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Estero. Libia, primi raid Usa contro l'Isis

I primi raid Usa contro l'Isis (foto Agi) ndr.

di Redazione

WASHINGTON (USA), 2 AGO. (AGI) - Roma - Gli Stati Uniti hanno cominciato a bombardare la Libia. E' la prima volta dalle operazioni militari che nel 2011 portarono alla caduta di Muammar Gheddafi. E' stato il governo di accordo nazionale libico a chiedere l'intervento. Come specificato quasi simultaneamente dal premier Fayez al Serraj e dal Pentagono. Tripoli, ha detto il primo "ha chiesto agli Stati Uniti sostegno diretto per condurre attacchi aerei contro lo Stato islamico a Sirte e nei dintorni della citta'". Si ' trattato di "interventi mirati contro la roccaforte di Isis in Libia", ha spiegato il portavoce della Difesa americana Peter Cook, annunciando che le operazioni "andranno avanti in linea con il nostro approccio di coordinamento con le forze locali".L'azione e' stata autorizzata da Barack Obama in qualita' di "commander in chief", che si e' attenuto alle raccomandazioni dei vertici del Pentagono. Da parte sua Serraj ha sottolineato che i raid sono stati effettuati in coordinamento con il suo governo e ha ribadito che non ci sono truppe straniere in Libia. Dichiarazione smentita dai fatti, vista la presenza accertata di forze speciali francesi: 3 commando di Parigi sono stati uccisi il 17 luglio scorso quando l'elicottero a boro del quale si trovavano venne abbattuto vicino a Bengasi. Serraj ha garantito che l'impegno degli americani sara' "limitato nel tempo e non andra' oltre Sirte ed i suoi sobborghi". L'operazione militare americana arriva dopo un raid che Washington stessa ha voluto si effettuasse sulla campagna intorno a Sabrata, fuori da Tripoli, e in cui persero probabilmente la vita il capo dell'Isis Noureddine Chouchane e altre decine di jihadisti. A novembre scorso un altro raid elimino' Abu Nabil, capo Isis conosciuto come Wissam Najm Abd Zayd al-Zubaydi. Una fonte del governo americano ha confermato che i soldati a stelle e strisce non partecipano a operazioni sul terreno mentre i radi hanno come obiettivo depositi di munizioni e armi di grosso calibro, blindati e nodi strategici di comando e controllo militare necessari allo Stato Islamico nella sua avanzata nel paese. 





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