Eventi. #GiustiziaPerTaranto il corteo ambientale più bello degli ultimi anni
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L'apertura del corteo (foto di Luciano Manna) |
A Taranto scendono in strada adulti e
bambini
di Luciano Manna
TARANTO,
27 FEB. -
La manifestazione "Giustizia per
Taranto" che ha percorso le strade del centro cittadino di Taranto la mattina del 25
febbraio 2017 ha cambiato in un certo modo le abitudini dei tarantini che di
strade e piazze ne hanno presidiate molte. Per onor di cronaca il quartiere
precursore delle manifestazioni tarantine mosse da tematiche ambientali è
indubbiamente il "Tamburi" che già scendeva in strada negli anni a
cavallo tra la fine degli anni novanta e i primi anni duemila quando ancora il
salotto della città e i suoi residenti erano assopiti in sogni "monoculturali" e quindi non percepivano l'incidenza reale dell'inquinamento dell'area industriale.
Lo
sapevano invece molto bene nel quartiere avamposto ed ultimo baluardo cittadino
prima dell'Ilva che arrivò con L'l'Italsider negli anni sessanta quando il
Tamburi aveva già saturato il suo piano edilizio alla fine degli anni cinquanta. A quei tempi un tale Peppino
Corisi insieme ad altre persone del comitato di quartiere già sfilava per quelle strade che solo dopo il 2012 sono diventate meta di pellegrinaggio delle troupe
televisive di tutto il mondo, ed anche di qualche tarantino. Anche se in molti
identificano il risveglio della città contro le critiche condizioni ambientali nella
poderosa manifestazione del 2008 c'è da rispolverare la cronaca dimenticata o
mai conosciuta da alcuni blogger, non certo dimenticata dai giornalisti
tarantini che oggi preferiscono ancora prender nota su un taccuino di carta. Dopo la storica manifestazione del 2008 tra le più importanti che si ricordano, e successivamente quella del 28 novembre 2009 giunta a piazza Garibaldi, si ricordano quella dell'agosto del 2012 proprio nel quartiere Tamburi, nello stesso anno quella del 15 dicembre identificata come la manifestazione della "Taranto Libera", seguita da quella che vide in strada tutti i medici il 7 aprile 2013, l'anno successivo la manifestazione del 6 aprile 2014 che collegò Statte e la zona industriale di Taranto, quella del 19 dicembre 2015 che dalla periferia del quartiere Solito arrivò nel borgo ed in ultimo la fiaccolata in ricordo dell'operaio Morricella il 30 giugno 2015 ancora nel quartiere Tamburi.
Lo
sa bene e non lo dimentica Sabrina Corisi, degna erede delle battaglie di Peppino, che qualche giorno fa ha testimoniato sul social con un
filmato del padre registrato su un vecchio nastro di una VHS che il quartiere dove è nata è stato il primo a scendere in strada per questioni ambientali. Lei, donna, moglie e
madre, è scesa anche questa volta in strada con tutta la sua famiglia, ma prima
di farlo ha mobilitato tutto il suo quartiere ed è riuscita a portare con lei
tante altre mamme con i loro figli. Pertanto oggi, prima di dire che il
quartiere Tamburi è il meno attivo della città sulla tematica ambiente dovremmo fare appello alla
cronaca e constatare che questa gente è stata "sfiancata" da un prezzo
alto pagato in termini di malattie e decessi e conseguente scontata demoralizzazione. Nonostante
questo, il messaggio di uno dei tanti cartelli portati in strada il 25 febbraio
dai residenti di quel quartiere è stato "Tamburi c'è!!!". Il Tamburi
c'era anche questa volta.
