Ambiente. Il 25 febbraio la manifestazione "Giustizia per Taranto"
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La grafica ufficiale della manifestazione. (foto com.) ndr. |
Taranto torna in
piazza per chiedere Giustizia!
di Luciano Manna
TARANTO,
17 FEB. - A pochi giorni dalla nuova udienza del processo "Ambiente
svenduto", che si terrà l'1 marzo, i cittadini di Taranto tornano a
manifestare in strada il 25 febbraio. Di seguito il documento pubblicato dai
cittadini promotori dell'evento che si incontrano in assemblee pubbliche
periodiche senza appartenenze associative o politiche, dove si elencano i
motivi della mobilitazione.
#GiustiziaPerTaranto
In attesa di conoscere gli esiti del processo
Ambiente Svenduto, le recenti richieste di patteggiamento avanzate dal gruppo
RIVA lasciano la popolazione estremamente preoccupata. Non è dato sapere,
difatti, se il denaro dei patteggiamenti sarà investito per interventi in
favore dello stabilimento siderurgico o se verrà destinato al territorio
tarantino. Quei soldi, pochi in verità rispetto ai danni causati, devono
essere destinati a Taranto, alla sua provincia ed ai suoi abitanti: non certo
usati per rendere appetibile la vendita dell’azienda. Parliamo di una provincia
che ha già pagato, paga e ancora pagherà con malattie e morti; di un
territorio che vede, tra l'altro, i propri prodotti alimentari guardati con
sospetto dal mercato e gran parte del suo patrimonio immobiliare, specie quello
vicino l'Ilva, fortemente deprezzato; di una Città che, in determinate
giornate di vento, è costretta a vivere in apnea!
Non possiamo tacere le nostre perplessità, non
più: Taranto merita un’attenzione diversa, più profonda, più umana. Abbiamo
perso fiducia nei confronti dei Governi, sempre attenti ad anteporre la
produzione dell’acciaio alla nostra salute! I diritti umani, pur sanciti nella
nostra Costituzione, qui sembrano non esistere: negli anni si sono susseguite
troppe leggi SALVA ILVA e nemmeno una Legge SALVA TARANTO!
Alla Magistratura, in cui abbiamo sempre avuto
fiducia, chiediamo di porre attenzione alle richieste di patteggiamento e,
soprattutto, alla destinazione del denaro che verrebbe recuperato. Quei soldi
devono essere utilizzati per Taranto, per le BONIFICHE e per il RISARCIMENTO
dei danni da questo territorio subiti. Quel denaro può costituire un primo
anticipo per i lavori di messa in sicurezza di emergenza della falda sotto i
parchi minerali: l'Ilva, da tempo, è obbligata a farlo ma continua a non
farlo. In assenza di certezze sulla destinazione per Taranto di quei denari,
QUEI PATTEGGIAMENTI VANNO RIGETTATI.
Al Governo chiediamo di pensare alla Provincia di
Taranto anche attraverso l’istituzione di un fondo che garantisca il
risarcimento dei danni; come ulteriore forma risarcitoria, pretendiamo la
totale esenzione dalle tasse e dai ticket sanitari. Al Governo chiediamo
ancora, e con forza, il FERMO IMMEDIATO DELLE FONTI INQUINANTI; chiediamo di
sapere e poter partecipare, come cittadini, alle decisioni che,
necessariamente, avranno ricaduta sulla nostra città e sulla nostra salute.
Noi non crediamo nell'ambientalizzazione dell'Ilva: l'acciaieria non potrà mai
essere compatibile con la vita dei tarantini, così a ridosso della città!
Fuori dall’Ilva c’è un territorio i cui diritti sono calpestati; al suo
interno avviene lo stesso, e non vi sono neppure certezze sul futuro di tutti i
lavoratori.
Occorre operare una profonda RICONVERSIONE economica
e sociale di Taranto che, a partire dalla chiusura delle fonti inquinanti,
porti alla bonifica del suo territorio, da affidare agli stessi operai della
fabbrica e dell’indotto. Per questo il Governo deve richiedere l’accesso ai
fondi europei per la globalizzazione previsti proprio per la riqualificazione
professionalmente degli operai, nonché il loro accompagnamento verso altre
forme di occupazione. Ciò consentirebbe di avere una manodopera altamente
specializzata da impiegare nelle nuove economie verdi in fortissimo sviluppo.
La nostra voglia di Giustizia per Taranto non si
ferma il 25 febbraio: ci poniamo l'obiettivo di riunirci periodicamente e di
continuare ad organizzare eventi di richiamo cittadino. Siamo stanchi e delusi:
ma vogliamo trasformare la nostra rabbia in attività concrete, perchè Taranto
merita rispetto. Ribadiamo la nostra apartiticità: siamo semplici cittadini,
ognuno con la sua idea ma tutti liberi da qualsiasi bandiera politica. Non
vogliamo neanche essere definiti ambientalisti: siamo solo cittadini che
chiedono le basi del vivere dignitoso e civile, il sacrosanto diritto alla
salute, il diritto a non doversi più ammalare o morire per colpa della
produzione di acciaio.
Il nostro obiettivo è racchiuso nelle parole della
dott.ssa Patrizia Todisco:“NON UN ALTRO BAMBINO, NON UN ALTRO ABITANTE DI
QUESTA SFORTUNATA CITTÀ, NON UN ALTRO LAVORATORE DELL’ILVA, ABBIA ANCORA AD
AMMALARSI O A MORIRE O AD ESSERE COMUNQUE ESPOSTO A TALI PERICOLI, A CAUSA
DELLE EMISSIONI TOSSICHE DEL SIDERURGICO”.
Fanpage www.facebook.com/giustiziapertaranto
Evento www.facebook.com/events/233411227068008/
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