Politica. Inchiesta a Potenza, Guidi si dimette
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Il Ministro Guidi. (foto Agi) ndr. |
di Redazione
ROMA, 1 APR. (AGI) - Il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi si è dimesso dopo l'inchiesta in Basilicata. Lo ha fatto con una lettera al presidente del Consiglio Matteo Renzi, diffusa dal Mise. "Caro Matteo sono assolutamente certa della mia buona fede e della correttezza del mio operato. Credo tuttavia necessario, per una questione di opportunità politica, rassegnare le mie dimissioni da incarico di ministro. Sono stati - si legge nella lettera - due anni di splendido lavoro insieme. Continuerò come cittadina e come imprenditrice a lavorare per il bene del nostro meraviglioso Paese".
Dimissioni subito, prima di sera: stando a quanto riferiscono fonti del Partito Democratico, il presidente del consiglio Matteo Renzi ha preso la sua decisione sul ministro Guidi non appena la notizia dell'intercettazione che la riguardava ha attraversato l'oceano raggiungendo il premier a Boston. Non c'è stato, in realtà , bisogno di una moral suasion troppo decisa. Sull'opportunità di rimettere il mandato, ministro e premier si sono trovati subito d'accordo. Tanto che la risposta di Renzi alle dimissioni è stata conciliante e piena d'affetto: "Cara Federica, ho molto apprezzato il tuo lavoro di questi anni. Serio, deciso, competente. Rispetto la tua scelta personale, sofferta, dettata da ragioni di opportunità che condivido: procederò nei prossimi giorni a proporre il tuo successore al Capo dello Stato. Nel frattempo ti invio un grande abbraccio. Continueremo a lavorare insieme perche' l'Italia sia sempre più forte e solida. A presto, Matteo", ha scritto il premier.
Nel Pd intanto ci si interroga su quali possano essere le ripercussioni di questo nuovo caso all'interno del governo. "Indifendibile" è l'aggettivo più utilizzato nella maggioranza e nella minoranza dem. Non manca, al Nazareno, chi azzarda un confronto con quanto accaduto all'ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi, con lo scandalo del Rolex. Vicende diverse soprattutto perché, nel caso Guidi, è stata la diretta interessata a parlare subito di "opportunità politica" nel presentare le proprie dimissioni, senza attendere nemmeno i titoli dei Tg della sera. Il timore dei vertici del partito, a questo punto, è che questo nuovo caso all'interno del governo possa avere ricadute anche sul referendum sulle trivelle, facendo soffiare il vento in poppa al fronte del 'Si''. Una eventualità che preoccupa lo stato maggiore dem, impegnato a mettere il silenziatore anche sul referendum costituzionale per evitare che il troppo parlarne convincesse elettori riluttanti ad andare a votare anche il 17 marzo. Si apre a questo punto la partita per la sostituzione che, riferiscono fonti della maggioranza dem, sarà breve. In pole position ci sarebbe il sottosegretario Teresa Bellanova, ma anche Vasco Errani. E' l'ex sindacalista, comunque, ad essersi guadagnata un posto nella lista dei membri del governo piu' apprezzati dal premier. Lista in cima alla quale rimane Maria Elena Boschi: "non c'è alcuna possibilità che l'incendio divampato possa toccare anche il ministro delle riforme", sottolinea con decisone una fonte del Nazareno.
Le opposizioni subito dopo la notizia dell'intercettazione hanno chiesto le dimissioni dei ministri Guidi e Boschi. E a dimissioni avvenute, i capigruppo M5S alla Camera e al Senato, Michele Dell'Orco e Nunzia Catalfo, hanno sottolineato: "Grazie alla puntuale denuncia del M5S partita nel 2014, il ministro Guidi beccato con le mani nel petrolio affonda. Ora la seguano l'avallatrice dell'emendamento scandalo Maria Elena Boschi e Renzi. Questo governo fossile deve andare a casa". E ancora: "I cittadini il 17 aprile possono rispondere con il voto alle lobby del petrolio e i loro amici del governo Renzi votando sì al referendum contro le trivellazioni", concludono.
"Le dimissioni della ministra Guidi sono opportune e inevitabili, ma non chiudono la questione riaperta dalle intercettazioni dell'inchiesta di Potenza. Occorre un chiarimento piu' profondo e radicale sull'azione di un governo che su questioni-chiave, dalle banche alla politica energetica, appare segnato da pesanti conflitti di interesse e rapporti opachi con lobby affaristiche". Lo dichiarano Alfredo D'Attorre e Peppe De Cristofaro, membri del Comitato esecutivo di Sinistra Italiana.