La
manifestazione "Giustizia per Taranto" è stata realizzata, anche
questo un aspetto positivo, in poco più di un mese con periodiche assemblee
pubbliche. Questo strumento di processo partecipativo ha fatto in modo che alla
consolidata esperienza delle associazioni ambientaliste si sia affiancata la
partecipazione ed il contributo pratico di tanti cittadini non appartenenti a
nessun comitato. Per gli organizzatori e portavoce era scontato, nel processo
condiviso e pubblico, la non appartenenza a partiti politici o sigle sindacali
con conseguente loro influenza. La maturità di questo nuovo soggetto che ha
iniziato a prendere vita sotto l'hashtag #GiustiziaperTaranto ha dimostrato che,
nonostante questa evidente autenticità civica, allo stesso tempo è banale e
retrogrado demonizzare "il politico" o il movimento civico attivo in
politica partitica locale, tanto che la manifestazione è stata spontaneamente poi partecipata
anche da soggetti politici noti come è giusto che sia in una qualsiasi
manifestazione pubblica che si muove con intenti chiari, e cioè il bene e la
tutela del territorio e della salute dei cittadini.
In
prossimità di una campagna elettorale che tra qualche mese deciderà il prossimo
sindaco e la nuova amministrazione del comune di Taranto questo risultato non
passa in secondo piano, anzi, è sinonimo di maturità, testimonia maturità
politica e attivismo civico.
E' anche vero che qualcuno ci ha provato a
accusare di influenza politica le assemblee pubbliche di "Giustizia per
Taranto". Non è bastato a qualcuno una conferenza stampa dove è stato
presentato il manifesto su cui le assemblee pubbliche hanno lavorato per gettare
le basi di questo processo civico:
"... ribadiamo la nostra apartiticità: siamo semplici cittadini, ognuno con la sua idea ma tutti liberi da qualsiasi bandiera politica. Non vogliamo neanche essere definiti ambientalisti: siamo solo cittadini che chiedono le basi del vivere dignitoso e civile, il sacrosanto diritto alla salute, il diritto a non doversi più ammalare o morire per colpa della produzione di acciaio...".
"... ribadiamo la nostra apartiticità: siamo semplici cittadini, ognuno con la sua idea ma tutti liberi da qualsiasi bandiera politica. Non vogliamo neanche essere definiti ambientalisti: siamo solo cittadini che chiedono le basi del vivere dignitoso e civile, il sacrosanto diritto alla salute, il diritto a non doversi più ammalare o morire per colpa della produzione di acciaio...".
Centinaia
di bambini e migliaia di persone si sono ritrovati in piazza Marconi dopo le
ore 9.00 di sabato. Anche questa partenza in un luogo inconsueto è stata decisa
per essere vicini alle tante persone ricoverate nell'adiacente struttura ospedaliera
del SS Annunziata. Appena partiti intorno alle 10.00 è arrivata anche la
pioggia che però non ha intimorito nessuno e fortunatamente, viste le
preannunciate previsioni meteorologiche, è cessata poco dopo. Tante le
associazioni che da altre regioni italiane hanno dato solidarietà alla
manifestazione, alcune anche presenti in corteo, in questo caso rappresentando
due punti estremi dell'Italia, infatti con i tarantini hanno sfilato i
triestini ed i siciliani del triangolo siracusano. Gli attivisti triestini ogni
giorno sui social condividono fotografie incredibilmente simili all'ambiente
tarantino data la presenza nel loro territorio della ferriera. Fumi neri,
slopping da cromature rosse, mentre i siciliani che convivono con una realtà
industriale caratterizzata dall'attività dei petrolchimici in
questa occasione hanno trovato il modo di denunciare l'influenza del
siderurgico tarantino.
Un
rappresentante del Comitato Stop Veleni Sicilia ha riportato a Taranto,
mostrandolo sul mezzo che apriva il corteo, un campione di polverino di
altoforno che nei mesi precedenti l'Ilva di Taranto aveva spedito nel porto di
Catania da dove successivamente raggiungeva Melilli per essere stoccato nella
discarica CISMA Ambiente. Un raid notturno degli attivisti siciliani bloccò i
camion ed alcuni attivisti prelevarono dei campioni di polverino dagli stessi
mezzi, successivamente, nel dicembre del 2016, lo stesso Ministro dell'Ambiente
Galletti dovette annunciare lo stop immediato di questi rifiuti dell'Ilva verso
la Sicilia.
