Cronaca. Due tarantini a Barcellona: una città senza paura
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Voccoli e Mastrobuono con la sindaca Colau (foto web.) ndr. |
Fearless
cities: il meeting spagnolo due mesi prima degli attentati
di Luciano Manna
TARANTO, 21 AGO. Sara
Mastrobuono ed Ernesto Voccoli, esponenti del movimento civico tarantino Tuttamialacittà (tuttamialacitta.it) oggi possiamo definirli pellegrini dell’attivismo
civico internazionale e testimoni dell’accoglienza e dell’integrazione sperimentata direttamente nelle città che hanno vissuto le criticità conseguenti gli attentati
terroristici negli ultimi anni. Sara ed Ernesto hanno partecipato ad attività
civiche e politiche in periodi molto caldi nelle città turche, a Parigi subito
dopo gli attentati per seguire i lavori al centro sociale-culturale Centquatre
(104) Zone d’action pour le climat (Zac) in occasione di Cop21, a Barcellona,
due mesi fa, per seguire i lavori del meeting “Fearless cities”, ovvero “Città
senza paura” organizzata da “Barcelona en Comú”, l’organizzazione politica
della sindaca di Barcellona Ada Colau.
A
Barcellona il 17 agosto alle 16.45 un furgone condotto da un giovane, che poi ha fatto perdere le sue tracce allontanandosi a piedi, ha percorso circa 600 metri sulla
rambla travolgendo molti passanti, numerosi nel periodo estivo nel capoluogo dell
Catalogna. L’attentato, rivendicato successivamente dall'ISIS, ha causato, almeno sino ad ora, 14 morti e 120 feriti.
Le vittime coinvolte appartengono a 35 nazionalità differenti, 3 le vittime
italiane. Le posizioni dell’amministrazione comunale sono chiare sin da subito e
rimbalzano sui media di tutto il mondo con le parole della sindaca Ada Colau: “Questa è una città che ama la diversità che
ama l’umanità che ama la vita, vuol e essere una città di pace che apre le
braccia anche alle persone che devono fuggire dalla violenza, dalle guerre ed
dal terrorismo che proprio oggi abbiamo subito anche noi. Quindi più che mai
oggi le persone di pace devono stare insieme per accogliere chi fugge dal
terrorismo di altri paesi”.
Non
sono certamente frasi o parole formali e di circostanza quelle pronunciate con
coraggio dalla sindaca immediatamente dopo l’attentato perché gli stessi
contenuti, le stesse intenzioni erano ben espresse e chiare da tempo come linee
guida per l’amministrazione cittadina. Infatti a giugno, circa due mesi prima
dei fatti terroristici, a Barcellona si svolge il meeting “Fearless cities”.
Queste alcune parole di presentazione del meeting sul sito ufficiale del
meeting: “In un mondo in cui la paura e
l'insicurezza si sconvolgono nell'odio, e le disuguaglianze, la xenofobia e
l'autoritarismo sono in aumento, le città sono in piedi per difendere i diritti
umani, la democrazia e il bene comune. In Europa, le città accolgono profughi
in fuga dalla guerra e dal terrore e spingono i governi nazionali e l'Unione
europea a fare di più per prevenire la morte alle frontiere del continente”.
Sara ed
Ernesto ci riportano l’esperienza vissuta parlandoci dei temi affrontati al
meeting: condivisione delle esperienze in comuni internazionali, diritti
umani, democrazia, beni comuni e pratiche municipaliste delle proprie città. “La svolta politica municipalista mette al
centro gli abitanti delle città attraverso pratiche di democrazia diretta –
ci racconta Sara - affinché a decidere
nei propri comuni siano i cittadini e le cittadine che le abitano; inoltre è un
concetto che non tiene fuori i migranti in quanto Barcellona parte dal
presupposto di essere una città aperta, concetto ribadito dalla stessa sindaca
un attimo dopo gli attentati del 17 agosto, mentre un occhio particolare,
sempre per la tutela dell’abitante, viene posto al settore turistico al fine di evitare
che questo, portato all'estremo del consumismo e del commercio in tutti i
settori in cui interviene, possa condizionare in maniera negativa la qualità
della vita degli abitanti del comune. Tutto ha un equilibrio insomma nel
massimo del rispetto della vivibilità di chiunque calpesti con i propri piedi
un territorio dove convivono residenti, turisti, migranti. Un esempio è
l’attività di monitoraggio della sindaca Colau nei confronti della piattaforma
Airbnb”. Su questo tema il meeting ha dedicato una tavola rotonda specifica
con questa introduzione al tema: “Spettacolo
sul mercato immobiliare è un problema in città e in tutto il mondo. Gli affitti
sono in aumento e i residenti vengono spinti via dai loro quartieri. L'aumento
dell'uso delle scuole immobiliari per le locazioni turistiche a breve termine è
ancora peggiore in molte città. Come possiamo garantire il diritto di
alloggiare nell'era di Airbnb?”
