Cronaca. Foggia, il racket torna in strada. Bomba alla “Marvin” in Via Manerba
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Il punto dell'esplosione (foto) ndr. |
di Nico Baratta
FOGGIA, 20 MAG. - A quanto pare a Foggia presumibilmente riprende l’attività criminale legata al racket. Dopo una pausa durata qualche mese, dall’inizio di maggio sono due le attività commerciali che, ad oggi, hanno subito danni per incendio e deflagrazioni dolose.
Ieri, 18 maggio 2016, intorno alle ore 21:40, a Foggia in Via Manerba –zona Largo Pantanella-, un ordigno rudimentale, presumibilmente una bomba carta, è stata fatta esplodere sotto la saracinesca di un noto negozio di giocattoli. “Marvin” il nome dell’attività commerciale colpita. Un botto che ha fatto sobbalzare molti residenti presenti nelle loro abitazioni, ubicate sopra il negozio, molti dei quali si sono riversati in strada. Sul posto sono giunte unità dei Vigili del Fuoco del capoluogo dauno e pattuglie dell’Arma dei Carabinieri, i quali dopo aver messo in sicurezza l’area interessata, hanno provveduto a bonificarla e raccogliere le prime testimonianze. La deflagrazione ha causato danni rilevabili all’interno dell’esercizio commerciale, mandando in frantumi i vetri e diversi giocattoli. Immediatamente son stati interrogati i proprietari del negozio negando di aver ricevuto intimidazioni da parte del racket. Fortunatamente non sono stati accertati danni a persone e cose e alla struttura dello stabile.
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Il negozio in oggetto (foto) ndr. |
Purtroppo, come detto, la “Marvin” è il secondo negozio probabilmente sottoposto all’attenzione della mala locale, quella delle estorsioni. Difatti ad inizio mese un’altra attività foggiana ha subito ingenti danni per un incendio doloso. Stiamo parlando delle “Due Torri”, nota attività commerciale che produce prodotti dolciari prevalentemente di cioccolato. In quell’occasione gli inquirenti trovarono sul posto le tracce del dolo, ovvero la tanica contenente liquido infiammabile.
Foggia, a quanto pare, sta ritornando sotto la non più tacita pressione del racket che potrebbe aver aumentato richieste e “richiedenti”.
C’è da ribadire che nel capoluogo dauno molte son state le dimostrazioni anti racket e anti usura, con il diretto coinvolgimento di commercianti per volere delle istituzioni, delle associazioni, dei cittadini pro-legalità. Ma estirpare il cancro di tal sopruso pare non avere successo, allorquando chi deve denunciare latita a fronte anche di poche garanzie in materia di sicurezza. Convegni, sit-in, manifestazioni e cortei non sono la cura.
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