Barletta (Bat). Abbattono ulivi secolari per ricavarne legna da ardere. Sette arresti
![]() |
Gli ulivi abbattuti |
di Redazione
BARLETTA (BT), 3 GEN. - Continua incessante l’impegno dei Carabinieri nel contrastare il fenomeno dei furti ai danni di proprietari terrieri e piccoli imprenditori agricoli.
Questa volta l’obiettivo dei predoni erano dei meravigliosi ulivi secolari.
L’altra mattina, infatti, i militari della Compagnia di Barletta hanno arrestato una “squadra” di sette ladri senza scrupoli di ulivi. Sono di età compresa tra i 20 e i 69 anni, tutti di Andria, tranne uno, di origini romene, accusati di furto aggravato in concorso, invasione di terreni e danneggiamento aggravato.
I Carabinieri, dopo una denuncia di furto di una sessantina di ulivi, secolari e non, presentata alcuni giorni addietro dal proprietario di un fondo agricolo, ubicato in contrada Crocifisso, hanno intensificato i controlli nella zona, sino a quando, l’altra mattina, hanno sorpreso i sette, all’interno dello stesso fondo agricolo, mentre facevano razzia di un’altra ventina di olivi, riducendoli in piccole porzioni da rivendere.
Sul posto, infatti, i militari hanno sequestrato cinque motoseghe, una Volkswagen Passat, una macchina operatrice semovente, un trattore agricolo con carrello ribaltabile, il tutto di proprietà di uno della “squadra”, nonché due asce e tre taniche di combustibile.
I sette individui arrestati, tra cui due fratelli, entrambi pregiudicati ed il figlio 20enne di uno di essi, incensurato, su disposizione della Procura della Repubblica di Trani, sono stati condotti in carcere.
La refurtiva, ormai utilizzabile solo come legna da ardere, è stata restituita al proprietario del terreno, che ha subito un danno stimato di circa 200 mila euro.
CASSANO DELLE MURGE (BA): ARRESTATO FRAPPAMPINA, IL QUINTO DESTINATARIO DEL PROVVEDIMENTO RESTRITTIVO, NELL’AMBITO DELL’OPERAZIONE “ATTILA”, CONDOTTA DAI CARABINIERI L’ULTIMO DELL’ANNO. ERA STATO GAMBIZZATO IL 13 NOVEMBRE SCORSO A BARI, CEGLIE DEL CAMPO
È finito a Cassano delle Murge la breve latitanza di Teodoro Frappampina, il macellaio 47enne pregiudicato barese, affiliato al clan Di Cosola, destinatario, insieme ad altri quattro soggetti, dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Bari, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nell’ambito dell’operazione “Attila” dei Carabinieri.
La notte del 31 dicembre, infatti, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Bari avevano arrestato per associazione di tipo mafioso armata, quattro elementi di spicco del pericoloso clan “Di Cosola”. I riscontri delle indagini, durate mesi, avevano dato corpo alle circostanze riferite dai collaboratori di giustizia, che avevano intrapreso tale scelta a seguito degli esiti dell’indagine “Pilastro”, condotta dai Carabinieri di Bari, che il 21 aprile 2015 avevano consentito di assicurare alla giustizia ben 64 affiliati ai “Di Cosola”, tra cui l’omonimo boss fondatore Antonio. Numerose armi, persino un bazooka (recuperate nelle campagne, lo scorso 21 ottobre) a disposizione degli arrestati, per una probabile guerra di mafia in città volta alla “presa del potere”, venivano sottratte alla disponibilità della consorteria dagli investigatori, scongiurando il compimento di altri gravi fatti di sangue in città .
L’operazione “Pilastro”, che durante la primavera scorsa aveva di fatto quasi annientato il clan Di Cosola, aveva creato le indispensabili premesse perché il boss dei boss, Antonio, decidesse di collaborare. Di qui altri pentimenti eccellenti a catena che avevano, nell’insieme, delineato un quadro dettagliato, puntigliosamente riscontrato dalle indagini dei Carabinieri relativamente agli elementi più pericolosi rimasti in libertà , in contrapposizione agli storici nemici, gli ”Strisciuglio”.
L’intendimento della Direzione Distrettuale Antimafia è stato proprio quello di estrapolare, attraverso i riscontri dei Carabinieri, quegli elementi a carico dei cinque arrestati, allo scopo di agire con la consueta tempestività per evitare il ritorno in auge dei “di Cosola”, disinnescando la violentissima lotta sorta al suo interno, per acquisirne la leadership ed il controllo criminale delle aree d’influenza in Bari e provincia.
