Estero. Kerry, "in Siria la più grande catastrofe dalla Seconda Guerra mondiale"
![]() |
John Kerry |
di Redazione
ROMA, 2 FEB. (AGI) - In Siria "stiamo assistendo alla catastrofe più grande mai vista dalla Seconda Guerra mondiale". Lo ha affermato il segretario di Stato Usa John Kerry, alla conferenza dello 'small group', gruppo di 23 Paesi che partecipano alla coalizione anti-Isis. "Dobbiamo sostenere gli sforzi diplomatici in corso nei colloqui di pace a Ginevra", ha aggiunto Kerry, secondo il quale è importante ottenere dai negoziati in Svizzera un via libera agli aiuti umanitari". A Madaya, ha sottolineato il capo della diplomazia americana, "la gente muore di fame, mangia foglie e erba, e affamare la gente è una tattica di guerra, usata quotidianamente dalle forze di Assad".
Il mondo si aspetta di essere messo al sicuro da noi, ha continuato il Segretario di Stato Usa. "Sono fiducioso, distruggeremo Daesh, oggi dobbiamo parlare e pensare a come farlo piu' in fretta possibile".
La coalizione "sta facendo la differenza", ha sottolineato Kerry, ricordando che, con l'Afghanistan ha deciso di unirsi alla lotta e sono ora 66 i Paesi impegnati" nell'alleanza contro lo Stato Islamico. Ma, nonostante questo, ha aggiunto, "dobbiamo vedere ancora altri progressi. Il presidente Obama è stato chiaro quando ha detto che dobbiamo fare di piu'. Fare di più significa anche continuare la lotta per colpire le fonti di finanziamento del gruppo jihadista". Sul piano militare, Kerry ha sottolineato che da settembre del 2014, quando iniziò l'offensiva militare della coalizione, "abbiamo condotto oltre 10.000 raid aerei, che ci hanno permesso, in particolare dallo scorso maggio, di uccidere diversi leader jihadisti di alto e medio livello".
Per l'Alto Rappresentante per la Politica Estera Ue, Federica Mogherini, presente all'incontro presieduto dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni: "l'Isis non può essere sconfitto senza una soluzione politica al conflitto siriano", per questo è "necessario aumentare l'accesso umanitario", "focalizzarci sulle aree liberate" e sulla "lotta al terrorismo nella regione e in Europa", "senza dimenticarci della Libia". Per il capo della diplomazia europea, "non c'è possibile soluzione militare alla guerra in Siria: dopo anni di divisioni, c'è spazio per la speranza e una finestra di opportunità che non resterà aperta per sempre".
"Abbiamo fatto importanti progressi nella lotta all'Isis" ha affermato Paolo Gentiloni all'apertura dei lavori. La Coalizione "ha strappato al gruppo jihadista il 40% dei territori conquistato in Iraq e il 20% di quelli controllati in Siria". Ma, ha aggiunto Gentiloni, "non bisogna sottovalutare la minaccia: l'Isis resiste, bisogna migliorare il coordinamento e le sinergie e puntare anche alla distruzione delle finanze del gruppo".
Alla riunione di Roma, sono presenti anche i rappresentanti di altri 21 Paesi: Arabia Saudita, Australia, Bahrein, Belgio, Canada, Danimarca, Egitto, Emirati Arabi, Francia, Germania, Iraq, Giordania, Norvegia, Nuova Zelanda, Olanda, Gran Bretagna, Qatar, Spagna, Svezia, Turchia e Kuwait.
Nessun commento