Politica. Conservatori e Riformisti all'attacco di Emiliano sui dati dello studio "Sant'Anna" sulla Sanità pugliese
![]() |
Il gruppo regionale Conservatori e Riformisti |
BARI, 10 DIC. - «Lo studio Sant'Anna è uno strumento eccezionale per le scelte di programmazione e di organizzazione sanitaria, se letto ed interpretato nella maniera giusta». Così i consiglieri regionali del gruppo Conservatori e Riformisti intervengono in risposta alle «dichiarazioni roboanti del presidente Emiliano, nelle quali campeggia spesso l'idea di una sanità in via di miglioramento. Ma così non è - sottolineano nel corso di una conferenza stampa Ignazio Zullo (capogruppo), i consiglieri Saverio Congedo, Luigi Manca, Francesco Ventola, Renato Perrini e il deputato Benedetto Fucci – perché è possibile valutare un eventuale miglioramento nel raffronto tra una valutazione pre ed una valutazione post e noi siamo di fronte unicamente a una valutazione singola».
Secondo gli esponenti del gruppo Cor, «in questa fotografia dello studio Sant'Anna, attraverso la pesatura di ciascun indicatore analizzato per le distinte dimensioni di valutazione e attraverso la loro correlazione, vengono messe a nudo le forti criticità della sanità pugliese evidenziando con rigorosità scientifica un dato di realtà già percepito dalla collettività». Zullo ha sottolineato che «emerge dallo studio quello che già sappiamo: una sanità ospedalocentrica, peraltro poco efficiente. Una Regione incapace di potenziare la prevenzione, la promozione della salute, la presa in carico della cronicità e le cure domiciliari. In pratica una sanità non rispondente alle reali esigenze di una popolazione che invecchia e che va incontro a malattie croniche e degenerative. E' di tutta evidenza che in Puglia è inesistente la continuità ospedale-territorio intesa come efficacia delle attività sanitarie territoriali in termini di continuità assistenziale, appropriata gestione delle prestazioni specialistiche e di attivazione di percorsi diagnostici e terapeutici omogenei».
Il consigliere Manca ha aggiunto: «La negatività del servizio sanitario pugliese è avvertita dai cittadini-utenti in particolare per quello che riguarda il percorso dell'emergenza-urgenza 118, il percorso oncologico , il consumo dei farmaci oppiacei per il controllo del dolore (si tenga però presente che in Puglia non è stata realizzata la rete del dolore), i tassi di ospedalizzazione per chirurgia elettiva che però registrano un indice di performance di degenza media negativo, gli indici di performance di degenza media nei ricoveri medici e l'appropriatezza prescrittiva diagnostica (si deve riflettere su quanto hanno inciso le lunghe liste di attesa e il ricorso al privato a causa del superticket di 10 €.)».
Lo studio Sant'Anna, su 28 indicatori, ne evidenzia 10 nel rosso (performance molto scarsa), 9 nell'arancio performance scarsa), 3 nel giallo (performance media da migliorare), 6 nel verdino (performance buona) e zero indicatori nel verde (performance ottima ovvero punto di forza). «La Puglia non può permettersi di disattivare ulteriori posti letto – ha osservato Congedo - altrimenti non si assicurerebbe la risposta assistenziale e si incrementerebbe la mobilità passiva con perdita di quote nella ripartizione del Fondo Sanitario Nazionale a favore di altre Regioni».
La ricetta del gruppo Cor? Innanzitutto assicurare personale agli ospedali, incrementare le dotazioni strumentali in linea con l'innovazione tecnologica e garantire l'efficienza strutturale attraverso attività di manutenzione ordinaria e straordinaria. Gli ospedali vanno riorganizzati in maniera capillare sul territorio per bacini di utenza e all'interno del disegno globale della rete ospedaliera pubblico-privata accreditata è necessaria l'articolazione delle reti per patologia che integrano l'attività di emergenza-urgenza con l'attività ospedaliera per acuti e con le attività di riabilitazione intensiva post acuzie (rete infarto, rete ictus, rete traumatologica, rete neonatologica, dei punti nascita e pediatrica, rete delle medicine specialistiche, rete oncologica, rete trapiantologica, rete terapia del dolore e rete malattie rare).
Al fine di rendere ordinario il collegamento dell'ospedale con la medicina territoriale in ogni ASL va attivata una centrale della continuità o altra strutture equivalente che si dovrà occupare della dimissione protetta e della presa in carico post ricovero nonché della promozione della medicina di iniziativa per la gestione attiva della cronicità anche attraverso l'integrazione socio-sanitaria con i Comuni e della Farmacia dei servizi per il governo della spesa farmaceutica. Il budget non può più seguire la logica della base storica ma quella dei "costi standard". La valutazione intermedia (dopo i primi 18 mesi) e al termine dell'incarico del Direttore Generale deve essere puntuale, rigorosa ed effettuata da organismi indipendenti.
Per quanto riguarda l’acquisizione di personale: va assicurato il merito. «Basta idolatrare talenti senza talento ma con tessera di partito. Massima attenzione va posta alla selezione dei Direttori di Struttura complessa – hanno detto gli esponenti di Cor - Il Direttore Generale che sceglie male un Direttore di Struttura complessa deve andare a casa perché è enorme il danno alla collettività in termini di salute e di spesa inefficiente ed inefficace». (C. St.)
Nessun commento