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Bari. Arrestati in due del clan "Di Cosola" per l'omicidio di Genchi Giovanni Battista

Due arresti a BAri per omicidio. (foto P.S.) ndr.

di Redazione

BARI, 29 LUG. (C. St.) - Nel tardo pomeriggio di ieri, a Bari, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Bari su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di ANTONACCI Giovanni di anni 38 e CARULLI Luigi di anni 34, ritenuti contigui al clan “Di Cosola”, responsabili dell’omicidio di GENCHI Giovanni Battista, classe ’74, e di porto e detenzione di armi da fuoco. Il pomeriggio del 5 luglio 2014, mentre si trovava poco distante dalla propria abitazione, nel quartiere Carbonara, la vittima venne attinta da 2 colpi d’arma da fuoco cal. 38, esplosi con un revolver da distanza ravvicinata; durante l’azione rimasero lievemente feriti due coniugi che transitavano in zona a bordo della propria autovettura. Genchi, in passato appartenente al clan “Stramaglia”, all’epoca contrapposto al clan “Di Cosola” per il controllo della gestione del traffico e della commercializzazione di sostanze stupefacenti e delle estorsioni, era stato coinvolto in alcuni scontri armati tra affiliati delle citate consorterie criminali; successivamente, dopo l’alleanza stretta tra i due clan, era confluito nel clan “Di Cosola” dove era stato affiliato con un “grado mafioso” elevato. Le indagini, avviate dalla Squadra Mobile della Questura di Bari, basate anche su un patrimonio informativo acquisito nel corso delle indagini nei confronti dei vertici del clan “Di Cosola” e supportate da attività tecniche e da recenti dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, hanno permesso di ricostruire la dinamica dell’agguato ed hanno documentato concreti elementi di responsabilità nei confronti degli arrestati, inseriti nello stesso contesto associativo della vittima, nonché, di individuare il movente dell’omicidio, riconducibile agli errori commessi nella gestione della commercializzazione delle sostanze stupefacenti ed ai comportamenti molesti tenuti dal Genchi nei confronti della sorella di una delle persone colpite dalla misura restrittiva.





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