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Teatro. A Bari, grande successo per Santo Genet, capolavoro di Armando Punzo

Una immagine dello spettacolo. (foto M.C.) ndr.

di Maria Caravella

BARI, 4 APR. - Nel programma del Teatro Pubblico pugliese 2017, un posto d'onore è sicuramente riservato al grande capolavoro di Armando Punzo,"Santo Genet", anch'esso realizzato con la Compagnia della Fortezza di Volterra. La pièce è una libera interpretazione drammaturgica di non facile comprensione, che si ispira a diverse opere dell’autore francese Già nel ’76, Strehler mise in scena il Balcon di Jean Genet, allora considerato un evento significativo in quanto unico testo di Genet affrontato dal regista, ma fortemente criticato anche dai suoi più accesi sostenitori. Santo Genet, lo spettacolo allestito da Armando Punzo nel carcere di Volterra non è altro che la riprova che un testo come questo non può essere imprigionato in rigidi schemi, ma necessita che si esprima attraverso una prorompente energia che può essere data solo da attori informali, fuori dagli schemi. Santo Genet è una drammaturgia complessa che si ispira a variegate opere dell’autore francese, alla maggior parte dei suoi testi teatrali e letterari, smembrati e poi riuniti in modo autonomo ed originale, presenti anche alcuni personaggi e brani del Balcon, che attirano l’attenzione del pubblico, visto che dopo Strehler nessuno l'aveva mai più realizzata. Punzo mette in atto i rituali del Teatro genettiano, dove ogni verità si trasforma nel suo contrario. La metamorfica si evidenzia di primo acchito nell’idea di trasformare l’insopportabile scenario carcerario di una severa fortezza medioevale in una eburnea visuale neoclassica, la gigantesca struttura di finto marmo bianco. Lo spettacolo comincia già nel Foyer del teatro, dove gli attori accolgono gli spettatori, fra statue, colonne, pietre tombali. Non è solo il prodigio di un’invenzione scenografica, è piuttosto la metafora di un’innata capacità del teatro di ribaltare i rapporti tra realtà e finzione, in qualche modo tra vita e morte, persino tra prigionia e libertà. Come dirà, uno dei personaggi «Se opponiamo la scena alla vita, è perché abbiamo il presentimento che la scena sia un luogo prossimo alla morte, dove ogni libertà è concessa». "Questo tema della duplicità, delle cose, dei valori morali, dell’esistenza stessa, che rappresenta il filo conduttore dell’intera messinscena, torna quasi enfatizzato nello spazio successivo in cui il pubblico, dopo avere attraversato una doppia fila di marinai con le magliette a righe, issati su piedestalli come statue viventi, è invitato a spostarsi, guidato da un’inquietante creatura androgina, interpretata dallo stesso Punzo, Lo spettacolo interattivo che ha coinvolto gli spettatoti della platea in danze e rituali simbolici è stato molto apprezzato, infatti il pubblico molto volentieri si è prestato in questo doppio ruolo. Una messinscena di grande lustro con musiche originali eseguite dal vivo e sound design Andrea Salvadori ; scene Alessandro Marzetti, Silvia Bertoni, Armando Punzo; costumi Emanuela Dall’Aglio; aiuto regia Laura Cleri; movimenti Pascale Piscina; video Lavinia Baroni; direzione tecnica Carlo Gattai, Fabio Giommarelli; light designer Andrea Berselli; suono Alessio Lombardi; assistente alla regia Alice Toccacieli; assistente alle scenografie Yuri Punzo; collaborazione drammaturgica Giacomo Trinci, Lidia Riviello; collaborazione artistica Manuela Capece, Davide Doro, Alessandro Fantechi, Adriana Follieri, Daniela Mangiacavallo, Pier Nello Manoni, Marco Mario Gino Eugenio Marzi, Debora Mattiello, Marta Panciera, Luisa Raimondi, Carolina Truzzi, Elena Turchi; con la partecipazione straordinaria di Isabella Brogi e del contraltista Maurizio Rippa; organizzazione generale Cinzia de Felice; coordinamento Domenico Netti; amministrazione Isabella Brogi; segreteria Giulia Bigazzi; attività formative Marzia Lulleri; curatrice Rossella Menna; social media partner Simone Pacini/fattiditeatro.it; foto di scena Stefano Vaja e gli attori della Compagnia della Fortezza Aniello Arena, Mohammad Arshad, Placido Calogero, Rosario Campana, Eva Cherici, Gillo Conti Bernini, Nicola Esposito, Pasquale Florio, Ibrahima Kandji, Carmelo Dino Lentinello, Danilo Schina, Francesca Tisano, Alessandro Ventriglia, Giuseppe Venuto, Qin Hai Weng e con Antonino Mammino (sempre con noi!); e con i giovanissimi Amelia Brunetti, Gregorio Mariottini, Andrea Taddeus Punzo de Felice, Tommaso Vaja, ovviamente drammaturgia e regia Armando Punzo. E' da ritenersi sicuramente un evento straordinario, di grande aspettativa, che ha piacevolmente coinvolto il politeama barese in un turbine di emozioni. Armando Punzo è riuscito a ricostruire, e perfino ad amplificare gli ambienti del Teatro Petruzzelli, riuscendo a creare quella straordinaria atmosfera di incantesimo, espansione e stupore che fanno del teatro una specie di tempio in cui ricreare "il funerale del reale e il rito di nascita del possibile".





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