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Musica. Un ciao per sempre al discografico pugliese Mimmo Cristiani

Il discografico Mimmo Cristiani. (foto com.) ndr.

di Ninni Di Lauro

BARI, 23 FEB. - Carissimo Mimmo, spero mi permetterai ricordarti così. Eravamo giovani, scanzonati e avevamo per la testa un chiodo fisso: l’amore per la musica, per l’arte e per lo spettacolo. Mettesti su una band “I MILORDS”. Tutti bravi orchestrali che pendevano dalle tue labbra sia per le selezioni musicali che per il ritmo che riuscivi a dare al gruppo. Ritmo, ripeto ritmo, che dietro la tua postazione centrale di batterista trasmettevi ai colleghi e agli ospiti delle tante serate eleganti. La nostra sincera amicizia vorrei sintetizzarla in un ricordo. Si era verso la metà degli anni 70. Entrambi meridionali cercavamo il successo. Ebbi la fortuna, da attore emigrante, di superare un provino che mi permise di interpretare il ruolo da protagonista nella sit-com Casablanca per la regia di Fosco Gaspari. (ndr il primo regista dell’edizione del Grande Fratello) Nella “Milano da bere” si era soliti passare pomeriggi interi in riunioni di lavoro con autori, scenografi, ballerini attori e tecnici. Si presentò un problema. Nessuno sapeva a chi affidare la sigla di apertura dello spettacolo. Tirai fuori dal giaccone imbottito una cartolina tua con Il tuo gruppo, I Milord, che piacque un po' a tutti. La tua faccia colpì il produttore. Non gli lasciai il tempo di pensare e ti chiamai a casa. Ti invitai a Milano nel teatro di posa e il mattino dopo, puntuale come un cronografo svizzero, mi raggiungesti, con la tua band, a bordo di un colorato e squinternato 238 fiat. Dopo aver viaggiato di notte con il classico “nebbiun” mettesti su una esibizione da favola che contribuì a rendere ancora più bello lo spettacolo che fu venduto a circuiti nazionali e internazionali. Il produttore Mario Sardella, in arte “emmesse” per ringraziarmi della scelta felice mi promise persino un aumento di paga. Devo ringraziarti anche per questo. All’epoca ne avevo un bisogno assoluto. La soubrette, Wanda Aschei, al ritmo del tuo sound diventava irrefrenabile. Il tuo sorriso trasmetteva voglia di vivere, motivo per cui non ti perdonerò mai questa improvvisa scomparsa. Le nostre uniche liti erano dovute al fatto che io ti presentavo come “percussionista” e tu pretendevi dicessi “batterista”. Per accontentarti coniai il termine batteriologo alias dottore della batteria…motivo per cui non mi salutasti per parecchio tempo. Mi piace ricordarti così, giovane, bravo, disponibile e scanzonato come pochi altri artisti. In seguito, meritatamente, diventasti talent scout, promoter, discografico e produttore di successo. Ma questa è tutta un’altra storia. Ne riparleremo quando ci ritroveremo…chissà dove. Con le lacrime agli occhi, ti abbraccio virtualmente e ti auguro buon viaggio amico di merende. 

Ninni Di Lauro





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