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Renzi, "niente manovra-bis né aumento Iva"

Matteo Renzi. (foto Agi) ndr.

di Redazione

ROMA, 1 AGO. (AGI) - "Non ci sara' manovra aggiuntiva, ne' un aumento dell'Iva" in autunno: parola del premier Matteo Renzi. "Da tre anni conviviamo con il rischio di manovre correttive, ma posso dire con certezza che non ce ne sara' una per il 2016", ha assicurato il premier in un'intervista a Repubblica. "Purtroppo ci troviamo a fronteggiare questo meccanismo atroce delle clausole di salvaguardia perche' i governi Letta e Monti hanno disseminato di trappole le vecchie finanziarie", ha aggiunto, "ma seguiremo la linea gia' tenuta fin qui scongiurando un salasso da 15 miliardi, dunque - garantisce - l'Iva non aumentera'. E le tasse continueranno a scendere, perche' andremo avanti sul taglio dell'Ires" Il futuro referendum costituzionale mette in gioco il destino dell'Italia, non quello di Matteo renzi: lo ha detto il premier, intervistato da Repubblica, rispondendo a una domanda sul rischio di aver personalizzato l'esito referendario. "Personalizzare questo referendum contro di me e' il desiderio delle opposizioni, non il mio. Per questo ho gia' detto che il mio contributo sara' molto chiaro: parlare solo e soltanto di contenuti, tenendomi alla larga rigorosamente da tutti i temi del dopo", ha detto il premier. "Questo referendum riguarda il futuro del Paese piu' che il mio. Se vince il si', riduciamo il numero dei politici e le competenze delle regioni, se vince il no rimane tutto come adesso. Se vince il si' ci saranno governi piu' stabili e l'abolizione degli enti inutili come il Cnel, se vince il no rimane tutto come adesso. Sara' una bellissima campagna elettorale sui contenuti, non sulle paure". Nessun Paese e' immune dal rischio terrorismo, ma l'intelligence italiana svoLge uno sforzo "straordinario" e "il lavoro e' certosino e costante": cosi' il premier Matteo Renzi, a proposito dell'emergenza terrorismo e dei rischi che corre il Paese. "L'intelligence italiana svolge un lavoro straordinario. E insieme ai servizi voglio ringraziare le forze di polizia, i magistrati, il Viminale, tutto il sistema", ha osservato il presidente del Consiglio in un'intervista a Repubblica. "Nessun Paese e' a rischio zero, nemmeno noi. Ma il lavoro e' certosino e costante". "Dopo 41 anni penso di poter conoscere a sufficienza mio padre per dire che poche cose sono piu' lontane dal suo codice di condotta di una bancarotta fraudolenta": cosi' il premier, Matteo Renzi, all'indomani della decisione del Gip di genova di archiviare l'inchiesta per Tiziano Renzi, papa' del presidente del Consiglio, che era indagato nell'ambito dell'indagine sulla bancarotta della Chi Post. "Sono stato in silenzio, tuttavia, perche' era giusto e doveroso rispettare il lavoro dei magistrati. Dopo due anni anche i giudici di Genova la pensano cosi' e la cosa mi fa piacere", ha osservato, in un'intervista a Repubblica. "Nessuno ha mai fatto polemiche in questi due anni, non ha senso iniziare adesso. Mio padre adesso chiedera' i risarcimenti come e' legittimo che faccia, questioni sue. Il punto vero e' quello di cui ho discusso ieri sera a cena con i miei figli: io so che possono farmi lezioni in tanti, su tante cose. Ma sull'onesta' e sulla fedina penale non ho paura di confrontarmi con nessuno". "Non voglio che per le responsabilita' dei politici del passato, e dei banchieri del passato, paghino i cittadini di oggi": cosi' il premier Matteo Renzi all'indomani degli stress test dell'Eba. "Non e' un fatto di consenso, e' un fatto di giustizia. Paghi chi ha sbagliato, non la gente comune", ha aggiunto in un'intervista a Repubblica. Renzi ha ricordato che, con il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, "abbiamo agito all'unisono, incoraggiando una soluzione di mercato. La BCE e il Cda del Monte dei Paschi di Siena hanno fatto poi la scelta che hanno ritenuto piu' solida. A me interessa proteggere il correntista e il risparmiatore. Devono sapere che in Italia c'e' un governo che si occupa di loro, non delle poltrone dei consigli di amministrazione delle banche come accaduto troppo spesso in passato. Poi se le banche finalmente si ripuliscono dai deteriorati, beh, quella diventa oggettivamente la misura di crescita economica piu' forte perche' significa recuperare credito da dare ai piccoli imprenditori, agli artigiani, alle famiglie". .





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