Al meeting
hanno partecipato sindaci e assessori di molte città spagnole e di tutto il
mondo e si sono affrontati i temi della mobilità, dell’ambiente, dell’energia,
delle reti sociali, delle zone rurali. “Noi
abbiamo partecipato – ci racconta Ernesto - come Tuttamialacittà mentre dall'Italia c’erano altre realtà come Massa
Critica. Abbiamo partecipato ai tavoli e ai workshop in lingua inglese e
spagnola. Alla base dell’incontro fondamentale è stata la questione della "femminilizzazione" della politica che approfondisce il tema del rapporto con le
disuguaglianze, visto che la politica, specie in Italia, tende ad assegnare alla
donna ruoli stereotipati”.
In Spagna – proseguono
Sara ed Ernesto – non si registrano nel quadro dei rappresentanti politici esponenti di grosso calibro, come Le Pen in Francia e Salvini in Italia, che
rappresentano l’estrema destra. Questo anche per via della giovane democrazia
spagnola che solo negli anni settanta abbandonava per sempre il franchismo. C’è
necessità di combattere le destre che avanzano in molti paesi europei e che a
loro volta si oppongono alle politiche multiculturali. L’immediato discorso di
Ada Colau ai cittadini dopo gli attentati ha confermato la politica espressa in
passato elemento di rottura e corto circuito per le politiche attuate in altri
paesi dopo gli attentati, come ad esempio in Francia o Inghilterra. La sindaca
ha chiamato subito alla mobilitazione al contrario di altre città europee che
hanno attuato regole da coprifuoco. Tutti in piazza per un minuto di silenzio
il giorno degli attentati ed il giorno dopo ancora in strada per una
manifestazione”.
“Abbiamo partecipato al meeting – proseguono nel loro racconto Sara ed Ernesto - insieme ad Ada Colau che era seduta accanto
a noi per puro caso. Questo episodio ci ha fatto capire il tipo la logistica
adottata dall'organizzazione del meeting “Fearless
cities”. Nei posti da occupare non c’erano sedie riservate a vip
o ai personaggi noti della politica che appunto erano
in mezzo alla gente, come tutti gli altri. La vicinanza con la sindaca ci
ha dato l’opportunità eccezionale di colloquiare con lei. Ci siamo accorti
subito che il suo modo di porsi non era una modalità formale o di convenienza
dettata dal suo ruolo. La sindaca ci ha dato ascolto e ci ha posto domande
precise dimostrando di essere realmente interessata ed incuriosita alla
situazione di Taranto facendoci anche domande sulle attività di del gruppo
civico Tuttamialacittà. Noi eravamo a Barcellona esattamente quando a Taranto c’era
lo spoglio del primo turno per l’elezione del sindaco ed è stato singolare che
in quel giorno la sindaca di Barcellona ci chiedeva di Taranto mentre i
candidati sindaci al ballottaggio, Melucci e Baldassari, nei giorni successivi
hanno dimostrato netta distanza da ciò che accade in città e rispetto alle
attività degli stessi cittadini, sino ad ignorare le domande che come Tuttamialacittà
avevamo posto loro; sarebbero bastati pochi minuti del loro prezioso tempo in
campagna elettorale per darci risposte a ciò che chiedevamo e per avere le idee
chiare prima del secondo turno che poi avrebbe consegnato alla città il nuovo
sindaco.
Infine, Sara ed Ernesto,
cercano di analizzare le differenze tra la Barcellona e Parigi nelle loro
reazioni a caldo dopo gli attentati subiti. In Francia, ci fa notare Ernesto, l’identità
nazionale era forte e presente anche nei momenti post attentati ed inoltre manifestazioni
ed assemblee in strada erano vietate. Al contrario Barcellona ha adottato
subito la politica opposta, nessuno stato di emergenza dopo gli attentati, e la
sindaca ha invitato tutti a scendere in strada. Forse proprio per questo
motivo, pensano Sara ed Ernesto azzardano una ipotesi, per la storia di questa
città, per essere città accogliente, multiculturale e con una amministrazione
molto sensibile a temi di accoglienza e di migrazioni, Barcellona è stata scelta per gli attentati questa estate,
perché città di pace e multietnica. A Barcellona, e in linea generale in tutta la
Spagna, non si vivono le contraddizioni del territorio francese tra
emarginazione delle periferie ed estrema destra. L’esempio spagnolo ed in
particolare quello della città di Barcellona devono essere di esempio per tutti
i paesi europei che hanno davanti anni molto difficili in cui dovranno
risolvere le problematiche causate da decenni di politica estera sbagliata in
medio oriente e nei paesi africani, problematiche causate anche ed in particolare da scelte politiche commerciali che hanno posto in
secondo piano la persona, i territori sfruttati e le loro culture.
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