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Attualità. Parchi Gargano e Alta Murgia, il WWF esorta la Regione Puglia per la nomina dei vertici

Parco del Gargano, la mappa (foto) ndr.
di Redazione



BARI, 13 SET. (Com. St.) - La richiesta del WWF al Presidente Michele Emiliano.
Quale idea o politica si vuole per i parchi nazionali pugliesi Alta Murgia e Gargano? Che ruolo devono avere nella tutela della biodiversità pugliese e nello sviluppo del territorio? Recenti articoli di stampa fanno ancora una volta perno solo sui nomi, ma manca un vero e proprio dibattito sui temi centrali che dovrebbero poi connotare la nomina. Acquisito il progetto dovrebbe scaturire la scelta della persona più idonea, mai il contrario. Il WWF lancia un appello al presidente Emiliano perché si apra un tavolo di discussione nel quale vengano analizzate le vere esigenze dei parchi e realizzato un bilancio di quanto avvenuto sino a questo momento.

Le due aree protette, nate a distanza di un decennio l'una dall'altra, hanno avuto entrambe gestazioni molto travagliate. Ma se il parco dell'Alta Murgia, nato nel 2004, sembra aver finalmente trovato una sua identità con l'approvazione lo scorso anno degli strumenti di pianificazione e gestione previsti dalla legge – completando anche il complesso percorso di integrazione con il Piano Paesaggistico Territoriale Regionale – per il Gargano non sono bastati i ventidue anni trascorsi dalla sua istituzione per giungere allo stesso risultato. Basterebbe solo questo per capire che la partita delle nomine deve mettere al centro della decisione le specifiche e diverse storie ed esigenze delle due aree protette.

Mentre per l'Alta Murgia occorre proseguire con il percorso di tutela e valorizzazione avviato negli scorsi anni, mettendo a frutto gli strumenti di pianificazione recentemente approvati, per il Gargano occorre un radicale cambio di rotta rispetto alle gestioni degli ultimi dodici anni che hanno ridotto l'Ente parco ad un mero elargitore di contributi a pioggia per le più svariate ed improbabili iniziative (dalle mostre di presepi alle gare di nuoto). I bilanci dell'Ente, chiusi da diversi anni con molti milioni di euro di avanzo, raccontano una perdurante incapacità di utilizzare le somme a disposizione per affrontare le numerose ed irrisolte questioni del promontorio.

Già a gennaio scorso dodici associazioni ambientaliste, con il documento “Una rinnovata visione per il Parco Nazionale del Gargano”, avevano evidenziato le carenze e le problematiche che si trascinano da anni: dai centri visita chiusi o affidati esclusivamente alla buona volontà di qualche associazione, ai sentieri escursionistici abbandonati e senza segnaletica; dall'abusivismo edilizio dilagante, ai furti di legname nei boschi demaniali; dal bracconaggio, alla mancanza di organici progetti di conservazione e valorizzazione delle risorse naturali.

I primi risultati dell'imponente operazione di polizia avviata all'indomani dei gravi fatti di sangue che hanno portato il Gargano alla ribalta delle cronache nazionali, mostrano come il controllo del territorio da parte della mafia garganica, elemento fondante della propria forza intimidatoria, incrocia direttamente le questioni ambientali. Il controllo della costa, anche con lidi, parcheggi e strutture abusivi, serve per favorire i traffici di stupefacenti con l'altra sponda dell'Adriatico; il controllo delle aree interne, con il pascolo abusivo e l'illegittima recinzione dei terreni, per nascondere armi, droga e latitanti.



«In questo quadro – evidenzia Nicolò Carnimeo, delegato regionale del WWF – il nuovo presidente del Parco dovrebbe avere il preciso mandato e la forza di far approvare rapidamente gli strumenti di pianificazione, fermi da troppi anni nei cassetti dell'Ente anche per il perdurante ostruzionismo di alcuni sindaci garganici, e di reprimere con la necessaria fermezza gli abusi perpetrati all'interno dell'area protetta che gli stessi sindaci non hanno la forza o la volontà di contrastare»


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