In particolare, è stata documentata l’accesa contrapposizione scoppiata tra le varie articolazioni interne ai gruppi criminali. Lo scontro era già sfociato, nel decorso mese di novembre, in due gambizzazioni, una delle quali aveva registrato come vittima proprio il Frappampina.
I militari del Nucleo Investigativo, dal primo momento in cui hanno intuito che il Frappampina stesse tentando di rendersi irreperibile, non hanno perso tempo, nemmeno a Capodanno ed hanno letteralmente braccato il latitante, assicurando una costante pressione investigativa su tutto l’entourage del ricercato, focalizzando l’attenzione su alcuni movimenti sospetti proprio a Cassano delle Murge.
In particolare, sono stati i movimenti della moglie dello stesso ad attirare l’attenzione degli investigatori, i quali, nella tarda serata di Capodanno, notandola in compagnia di un soggetto trasportato a bordo di un’autovettura station wagon, hanno deciso d’intervenire bloccando il veicolo.
L’intuizione si è rivelata vincente quando il trasportato è stato identificato proprio nel Teodoro Frappampina, su cui pendeva il provvedimento restrittivo.
Per lui, che non ha opposto resistenza, si sono aperte le porte del carcere, come per gli altri quattro destinatari della misura, che lo hanno anticipato di sole 24ore.
GIOVINAZZO (BA): BLOCCATI DAI CARABINIERI PRIMA DI ASSALTARE UNA BANCA. UNO AVEVA LE MANI COSPARSE DI COLLA PER ELUDERE IL RILEVATORE IMPRONTE DELLA BANCA
Erano appena scesi da un furgone e pronti per assaltare una banca, quando sono stati messi in fuga dai Carabinieri, piombati proprio in quel momento, che li hanno poi arrestati.
È accaduto l’altro pomeriggio a Giovinazzo, dove i Carabinieri della Compagnia di Molfetta hanno arrestato due pregiudicati baresi, un sorvegliato speciale di 42 anni e un 48enne. I due sono accusati, in concorso, di tentata rapina aggravata, riciclaggio, porto di armi o oggetti atti ad offendere, mentre il solo sorvegliato dovrà rispondere anche della violazione degli obblighi imposti dalla misura a cui era sottoposto.
Durante un servizio di perlustrazione, finalizzato alla prevenzione e repressione di rapine e furti, una pattuglia dell’Arma ha notato due individui scendere da un furgone parcheggiato in via Fossato, a ridosso di un Istituto di credito sito nella vicina piazza Cesare Battisti, i quali, accortisi di loro, sono risaliti in tutta fretta sul mezzo, condotto da un complice e si sono dileguati per le vie adiacenti.
Si è così dato vita ad un pericoloso inseguimento per le vie del centro abitato, terminato dopo alcune centinaia di metri, quando il furgone, ormai tallonato dai militari, è stato abbandonato dagli occupanti, sparpagliatisi tra i vicoli del centro storico.
Le ricerche, proseguite ininterrottamente, hanno infatti permesso ai carabinieri di rintracciare ed arrestare due banditi, bloccati, appunto, nel centro storico, non prima di essersi sbarazzati, lungo il tragitto, di un coltello da cucina con lama in ceramica, tre cappellini con visiera e due paia di guanti.
Ulteriori accertamenti hanno permesso di scoprire che il sorvegliato, tra l’altro, è stato trovato con i palmi delle mani cosparsi di colla, proprio per aggirare il sistema di rilevamento di impronte papillari posto all’ingresso della banca, che avrebbero dovuto assalire e da cui, a colpo messo a segno, si sarebbero dovuti allontanare a bordo di una Citroen C3, di proprietà del 42enne, trovata parcheggiata alla periferia del paese.
Le verifiche eseguite sul conto del furgone hanno, inoltre, potuto stabilire che il mezzo era il provento di una rapina commessa a Giovinazzo agli inizi del mese e che le targhe apposte sullo stesso appartenevano ad un’Audi A6 rubata lo scorso mese di marzo a Bari.
I due rapinatori, su disposizione della Procura della Repubblica di Bari, sono stati trasferiti nel carcere di Bari.
Quanto, rinvenuto, invece, è stato sequestrato e verrà sottoposto ad accertamenti tecnici da parte della Sezione Investigazioni Scientifiche, allo scopo di individuare il complice riuscito a dileguarsi.
Nessun commento