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Bitonto (Ba). Denunciati in due per gestione illecita di rifiuti speciali non pericolosi [CRONACA DELLA P:S. ALL'INTERNO]

I cavi di rame sequestrati. (foto P.S.) ndr.

di Redazione

BARI, 27 MAG. (C. St.) - Martedì mattina, a Bitonto, la Polizia di Stato ha indagato in stato di libertà due persone, una donna di 44 anni ed un uomo di 33 anni, entrambi incensurati, ritenuti responsabili di gestione illecita di rifiuti speciali non pericolosi. Nell’ambito di specifici servizi finalizzati al contrasto dei furti di rame perpetrati a danno di reti ferroviarie, di energia elettrica e telecomunicazioni, personale del Compartimento di Polizia Ferroviaria di Bari, coadiuvato dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato, ha effettuato un controllo di Polizia all’interno di un rottamaio ubicato nel comune di Bitonto. Durante l’attività i poliziotti hanno rinvenuto 406 Kg di cavi di rame, detenuti illecitamente, in violazione delle norme vigenti in materia di gestione di rifiuti. Il materiale rinvenuto è stato sottoposto a sequestro ed i titolari dell’attività sono stati denunciati. 

Le banconote false sequestrate. (foto P.S.) ndr.
- Mercoledì mattina, a Bari, la Polizia di Stato ha denunciato due persone, un uomo di 22 anni, attualmente detenuto per altra causa presso la locale Casa Circondariale, ed una donna di 18 anni, entrambi con precedenti di Polizia, ritenuti responsabili di falsificazione di monete, spendita ed introduzione nello Stato di monete falsificate. Nell’ambito di rafforzati servizi di controllo del territorio tesi a contrastare il fenomeno di reati predatori e contro il patrimonio, dopo aver acquisito informazioni in merito alla presunta detenzione di merce rubata all’interno dell’appartamento ove risiedono entrambi gli indagati, ubicato a Bari in via Magg. F. Baracca, personale della Squadra Volante ha effettuato una perquisizione all’interno dell’abitazione dei due giovani. L’attività ha consentito ai poliziotti di rinvenire e sequestrare la somma di 1.820 euro, suddivise in banconote del taglio di 20 euro, risultate contraffatte. Le banconote erano celate all’interno della tasca di un giubbino, avvolte in due strati di carta e, in merito al possesso, la ragazza si è giustificata asserendo che si trattava del compenso ricevuto una decina di giorni fa, dal suo convivente, per la vendita di una motocicletta senza, tuttavia, fornire alcuna documentazione o informazione in merito al motociclo ed alla compravendita.





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