Spazio pubblicità disponibile

Ultim'Ora

Economia. Brexit frena pil, allarme Fmi per banche e debito Italia

Brexit frena pil, allarme Fmi. (foto Agi) ndr.

di Redazione

ROMA, 20 LUG. (AGI) - Il Fondo monetario internazionale ha rivisto al rialzo le prospettive di crescita della zona euro nel 2016 ma ha tagliato le stime sul 2017 per effetto della Brexit. Nell'aggiornamento del World Economic Outlook, l'Fmi indica per Eurolandia una tasso di sviluppo dell'1,6% quest'anno contro l'1,5% stimato ad aprile, per la crescita più alta del previsto registrata nei primi 3 mesi dell'anno. Le stime sul 2017 sono state invece ridotte dello 0,2% a +1,4%. "Ritardi nell'affrontare eredità della crisi nel settore bancario - avverte il Fondo - continuano a porre rischi al ribasso sulle previsioni". Tra i principali Paesi dell'Eurozona, la crescita della Germania sarà più alta del previsto nel 2016 con un Pil in aumento dell'1,6% (+0,1% rispetto alle stime di aprile) mentre frenerà all'1,2% nel 2017 (-0,4% rispetto ad aprile). L'Fmi ha rivisto al rialzo dello 0,4% anche le stime sul Pil francese quest'anno al +1,5% mentre ha tagliato dello 0,1% a +1,2% quelle sul 2017. Sul fronte Italia, il Fondo lancia un monito: persistono vulnerabilità nel sistema bancario, sottolinea, invitando ad agire "velocemente e con decisione per garantire resistenza al sistema finanziario rispetto al protratto periodo di incertezza e turbolenza che potrebbe presentarsi". Lo shock della Brexit si somma "a questioni di eredità irrisolte nel sistema bancario europeo, soprattutto nelle banche italiane e portoghesi", evidenziano gli economisti di Washington, indicando il rischio di ripercussioni "serie" anche con un aumento delle difficoltà per le banche, soprattutto nelle economie più vulnerabili". Tornando allo scenario internazionale, la politica - avverte il Fondo - non deve accettare gli attuali bassi tassi di crescita come "un nuovo normale", dettato da fattori fuori portata. Lo sottolinea il direttore delle delle ricerche del Fondo, Maury Obstfeld. "I rischi - avverte Obstfeld - vanno al di là dei semplici costi economici legati alla discesa in una stagnazione persistente. Un contesto di bassa crescita aggraverebbe le tensioni sociali associate alla stagnazione dei salari nel lungo periodo, al cambiamento economico strutturale e minerebbe i programmi assistenziali". Secondo l'economista dell'Fmi, i leader politici dovrebbero agire per "rimettere in salute la classe media e offrire agli elettori la sensazione di una distribuzione più equa dei benefici della crescita economica", anche tenendo conto delle diverse classi di reddito, con interventi che favoriscano la coesione sociale mentre si promuove la crescita e la stabilità. "Efficienti pacchetti di politiche possono sfruttare sinergie tra i diversi strumenti - sottolinea l'istituzione di Washington - e le politiche possono rivelarsi più efficienti quando si è in grado di realizzare sinergie anche tra i diversi Paesi". Per quanto riguarda la Gran Bretagna il Fondo monetarioha rivisto al ribasso le stime sul Pil per quest'anno e per il 2017 a causa della Brexit. Gli economisti di Washington non escludono, nello scenario peggiore, anche il rischio di una recessione, se il processo di uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea "non avvenisse in modo tranquillo e gli accordi commerciali tornassero alle regole della Wto". Gli analisti dell'Fmi hanno tagliato le previsioni sul Pil del Regno Unito dello 0,2% all'1,7% nel 2016 e dello 0,9% all'1,3% nel 2017.





Nessun commento