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'La Buona Politica' - Samsung: Prospettiva impeachment

Samsung: Prospettiva Impeachment. (foto com.) ndr.

di Cosimo Imbimbo 

BARI, 16 GEN. - Aria di disfatta o tintinnio di manette, anche ai vertici di colossi multinazionali si pesca in acque torbidamente inquinate o dannatamente compromesse con le alte sfere istituzionali. In Corea del Sud gli inquirenti che si stanno occupando del caso di tangenti e corruzione che ha portato all’impeachment della presidente, Park Geun-hye, hanno chiesto l’arresto di Lee Jae-yong, vicepresidente di Samsung Electonics e di fatto il capo di Samsung Group, la più grande azienda di tutto il paese. 
La notizia sta facendo discutere molto, soprattutto investitori e analisti, perché Lee si stava preparando da anni a ereditare la società di famiglia dal padre, Lee Kun-hee, che aveva lasciato Samsung nel 2008 per uno scandalo sulla gestione di alcuni fondi illeciti, tornando poi al controllo dell’azienda nel 2010: a causa di un attacco di cuore nel 2014 e di condizioni di salute piuttosto precarie, negli ultimi anni buona parte della gestione aziendale è già passata al figlio Lee Jae-yong, che ha 48 anni., E’ stato interrogato la settimana scorsa per 22 ore in merito al sospetto di corruzione. Si tratterebbe del primo manager ad essere arrestato nello scandalo che ha portato già alla destituzione della presidente sudcoreana, Una storia di corruzione a cui i magistrati vogliono porre fine cercando di catturare il rampollo di una delle famiglie più ricche della Corea del Sud. Il sistema di corruzione, secondo le autorità, funzionava in questa maniera. Lee Jae-yong avrebbe dato un certo tipo di vantaggi economici a Choi Soon-sil per un totale di circa 34 milioni di dollari. Dal canto suo, la Choi Soon-sil avrebbe usato la sua influenza verso il presidente del paese per spingere le aziende più influenti del paese a fare ingenti donazioni in cambio di favori politici. 
Gli inquirenti avrebbero in mano considerevoli prove che dimostrerebbero queste operazioni. Lee Jae-yong sarebbe accusato anche di appropriazione indebita e falsa testimonianza. Prima del rischio d’arresto di Lee le azioni Samsung avevano avuto un’impennata dovuta ai profitti ottenuti nel corso del quarto trimestre, che avevano registrato quasi un 50%di utili annui. Secondo i dati raccolti dall’agenzia Yonhap, Lee potrebbe aver stretto degli accordi con una società con sede in Germania, che sarebbe in qualche modo riconducibile a Choi Soon-sil. Le indagini sarebbero partite nel 2015 quando fu portata avanti una fusione di due aziende del gruppo Samsung, un’operazione non voluta dagli azionisti ma che Lee Jae-yong portò a termine grazie ad un fondo pensionistico che era il socio di maggioranza di Samsung C&T. Grazie a quest’operazione Lee Jae-yong si trovò praticamente in mano l’azienda detenendo le quote di maggioranza del gruppo, inoltre l'azienda pare che abbia pagato per far sì che il Servizio Nazionale delle Pensioni, controllato dal governo e azionista di una società del gruppo, approvasse la fusione per incorporazione di questa e un'altra controllata di Samsung. 
Lee ha ammesso ai pubblici ministeri che il gruppo aveva effettuato le transazioni a favore delle due fondazioni di Choi ma ha negato che le donazioni riguardassero l'approvazione della fusione. Non c’è che dire un bell'intrigo dai risvolti multimiliardari dove ancora non si ipotizzano i limiti di natura economica-politica che gravitano attorno a quest'infinita galassia produttiva.





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