, anch’egli veniva
tradotto in caserma per ulteriori accertamenti.
A seguito di un’approfondita attività
d’indagine, i tre soggetti rumeni venivano dichiarati in stato di fermo di
indiziato di delitto poiché gravemente sospettati di aver fatto parte della
banda che, diverse ore prima, nelle campagne di Cerignola, aveva rapinato un
agricoltore, dopo averlo imbavagliato ed immobilizzato.
In tale circostanza la vittima,
mentre era intenta ad effettuare dei lavori in campagna, era stata avvicinata
dai malfattori i quali avevano vinto l’iniziale diffidenza dell’agricoltore con
una ingenua richiesta di acqua potabile. Appena l’agricoltore si era distratto
per procurare ed offrire loro quanto chiesto, gli stessi lo avevano aggredito,
lo avevano costretto ad entrare nella sua abitazione, poco distante da luogo
della rapina, lo avevano imbavagliato e legato sul letto ed avevano asportato
diversi oggetti di valore, tra i quali una televisione, degli attrezzi da
lavoro ed un telefono cellulare, nonché l’autovettura, dandosi poi alla fuga.
La violenza e la tenacia criminale dei rapinatori era stata tale che persino il
minorenne aveva avuto parte attiva nel grave fatto delittuoso; egli, infatti,
si era occupato di tenere sotto controllo la vittima dell’azione delittuosa
imbavagliata e legata sul letto, mentre i correi si erano occupati di trafugare
tutto ciò che potevano.
Considerati gli inconfutabili
elementi di colpevolezza raccolti a carico dei rei, stante la gravità dei fatti
delittuosi commessi nonché il concreto pericolo di fuga, le competenti Autorità
Giudiziarie disponevano che i fermati fossero tradotti rispettivamente presso
il carcere di Foggia e nell’istituto penale per minorenni di Bari.
Sono
in corso indagini volte all’individuazione degli ulteriori complici dei tre
fermati.
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