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Estero. Annuncio Obama, porte aperte a 360.000 profughi in più

Barack Obama alla UE. (foto Agi) ndr.

di Redazione

NAZIONI UNITE (UE), 21 SETT. (AGI) - Accoglienza ai migranti e no ai populismi alla Trump e all'autoritarismo alla Putin: sono stati questi i due punti forti del discorso di Barack Obama all'Onu, il suo ultimo da presidente, e del vertice sui migranti svoltosi poche ore dopo al Palazzo di Vetro. "Le oltre 50 nazioni che partecipano al Summit sui rifugiati il prossimo anno raddoppieranno l'accoglienza dei profughi, arrivando ad aprire le porte a 360 mila persone", ha anunciato il titolare della Casa Bianca, elogiando fra gli altri Canada e Germania. "Dobbiamo ammettere che i rifugiati sono sintomo di un più ampio fallimento, di tensioni e persecuzioni. Ma come Stati Uniti siamo determinati a fare la nostra parte, aumentando il numero dei profughi reinsediati a 85 mila quest'anno, e 110 mila per il 2017. E ho organizzato questo vertice perchè tutti dobbiamo fare di più". In precedenza, dal podio della 71ma Assemblea generale, Obama aveva sferrato un attacco a Mosca: "In un mondo che si e' lasciato dietro l'eta' dell'impero, la Russia cerca di recuperare a gloria perduta attraverso la forza". Il presidente americano ha anche criticato l'idea di una barriera con il Messico avanzata da Donald Trump, ha lanciato un appello sul clima e un'esortazione a "correggere la globalizzazione". Il candidato repubblicano alla Casa Bianca e Vladimir Putin sono stati il suo bersaglio quando ha negato che il futuro sia degli "uomini forti": "La storia dimostra che agli uomini forti hanno davanti due strade: "la repressione permanente, che porta conflitti interni, oppure prendersela con nemici all'estero, il che può portare alla guerra". In una sorta di testamento politico, Obama ha elencato i "progressi" realizzati negli anni delle sue due presidenze, a partire dalla gestione della crisi finanziaria del 2008 su cui è stata evitata "un'ulteriore catastrofe" e riportata l'economia globale alla crescita. "Dobbiamo correggere la globalizzazione, ma no ai nazionalismi e ai populismi", ha sottolineato il presidente. "Un mondo in cui l'1% dell'umanità controlla una ricchezza pari al 99% non è uguaglianza", ha sottolineato, "capisco che è sempre esistito il divario tra ricchi e poveri" ma ora "si è acuito e le tecnologie permettono alle persone di avere una maggiore percezione delle ingiustizie". Poi la stoccata a Trump e all'idea di un muro anti-migranti: "Un Paese circondato dai muri imprigionerebbe sè stesso", ha avvertito. Sul tema dell'immigrazione,. il titolare della Casa Bianca ha anche chiesto che vengano aiutati di più "i rifugiati disperati a trovare una casa", pensando "a quello che faremmo se succedesse a noi, ai nostri figli". D'altra parte ha ammesso che spesso i "rifugiati devono fare di più per adeguarsi agli usi e costumi dei Paesi ospitanti". "Ci sono tante nazioni che stanno facendo la cosa giusta", ha osservato il presidente Usa, "ma molte nazioni, specialmente quelle benedette dalla loro ricchezza e dalla loro posizione geografica, devono fare di più", ha insistito, anche perche' "aiutare chi ha bisogno ci rende più sicuri". Un chiaro riferimento al fatto che povertà ignoranza ed emarginazione fanno il gioco del terrorismo e dei suoi reclutatori. L'altro appello forte Obama lo ha lanciato sull'ambiente per chiedere ai leader che ratifichino l'accordo di Parigi del dicembre scorso, che prevede la limitazione dell'innalzamento della temperatura a 1,5-2 gradi Celsius rispetto all'era preindustriale e una revisione degli obiettivi ogni cinque anni. "Se non agiamo con coraggio, il conto che ci verrà presentato lo sarà con migrazioni di massa, città sommerse dall'acqua, scorte alimentari decimate e disperazione", ha avvertito, "ci deve essere un senso di urgenza per fare entrare in vigore l'accordo e aiutare i Paesi poveri a rinunciare a forme distruttive di energia". Da Obama è venuto un no netto al razzismo e a "qualsiasi idea secondo cui esiste una superiorità etnica" e alle tentazioni autoritarie in molte parti del mondo. "Credo che la vera democrazia rimanga la migliore strada" da intraprendere, ha insistito, auspicando che si scelga di "andare avanti" Sul panorama internazionale, Obama ha attaccato i test nucleari della Corea del nord ("una landa desolata" rispetto al successo della Corea del Sud) e soprattutto la politica espansionistica di Vladimir Putin: "La Russia sta cercando di riguadagnare la gloria perduta tramite la forza", ha affermato il presidente americano, ma il mondo è troppo piccolo per far risorgere "le vecchie mentalità". "Lo abbiamo visto in Medio Oriente, dove i leader perseguitano gli oppositori politici o le minoranze e questo ha aiutato a far crescere l'Isis". In Siria bisogna "proseguire nel tentativo dei trovare una soluzione diplomatica" perchè "la diplomazia è la vera chiave per fermare la violenza", ha detto il presidente, citando l'esempio di Israele. "Non si può affermare la propria leadership sminuendo gli altri, Israele sa che non può occupare in via permanente la terra palestinese", ma i palestinesi devono rinunciare ad incitare alla violenza.





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