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Bari. 6 arresti della Polizia per i responsabili del tentato e del successivo omicidio di SIFANNO Donato del quartiere San Paolo

Bari. 6 arresti per l'omicidio di Sifanno Donato. (foto P.S.) ndr.

di Redazione

BARI, 7 GEN. (Comunicato St.) - Nelle prime ore di stamane, a Bari, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Bari su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 6 soggetti, di cui uno collaboratore di giustizia, ritenuti responsabili, a vario titolo, del tentato e del successivo omicidio di SIFANNO Donato cl.’78, avvenuto il 15 febbraio 2014, nel quartiere San Paolo di Bari, aggravato dalla circostanza di cui all’art. 7 della legge 203/91, nonché dei reati di porto e detenzione di armi da sparo, furto e rapina. Il provvedimento cautelare è stato eseguito nei confronti di: MISCEO Maria cl.’79, agli arresti domiciliari; PACE Francesco cl.’84, già detenuto; MICELLI Domenico cl.’74, già detenuto; FASANO Michele cl.’86, già detenuto; DE LAURO Giuseppe cl.’91, già detenuto Le indagini condotte dalla Squadra Mobile supportate da attività tecniche e dalle dichiarazione di un collaboratore di giustizia, hanno consentito di raccogliere elementi di responsabilità nei confronti degli arrestati che, in occasione degli agguati armati del 22 e 29 novembre e del 2 e 12 dicembre 2013, e successivamente dell’omicidio dello stesso Sifanno, hanno fornito supporto logistico, controllato e segnalato i movimenti della vittima, procurato e conservato le armi tra cui quella utilizzata per il grave fatto di sangue. L’esecuzione della misura cautelare rappresenta il seguito dell’operazione portata a termine il 17 febbraio dello scorso anno, nei confronti degli esecutori materiali e del mandante del grave fatto di sangue tra i quali MISCEO Giuseppe cl.’64, TELEGRAFO Arcangelo cl.’92, MASTROGIACOMO Francesco cl.’90 e ABBRESCIA Nicola cl.’84. 

L’omicidio di SIFANNO, appartenente al clan “MERCANTE”, contrapposto nella gestione e nel controllo delle attività illecite ai gruppi criminali “MISCEO” e “TELEGRAFO”, venne deciso in una riunione presso l’abitazione di Misceo Giuseppe anche a seguito dell’esplosione di colpi d’arma da fuoco, esplosi dalla vittima, contro l’abitazione dello stesso Misceo.





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