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Economia. Tenute Rubino, per l'export vitigni autoctoni del Salento

Tenute Rubino, vitigni autoctoni. (foto Agi) ndr.

di Redazione

BRINDISI, 20 GIU. (AGI) - E' nel recupero dei vitigni salentini piu' rari, come il Susumaniello e il Bianco d'Alessano, il segreto dell'azienda vinicola Tenute Rubino di Brindisi. Un milione duecentomila bottiglie prodotte lo scorso anno, il 70% delle quali esportate all'estero, partnership commerciali in 29 Paesi e un lavoro continuo e minuzioso finalizzato all'espansione in mercati sempre nuovi. Svizzera, Svezia, Belgio, Danimarca, Olanda, Germania, Inghilterra, Irlanda, Stati Uniti, Canada sono i mercati esteri piu' consolidati per Tenute Rubino mentre negli ultimi anni e' in forte crescita la presenza dei vini dell'azienda in Brasile, Corea, Cina e Giappone. "Il nostro export - spiega Luigi Rubino, che guida l'azienda insieme alla moglie Romina- si basa su alcuni assunti molto semplici: programmazione, conoscenza effettiva dei mercati, interventi a sostegno dell'importatore per migliorare la conoscenza dei vini aziendali sui diversi canali sono gli elementi di distinzione che oggi Tenute Rubino cerca di affermare nel rapporto con i partner commerciali esteri, cercando un dialogo continuo col consumatore". La tenuta e' nata negli anni '80, per volere del capostipite Tommaso Rubino, che, tramite una serie di acquisizioni, in poco tempo mise insieme 500 ettari di vigneti. Oggi l'azienda si sviluppa in quattro tenute, dislocate su 275 ettari, e la cantina di Brindisi su una superficie di 8.000 mq. Quaranta sono i dipendenti fissi e sessanta quelli stagionali, prevalentemente donne, che tramandano l'abilita' nei lavori della vigna di madre in figlia. L'eta' media dei dipendenti e' 38 anni. La filosofia di fondo della famiglia Rubino e' basata sulla produzione dei vitigni autoctoni del Salento, come Primitivo e Negroamaro, ma anche sul recupero dei vitigni, rari, come il Susumaniello, diventato portabandiera della produzione aziendale, e in ultimo il Bianco d'Alessano, il Minutolo e l'Ottavianello con il progetto de "Le Riscoperte", presentato nel corso dell'ultimo Vinitaly. Sono dodici in totale le varieta' impiantate. Ventitre', invece, i vini prodotti, suddivisi in sei categorie: I Cru; Metodo Classico; Le Riscoperte; Gli innovativi; Le Selezioni; i Classici. La crescita economica dell'azienda vinicola nell'ultimo quinquennio e' stata costante e il trend sempre in segno positivo. "Nel 2015 Tenute Rubino ha registrato una crescita del 18% del fatturato rispetto all'anno precedente, e i primi mesi di questo 2016 confermano lo stato di grazia dell'azienda, che certificano il buon lavoro di squadra fatto dalla forza vendita e dalla grande sinergia era gli export manager e gli importatori. Stiamo lavorando bene - continua Luigi Rubino - il mercato ci segue, abbiamo ampliato il numero dei paesi serviti all'estero. L'Italia ci sta regalando grandi soddisfazioni con la Puglia e le citta' di Roma e Milano in netta crescita. Un segno positivo che riflette lo stato di buona salute del vino pugliese, anche in Italia, con la ripartenza dei consumi interni. Si beve sempre meglio e il consumatore, anche locale, non chiede piu' un prodotto indistinto ma un vino con specifiche caratteristiche che sia versatile nell'abbinamento con il cibo".





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