51° Vinitaly : i consumatori ricercano qualità e vitigni autoctoni, export ancora in crescita
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Vinitaly (foto A.Gigante) |
di Daniele Lo Cascio
VERONA. 10 APR. – Gli italiani comprano il vino
soprattutto nei supermercati: nel 2016 hanno acquistato sugli scaffali 500
milioni di litri, spendendo 1 miliardo e mezzo di euro. E il 60% di questi
acquisti è rappresentato dai vini con riferimento territoriale (Docg, Doc,
Igt), il comparto che cresce di più: + 2,7% nel 2016 e + 4,9% nel primo
bimestre 2017 (a volume). Si ricercano sempre più la qualità ed i legami col
territorio. Cantine e insegne della Grande distribuzione sono pronte a
migliorare la collaborazione per soddisfare questa domanda dei consumatori. E’
quanto emerso a Vinitaly nel corso della
13° tavola rotonda organizzata da Veronafiere sul tema del vino nella Grande
distribuzione in cui è stata presentata la ricerca dell’istituto IRI e una
relazione su Brexit e Vino di Alex Canneti, Direttore delle vendite off-trade
della Berkmann Wine Cellars di Londra. La ricerca dell’IRI, sui consumi di vino
nella Grande distribuzione, ha delineato i cambiamenti in atto nelle abitudini
dei consumatori. Diminuiscono gli acquisti dei bottiglioni da un litro e mezzo,
dei vini sfusi, delle damigiane, e dei brik, mentre la bottiglia da 75cl è
sempre più regina del mercato. I vini fermi sono più richiesti dei vini
frizzanti, che probabilmente risentono del boom degli spumanti (+7% nel 2016).
Crescono rapidamente anche i vini biologici, una proposta ancora di nicchia
nella Grande distribuzione. Cambiamenti influenzati anche dal graduale ricambio
generazionale e dal rinnovato interesse dei giovani per il vino.
Gli studi IRI
sul comportamento dei consumatori nella Grande distribuzione evidenziano che
l’86% di essi è propenso a sperimentare nuovi prodotti, si informa sulle novità
a scaffale, spesso sui siti web di settore (il 33%). Quanto agli scenari
internazionali da uno studio ISMEA emerge da qui al 2020 una crescita sia nella
produzione (+2,4%), sia soprattutto sui consumi mondiali di vino, per i quali
si annuncia un incremento complessivo del 4,3%, con punte in Cina, (+21,6%),
Russia (+6,1%) e Usa (5,7%). Tra i Paesi produttori, però è l’Italia a crescere di più, con un aumento
delle vendite in valore del 10% nel prossimo quadriennio, meglio di Francia e
Cile (+6,1%), Usa (+4,3%) e Spagna (+3,6%)». È la sintesi dello studio ISMEA Outlook
vino 2020 in cui, secondo il direttore generale di Ismea, Raffaele Borriello.
«Spicca l’incremento dei consumi
previsto in Cina, che raggiungerà così i livelli della Germania, mentre i
consumi interni del nostro Paese resteranno stabili (+0,9%) dopo i minimi
dell’ultimo quinquennio. Sul fronte del valore medio all’esportazione, che
rimane ancora basso rispetto alla Francia, c’è da sottolineare come l’Italia
sia cresciuta del 20% nel biennio 2014-2016 rispetto al 2011-2013, contro il
+9% del nostro principale competitor».
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L'interno degli stand (foto A.Gigante) |
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