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Eventi. A Foggia si va “A cena con lo scrittore” …senza masticarne di letteratura

La locandina (foto) ndr.
di Redazione di Foggia

FOGGIA, 5 MAG. - Una rassegna letteraria fuori dagli schemi, in cui letteratura, cibo e convivialità si mescoleranno per dar vita a interessanti chiacchierate sui più disparati argomenti.

Dal 16 Maggio, ogni Lunedì, per quattro settimane, l’appuntamento è alle 20,00 da Fourquette – Cucina narrativa, in via le Orfane, 14 a Foggia, per stare seduti ad una tavolata sociale, per parlare di libri con i loro autori e assaggiare piatti cucinati tra le loro pagine. A conversare con gli autori ci sarà Mariablu Scaringella, presidente dell’Associazione Culturale Made in Blu. Padroni di casa del book-corner allestito per l'occasione saranno gli amici della libreria Kublai - Libri Cibi Incontri di Lucera, co-ideatori della rassegna.
Ad inaugurare il giro di danze ci sarà Simona Baldelli, di rientro dal Salone del libro di Torino, con il suo ultimo libro La vita a rovescio, ed. Giunti. La serata sarà in collaborazione con l’Arcigay Foggia Le Bigotte.
Roma, anno 1735. Né ricca, né bella, il volto sfigurato dal vaiolo, Caterina Vizzani ha quattordici anni e pensa di essere nata a rovescio: lei ama le donne. Il primo, grandissimo amore, è Margherita, figlia di un avvocato molto vicino al Papa. Un giorno la madre della ragazza le trova a letto assieme e Caterina è costretta a rifugiarsi a Viterbo, con una denuncia per sodomia e stregoneria che pende sulla sua testa. Come può sopravvivere una ragazza sola, senza denaro, poco più che analfabeta? Ah, pensa Caterina, se solo fossi un uomo. Perché se fosse maschio sarebbe libera, svincolata dalle assurde leggi che limitano le azioni di una donna, e potrebbe amare le femmine alla luce del sole. Se fosse un uomo, potrebbe finalmente aggiustare la propria vita a rovescio… È così che Caterina Vizzani si trasforma in Giovanni Bordoni. Vestendo panni maschili, trattando con nobili e prelati, ricoprendo ruoli di prestigio, Giovanni scopre un mondo a misura d’uomo e, forse, un nuovo modo di vivere l’amore. 
“La vita la rovescio è un inno alla diversità che diventa assolutamente normalità, come dovrebbe essere, è un inno al credere in se stesse e combattere per poter vivere quello che si sente senza la paura di essere giudicati, è un inno all’amore e alle donne, al cuore e all’affetto che dovrebbe venire prima di tutto, prima di qualsiasi obiezione, critica.” Sara Prian.

La rassegna prosegue il 23 Maggio con Alice Basso che, dopo il grande successo de L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome ritorna con Scrivere è un mestiere pericoloso, ugualmente edito da Garzanti.
Un gesto, una parola, un’espressione del viso. A Vani bastano piccoli particolari per capire una persona, per comprenderne il modo di pensare. Questa innata empatia è essenziale per il suo lavoro: Vani è una ghostwriter di una famosa casa editrice. Un mestiere che la costringe a rimanere nell'ombra. 
Questa volta deve creare un ricettario dalle memorie di un’anziana cuoca. Un’impresa più ardua del solito, quasi impossibile, perché Vani non sa un accidente di cucina, non ha mai preso in mano una padella e non ha la più pallida idea di cosa significhino termini come scalogno o topinambur. C’è una sola persona che può aiutarla: il commissario Berganza, una vecchia conoscenza con la passione per la cucina. Lui sa che Vani parla solo la lingua dei libri. Quella di Simenon, di Vázquez Montalbán, di Rex Stout e dei loro protagonisti amanti del buon cibo. E, tra un riferimento letterario e l’altro, le loro strambe lezioni diventano di giorno in giorno più intriganti. Ma la mente di Vani non è del tutto libera: che le piaccia o no, Riccardo, l’affascinante autore con cui ha avuto una rocambolesca relazione, continua a ripiombarle tra i piedi. 
Per fortuna una rivelazione inaspettata reclama la sua attenzione: la cuoca di cui sta raccogliendo le memorie confessa un delitto. Un delitto avvenuto anni prima in una delle famiglie più in vista di Torino. Berganza abbandona i fornelli per indagare e ha bisogno di Vani. Ha bisogno del suo dono che le permette di osservare le persone e scoprirne i segreti più nascosti. Eppure la strada che porta alla verità è lunga e tortuosa. A volte la vita assomiglia a un giallo. È piena di falsi indizi. Solo l’intuito di Vani può smascherarli. 