Per la Lega parla Roberto Calderoli: "Dopo che si è 'spintanemente' dimessa l'ape operaia, Federica Guidi, ora aspettiamo le dimissioni dell'ape regina, Maria Elena Boschi, che, tra queste intercettazioni, il suo ruolo nel decreto 'salva Banche', il coinvolgimento del padre nel crac di Banca Etruria e il suo palese conflitto di interessi, ha colmato il vaso ed e' ora che se ne vada a casa". Riprende il vicepresidente leghista del Senato: "A questo punto il 'fuco' Matteo Renzi rientri immediatamente dagli Stati Uniti e salga subito al Colle a riferire al Presidente Mattarella rispetto ad un governo che sta cadendo a pezzi, pezzo per pezzo".
La cronaca
Arresti e perquisizioni hanno coinvolto politici locali e imprenditori in un'indagine sull'estrazione del petrolio e lo smaltimento di rifiuti in Val d'Agri.Tra questi c'è Gianluca Gemelli, commissario di Confindustria Siracusa e compagno del ministro delle Attività produttive.
Gemelli è indagato dalla Procura di Potenza per corruzione e traffico illecito di influenze. Per gli inquirenti, Gemelli avrebbe goduto in quest'ultimo caso, di una posizione di riguardo e di benevolenza nell'ambito dei rapporti commerciali con la società Total. Nell'ambito dell'inchiesta, è stato sottoposto agli arresti domiciliari dalla polizia di Stato un consigliere comunale del Pd di di Corleto Perticara (Potenza), giè sindaco dello stesso Comune e assessore alla Provincia di Potenza con delega all'Edilizia Scolastica e alla Pubblica Istruzione.I poliziotti della Squadra mobile di Potenza hanno inoltre notificato il divieto di dimora nel Comune di Corleto Perticara all'ex vicesindaco dello stesso Comune e il divieto di esercizio di attività imprenditoriale e di uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese per la durata di 6 mesi al titolare di una società a responsabilità limitata affidataria della gestione di una casa di riposo, e dell'amministratore di una società di Matera.
A coinvolgere il ministro Federica Guidi, un'intercettazione telefonica con il compagno. Intercettato anche il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo.
Questo filone di indagine riguarda più specificamente reati contro la pubblica amministrazione, da parte degli allora sindaco, vicesindaco, e di alcuni ex assessori ed ex consiglieri del Comune di Corleto Perticara a danno e in altri casi a vantaggio di vari imprenditori interessati al progetto per lo sfruttamento del giacimento petrolifero "Tempa Rossa", in fase di realizzazione nei territori dei Comuni di Corleto Perticara, Guardia Perticara e Gorgoglione. La tranche di indagini riguardante più in particolare il presunto traffico di rifiuti è stata sviluppata dai carabinieri del Nucleo Tutela Ambiente, che nelle province di Potenza, Roma, Chieti, Genova, Grosseto e Caltanissetta, hanno eseguito 5 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari emesse dal GIP del Tribunale di Potenza, nei confronti di funzionari e dipendenti dell'Eni del Centro Olio Val d'Agri di Viggiano (Potenza), e un divieto di dimora nei confronti di un dirigente regionale.
Eni prende atto dei provvedimenti adottati dall'autorità giudiziaria nell'ambito di uno dei due filoni di indagine condotti dalla Procura di Potenza sulle attività di produzione di idrocarburi in Val d'Agri. Il filone di indagine che coinvolge alcuni dipendenti Eni è relativo a tematiche ambientali legate all'attività produttiva del Centro Oli di Viggiano e ha comportato oggi l'esecuzione di misure cautelari nei confronti di alcuni dipendenti del centro e il sequestro di impianti funzionali all'attività produttiva dello stesso.
Eni, si legge in un comunicato, ha provveduto alla sospensione temporanea dei lavoratori oggetto dei provvedimenti cautelari e sta completando ulteriori verifiche interne. Per quanto riguarda l'attività produttiva in Val d'Agri, che al momento è sospesa (75.000 barili al giorno), Eni conferma, "sulla base di verifiche esterne commissionate dalla società stessa, il rispetto dei requisiti di legge e delle best practice internazionali". In tal senso Eni richiederà la disponibilità dei beni posti oggi sotto sequestro e continuerà ad interloquire con la magistratura, cosi' come avviene da tempo sul tema, assicurando la massima cooperazione.
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