Martina Franca (Ta). Festival della Valle d'Itria: 'Gianni Schicchi contro i parenti serpenti'
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Immagine del Festival (foto Festival g.c.) ndr. |
L’opera di
Puccini al Chiostro di San Domenico
di Daniele Lo
Cascio
MARTINA FRANCA (TA), 26 LUG. - Il Gianni
Schicchi di Giacomo Puccini in cartellone al 43ª Festival della Valle d’Itria,
per la regia di Davide Garattini Raimondi, attualizza ai giorni nostri un
libretto che narra una storia di sempre, il rapporto opportunistico tra parenti.
La trama è presto detta, alla morte di Buoso Donati, i parenti scoprendo che
costui ha lasciato tutto ai frati, architettano con l’amico di questi, Gianni
Schicchi, un piano per redigere un nuovo testamento innanzi al notaio prima che
il decesso sia pubblico.
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Immagine del Festival (foto Festival g.c.) ndr. |
Colpo di scena, ma anche di ilarità vuole che Gianni
Schicchi detti al notaio un testamento in cui lascia a se stesso la parte più
sostanziosa dell’eredità , con grande sorpresa di tutti i parenti. La regia ha
dovuto fare i conti con il ristretto spazio del Chiostro di San Domenico,
esaltandone gli elementi architettonici, lo stesso chiostro è diventato il cortile
della casa di Buoso in cui i protagonisti, supportati dai costumi di Giada
Masi, apparivano come i soggetti che normalmente popolano un condominio: l’anziano,
la massaia, i due giovani innamorati, l’alcolizzato. Quanto alla compagnia di
canto, un cammeo l’aria Oh! Mio babbino
caro di Lauretta interpretata da Carolina Mattioda; sempre a suo agio Domenico Colaianni nel ruolo di Gianni Schicchi, complessivamente
positivo l’intervento di Nèstor Losán (Ranuccio) nonostante la perplessitÃ
sulla scelta di chiudere le due note finali dell’aria Firenze è come un albero fiorito in falsetto. Il direttore è
riuscito a fare miracoli tenendo conto dello spazio a disposizione e del
ridotto organico orchestrale. Terza e ultima replica domani 27 luglio.
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