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Estero. Libia, anche la Francia pronta a intervenire

Libia, anche Francia pronta a intervenire. (foto Agi) ndr.

di Redazione

ROMA, 26 APR. (AGI) - Il governo e fonti della Difesa hanno smentito che l'Italia sia pronta a inviare fino a 900 soldati per stabilizzare la Libia. Ma la crisi si fa sempre piu' 'calda'. Ieri il governo libico ha chiesto aiuto all'Onu e alla comunita' internazionale per proteggere i pozzi petroliferi da eventuali attacchi terroristici. E a stretto giro di posta dal vertice a cinque, ad Hannover (presenti Obama, Merkel, Renzi, Hollande e Cameron) e' arrivato il pieno sostegno al governo di riconciliazione nazionale: un pieno sostegno che permetterebbe, in una volta sola, di controllare il flusso di migranti, rintuzzare l'avanzata dell'Isis e gettare le basi per una stabilizzazione complessiva dell'area. Oggi la Francia ha annunciato di essere pronta a sostenere il governo di unita' nazionale per garantire la sua "sicurezza dei mari". Ma i cinque riuniti a Schloss Herrenhausen hanno ribadito che ogni iniziativa in Libia dovra' essere "espressamente richiesta dal governo". Tuttavia il premier Fayez al Serraj ancora non ha piena legittimazione politica perche' il 'via libera' del Parlamento di Tobruk. E ancora in queste ore l'inviato dell'Onu per la Libia, Martin Kobler, ha lanciato un nuovo ultimatum ai deputati. Al Serraj ha ricevuto una delegazione di ambasciatori europei arrivata a Tripoli e composta, tra gli altri, dall'inviato del governo italiano, Giorgio Starace. I tempi non sono infiniti, anche perche' il governo libico denuncia la vendita illegale di greggio. L'ambasciatore libico all'Onu, Ali al Dabbash, ha chiamato in causa la vicenda di una petroliera, la Distya Ameya, un "crude oil tanker" costruito nel 1995 e battente bandiera indiana, noleggiata da una compagnia emiratina il cui governo in passato ha sostenuto il generale Khalifa Haftar. La petroliera della capacita' di 650 mila barili di petrolio e' arrivata lunedi' al porto di Bengasi, roccaforte dell'Esercito libico fedele al generale Haftar, appoggiato dall'Egitto. La nave dovrebbe caricare il petrolio estratto dai giacimenti di Messla e Sarir, per portarlo verso Malta e consegnarlo alla compagnia Dsa Consultancy Fzc, registrata negli Emirati Arabi Uniti. L'ente petrolifero libico Noc ha definito "illegale" lavendita. Ieri al-Serraj ha anche chiesto alle Guardie petrolifere, le milizie comandate da Ibrahim Jadhran, di continuare a garantire la protezione dei terminal. Ma il giovane comandante e' rimasto ferito pochi giorni fa in un attacco lanciato dall'Isis contro un terminal petrolifero di Brega, nella Cirenaica. E l'Isis sarebbe gia' di nuovo in marcia: due convogli di uomini e jeep sono stati visti lasciare la citta' di Sirte, uno era diretto verso il sud; l'altro proprio verso i terminal della Mezzaluna petrolifera.





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