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Economia. Cosa significa un'Italia a bassa produttività

L'Italia a bassa produttività. (foto Agi) ndr.

di Redazione

ROMA, 2 NOV. (AGI) - In 10 anni, e cioè nel periodo 1995-2015, la produttività del lavoro è aumentata in Italia a un tasso medio annuo dello 0,3%. E' la fotografia scattata dall'Istat, secondo cui l'andamento è decisamente inferiore alla media Ue (+1,6%). Si tratta di una crescita decisamente inferiore alla media Ue (+1,6%). Tassi in linea con la media europea sono stati registrati per Germania (+1,5%), Francia (+1,6%) e Regno Unito (+1,5%). Per la Spagna, invece, il tasso di crescita è stato più basso (+0,6%) della media europea ma comunque più alto di quello dell'Italia. Nel nostro paese, l'aumento dello 0,3% risulta essere la sintesi di una crescita media dello 0,5% del valore aggiunto e dello 0,2% delle ore lavorate. Ma cos'è la produttività del lavoro? E cosa significa il dato? Agi lo ha chiesto a Nicola Borri, economista dell'Università Luiss - Guido Carli. 

COS'E' LA PRODUTTIVITA' DEL LAVORO 

La produttività del lavoro misura la quantità di cose che vengono prodotte in un Paese in un anno in rapporto al numero di ore. COSA SPIEGA IL DATO Tra i Paesi dell'Unione europea l'Italia è atata quella che tra il 1995 e il 2015 è cresciuta meno e che, poi, ha subito più pesantemente gli effetti della crisi economica. E in cui il Pil è sceso maggiormente. Le ore lavorate, invece, non sono diminuite di molto perché l'occupazione è scesa meno rispetto ad altri Paesi europei. Dopo un calo iniziale, nel periodo preso 2009-2013 la produttività italiana è tornata ad aumentare e il divario si è ridotto leggermente rispetto alla crescita registrata nell'Unione europea. 

CRESCITA ALLO 0,3%: UNA BRUTTA NOTIZIA 

Per Borri, il dato non è motivo di festeggiamenti: dimostra che in un periodo di tempo molto lungo, la produttività italiana è aumentata di pochissimo, ed è sostanzialmente piatta. Secondo l'economista la tendenza sorprende perchè in 20 anni sono state introdotte tecnologie che avrebbero dovuto aiutare la produzione. QUALI I MOTIVI Due sono i motivi che frenano la produttività italiana: arretratezza o insufficienza nell'introduzione di tecnologie e una specializzazione in settori (moda e turismo) meno trainanti di quelli tradizionali come la meccanica. COME 'RIMEDIARE' Secondo Borri bisognerebbe puntare, innanzitutto, a quei settori dell'economia in cui l'effetto della tecnologia è più evidente (meccanico, chimico, manifatturiero). E poi è necessario migliorare la qualità della forza lavoro attraverso una più idonea formazione tecnica e universitaria: tra i Paesi Ocse, l'Italia ha la percentuale piu' bassa di laureati nella fascia d'età 25-64 anni".





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