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Faida di Platì (Rc). Carabinieri fermano 5 persone indagate di omicidio [VIDEO]

5 indagsti per omicidio a Paltì. (foto cc.) ndr.

di Redazione

LOCRIDE (RC), 25 MAG. (Comunicato St.) -  Su disposizione della Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia - di Reggio Calabria, i Carabinieri del R.O.S., del Comando Provinciale di Reggio Calabria e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria, hanno eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti di BARBARO Rosario1, TRIMBOLI Saverio2, MARANDO Rosario3, POLITO Bruno4 e TRIMBOLI Domenico5, ritenuti a vario titolo responsabili di una serie di omicidi con l’aggravante del metodo mafioso, commessi nel corso di una faida tra le famiglie MARANDO e TRIMBOLI, che insanguinò Platì tra la fine degli anni 90 e i primi anni 2000, con l’uccisione di 5 persone. Il decreto di fermo è stato emesso a conclusione di complesse indagini del R.O.S. svolte con l’ausilio della Stazione CC di Platì e dei Cacciatori di Calabria che hanno consentito di riscontrare come MARANDO Pasquale6, capo dell’omonima ‘ndrina attiva tra Platì ed il Piemonte, irreperibile dal 2002, fu vittima di omicidio con occultamento del cadavere, commesso nel gennaio di quell’anno da esponenti della famiglia TRIMBOLI che agirono con l’autorizzazione di BARBARO Rosario, capo della locale di ‘ndrangheta di Platì, quest’ultimo imparentato con i TRIMBOLI e animato dall’intento di ridimensionare i MARANDO, che insidiavano la sua leadership sul territorio. Il fatto di sangue fu atto finale della violenta faida scatenatasi nell’ambito della cosca MARANDO - TRIMBOLI a seguito di contrasti inerenti la gestione e la spartizione dei proventi del traffico internazionale di droga che avevano portato i MARANDO a colpire duramente i TRIMBOLI per riaffermare la loro supremazia nell’ambito del sodalizio mafioso. 
Lo scontro fu interrotto a seguito dell’intervento del Crimine e l’omicidio di Pasquale MARANDO portò ad un nuovo equilibrio nei rapporti di forza tra le cosche di Platì, rafforzando i BARBARO. Le indagini del R.O.S. hanno consentito di fare luce su un omicidio e quattro casi di lupara bianca, maturati nell’ambito della faida. Il primo episodio delittuoso risale al gennaio del 1997, quando ignoti assassinarono a colpi di pistola VIRGARA Ferdinando7. Le attuali indagini hanno fatto emergere come l’uomo fu ucciso da MARANDO Pasquale, TRIMBOLI Rosario8 e TRIMBOLI Antonio Giuseppe9, tutti successivamente deceduti, ed altre persone non identificate. L’omicidio fu deciso da MARANDO Pasquale, convinto dai fratelli TRIMBOLI del fatto che il VIRGARA avesse partecipato all’assassinio del fratello, MARANDO Francesco10, avvenuto in Piemonte alcuni mesi prima. Seguirono tre casi di lupara bianca con la scomparsa dei già citati TRIMBOLI Antonio Giuseppe, nel luglio 2001, e TRIMBOLI Rosario il quale fu ucciso insieme a TRIMBOLI Saverio11 nel novembre dello stesso anno; i loro corpi non sono mai stati ritrovati. Le indagini hanno accertato che l’uccisione dei tre TRIMBOLI fu decisa e attuata da MARANDO Pasquale per ribadire la sua supremazia sulla cosca TRIMBOLI, per contrasti sulla gestione e spartizione dei narco-proventi e perché il MARANDO si era convinto che i TRIMBOLI lo avessero volutamente indotto in errore, accusando falsamente VIRGARA Ferdinando di responsabilità nell’omicidio del fratello MARANDO Francesco. 
 Infine, l’uccisione di MARANDO Pasquale, con occultamento del cadavere, ad oggi non ancora ritrovato, fu attuata nel gennaio 2002 da TRIMBOLI Saverio, inteso Savetta, fratello di Antonio Giuseppe e Rosario, con il concorso di altri esponenti della cosca TRIMBOLI e con l’assenso di BARBARO Rosario, capo locale di Platì, in contrasto con il MARANDO per questioni di supremazia mafiosa sul territorio. L’omicidio fu attuato a colpi di pistola all’interno di un’abitazione di Platì, ove il MARANDO, all’epoca latitante, era stato portato per partecipare ad una riunione che sancisse un chiarimento con i TRIMBOLI. I fermati sono stati associati in carcere a Locri, Roma Regina Coeli e Como.


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