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Calcio. Foggia diamo i numeri

Il gol di Lauriola a Siena. (foto com.) ndr.

di Mario Schena 

FOGGIA, 26 FEB. -  Il calcio non è una scienza esatta. Questa frase è stata spessissimo usata, ed a volte abusata, per comprendere successi e insuccessi delle compagini italiane e per giustificare soprattutto i periodi negativi. Il Foggia non fa eccezione. Ad Agosto Roberto de Zerbi, allenatore emergente, sul quale avevano già messo gli occhi squadre addirittura di categoria superiore, aveva definito la sua squadra una “Ferrari” pronta a vincere il campionato e a “doppiare” gli avversari. Ebbene la “Ferrari” dopo aver raggiunto due settimane fa la testa della classifica, anche per qualche passo falso delle avversarie, Casertana su tutte, piuttosto che solo per propri meriti, ha finito incredibilmente ed improvvisamente il carburante e la sua power-unit si è bloccata. Cosa è successo alla squadra con l’organico, definito da tutti gli esperti del settore, il più forte del Girone C di Lega Pro? A questa domanda può rispondere in modo dettagliato e documentato solo l’allenatore rossonero. De Zerbi sa benissimo cosa sta succedendo ai suoi ragazzi sia a livello fisico che mentale. Chi è al difuori delle mura dello spogliatoio può solo analizzare asetticamente, numeri alla mano, il calo che i rossoneri hanno accusato, e cercare di capire perché la squadra più forte del girone sta andando avanti a singhiozzo senza farcire di illazioni ed ipotesi del tutto personali una situazione già difficile. I numeri parlano chiaro, almeno loro. Il Foggia ha il miglior attacco e la migliore differenza reti. Ha in Iemmello il cannoniere del campionato. Non avesse subito tre gol a Lecce avrebbe ancora la migliore difesa del Campionato. Ha preso diciotto punti fuori casa contro i diciannove dell’Akragas che ha fatto meglio di tutti, due in più di Lecce e Benevento e tre in più della Casertana. Ha perso quattro partite, una in più di Lecce e Benevento. I guai vengono dal rendimento casalingo. Sono le partite disputate allo Zaccheria il punto debilitante della formazione rossonera. Ventitré punti raggranellati tra le mura amiche, ben sette in meno della capolista Benevento, quattro meno del Cosenza, due meno del Lecce ed uno in meno della Casertana. L’ultima vittoria interna del Foggia risale al tredici dicembre dell’anno scorso, quando i rossoneri si imposero, giocando una grande partita per due a zero con il Cosenza. Da allora il Foggia ha fatto bottino pieno solo in trasferta in quel di Martina Franca, Catanzaro e Melfi. Vittorie che hanno compensato in parte i pareggi con Juve Stabia, Paganese, Benevento e Matera. Troppi per una squadra che vuole vincere il Campionato. Restano undici gare fino alla fine della stagione regolare e per il Foggia il calendario in trasferta non è certamente dei più semplici. I rossoneri dovranno far visita a Fidelis Andria e Messina in due trasferte consecutive, Monopoli, Casertana, Cosenza, queste ultime due dirette concorrenti alla promozione in B e chiudere sul difficile campo della Juve Stabia. Più agevole dovrebbe essere, il condizionale è d’obbligo, il cammino casalingo dovendo il Foggia affrontare Ischia, Catania, Akragas e Martina Franca. Purtroppo le statistiche finali dei gironi di Lega Pro non fanno dormire sonni tranquilli. Nella passata stagione il girone A è stato vinto dal Novara con settantaquattro punti, il girone B dal Teramo con settantacinque e il girone C dalla Salernitana addirittura con ottanta punti. Il terzo posto, ultimo a garantire matematicamente la partecipazione ai play-off è stato occupato da Pavia, Reggiana e Matera rispettivamente con sessantotto, sessantacinque e settanta punti. Restano trentatré punti a disposizione, il che significa che il Foggia per arrivare a quota settantaquattro dovrebbe vincerle tutte. La speranza è che la quota promozione si sia abbassata vista l’altalena in vetta e la non predominanza assoluta delle squadre che occupano il vertice della graduatoria. Abbiamo dato i numeri, giusto per fare il punto della situazione da un punto di vista statistico, ma ribadiamo, il calcio non è una scienza esatta. Meno male.






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