Fondamentale, perché moralmente eccezionale, è stata la presenza nella manifestazione degli
studenti tarantini che con tamburi e balli hanno animato la testa del corteo insieme anche al gruppo dei bambini. La parte più giovane di questa
manifestazione è il futuro di questa città, possiamo quindi ben sperare perché
loro hanno dimostrato di avere le idee ben chiare e hanno dato dimostrazione di
essere decisamente determinati. Lo hanno dimostrato in piazza abbattendo una
ciminiera per poi danzare in cerchio intorno ad un arbusto di ulivo.
"Giustizia
per Taranto" è stata sostenuta da diversi personaggi dello spettacolo e
del mondo musicale: gli attori tarantini Anna Ferruzzo, Massimo Cimaglia e
Michele Riondino, Yvan Sagnet, Piero Pelù, Fiorella Mannoia, Mietta, Nandu Popu
dei Sud Sound System, Diodato, Don Palmiro Prisutto, Renato Accorinti, Pino
Aprile. Presenti anche in corteo altri artisti tarantini come Fido Guido,
Franco Cosa, Giorgio Consoli dei Leitmotiv. Sostegno anche dall'organizzazione
protagonista della Terza Rivoluzione Industriale, il Cetri-Tires con il suo
segretario Leonida Bombace ed Angelo Consoli (Direttore europeo dell'ufficio di
Jeremy Rifkin). C'è da registrare anche la presenza di alcuni gruppi scout
dell'Agesci: il TA 13, 15 e 18 con il responsabile della zona Taranto. La
presenza degli scouts nelle manifestazioni tarantine non è nuova, infatti fu
numerosa anche la loro presenza nella marcia del 6 aprile del 2014 che partì da
Statte. Con la loro presenza i capi ed educatori scouts dell'Agesci dimostrano
che il loro Patto Associativo sulle tematiche ambientali si concretizza in
azioni politiche che non rimangono sulla carta. Tante le adesioni anche da associazioni
di tutta Italia come quelle di Trieste, Augusta, Bagnoli, Salerno, Brindisi a
cui si sono aggiunte decine di associazioni locali. Non va dimenticata la consueta presenza, mai mancata in altre manifestazioni, dei frati francescani della chiesa di San Pasquale, la massiccia rappresentanza di associazioni sanitarie: medici, pediatri. In ultimo una rappresentanza della storica associazione Altamarea che è stata madre del fronte ambientalista e che oggi guarda soddisfatta l'apertura a ogni contributo civico che non richiede l'essere esperti del settore ambientale ma semplicemente tutori di diritti civili. E' la dimostrazione di una
reale condivisione di consapevolezza ambientale che offre motivo di scambio di
esperienze sulla tematica e che crea una rete attiva utile per educare
all'attivismo civico e alla cittadinanza scientifica che oggi riesce a
dimostrare alle istituzioni qual è il lato buono della politica e come queste deve passare in maniera semplice dalle parole ai fatti.
Il
processo civico "Giustizia per Taranto" che oggi si è espresso con
una manifestazione in strada, ma che ha già promesso di voler continuare a
lavorare con lo strumento delle assemblee pubbliche, è il frutto di coesione e
condivisione delle tante realtà associative tarantine.
Oggi
a Taranto è desueto sostenere che le associazioni litigano e prevalgono i
personalismi, queste affermazioni sono oramai un abusato luogo comune che non
trova più riscontri nella realtà. La realtà tarantina oggi ci narra un'altra
storia e se la Terza Rivoluzione Industriale è un concetto ancora oggi non
compreso da molti sul nostro territorio nazionale è normale che a Taranto qualcuno non abbia compreso la Terza
Rivoluzione Sociale, quella che non ammette oscurantismo associativo e che
getta basi solide sull'attivismo ambientale e civico per assicurare un progetto
concreto a Taranto.
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