“Per chi legge solo per passione, trovare un personaggio a cui appassionarsi tanto da sentirne la mancanza è un piccolo (dis)piacere gratificante.” Elle.it

“Alice Basso seduce e cattura grazie a originalità e freschezza.” Silvana Mazzocchi

L’appuntamento del 30 Maggio, invece, è con il giovane ma talentuoso Cristò Chiapparino ed il suo romanzo La carne, ed. Intermezzi.

‘Nel mondo come era quando avevo otto anni tutti morivano, chi prima e chi dopo.
Adesso nessuno è sicuro neanche di questo.’
Settantadue anni fa tutto si è fermato: non c’è più niente di nuovo da assaggiare, niente da provare, si producono gli stessi modelli di elettrodomestici e la televisione trasmette gli stessi programmi.
Sono sempre di più quelli che escono di casa e si dispongono ordinatamente in fila davanti ai depositi della carne.
Nel mondo come è adesso un ottantenne ricorda il mondo come era, pensa a una storia che ha per protagonista un medico e osserva le vite dei suoi sosia.
“A gennaio è dunque uscito per Intermezzi La carne, libro sconcertante, a mezzo fra distopia e horror con in più un goccio di filosofia e di metafisica; un po’ come se George Orwell e Stephen King si mettessero a collaborare, con la partecipazione straordinaria di Søren Kierkegaard. Del resto l’immaginario di Cristò non è “italiano”, ammesso (e non concesso) che gli immaginari posseggano un’identità geografica.” Enrico Macioci.

A chiusura di rassegna, il 6 Giugno, un viaggio nel tempo e nella interculturalità grazie a Riso Fuorisede, ed. Kurumuny, scritto dalla giornalista al suo esordio da scrittrice Silvia Rizzello.
In una concezione circolare del tempo che è tutta africana, l’improvvisa dipartita di Thérèse è occasione di ritorni: di un viaggio emozionale a ritroso negli anni, fino ai primi Novanta, quando Bari è città di transito, frontiera, e fermento grazie ai fuorisede, diversi di origine straniera. In questo clima, la casa di Lilou, giovane ivoriana che lavora come cuoca alla mensa universitaria Fraccacreta, diventa porto di mare e accogliente ritrovo per molti di loro: «Dovevi cercare lavoro? Cenare dopo il Ramadan? Non sapevi dove dormire? C’era Lilou. Sempre Lilou. Per italiani e non di ogni dove». Qui, tra piatti fumanti di foutou e riz gras le conversazioni si allungano saltando dall’italiano al francese, alla lingua yacouba, dall’arabo al greco, al dialetto barese. Amalgama di un'umanità esule di variopinte identità “diversamente culturali”, è il riso, nutrimento del corpo e dell’anima: il riso nel suo duplice significato di alimento fondamentale di tanta parte dell’umanità, e di scatto liberatorio, che scardina i recinti della cosiddetta normalità e insegna “il gusto delle differenze, in questo gioco buffo che è la vita”.
Una rassegna colorata e intrigante, per mangiare cultura e parlare di cucina!

Per tutte le serate è necessaria la prenotazione, per info contattate Fourquette via Facebook o al 328 1237780.





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